[NFL] Week 3: Tutto, ma proprio tutto sulla terza giornata NFL

Una Week 3 della NFL non al livello della precedente in termini di iperventilazione, ma certamente interessante per capire quali squadre stanno dominando la scena, quali hanno reali possibilità di guadagnarsi un posto nei playoff e quali, già ora, vedono la loro stagione in crisi. Si parte!

Tanti errori, ma anche tanto spettacolo tra Titans e Colts. Marcus Mariota sta ingranando ogni settimana più della precedente e, nonostante due intercetti propiziati dal suo incubo di giornata, Dwight Lowery, sono ben 367 le yard scritte al lancio (27/44), con annessi due TD pass. Andrew Luck comincia la partita come peggio non potrebbe, invece, ma ha la forza e la tenacia di ritrovare sé stesso nel punto più basso della sua pur breve carriera e di rimettere in sesto il match (18/30 per 260 yard con 2 TD pass e 2 INT). Dopo un parziale di 14-0 in apertura per Indianapolis, svegliata dal finalmente funambolico Frank Gore (14 portate per 86 yard e 2 TD), Tennessee si trasforma in schiacciasassi e macina senza paura ben 27 unanswered points, presentandosi al quarto periodo con più di una speranza di vittoria.
Luck, però, supera la mala sorte e ritorna il roccioso quarterback visto fino a un paio di settimane fa. Philipp Dorsett, Donte Moncrief e la seconda segnatura in giornata di Gore beneficiano della ritrovata vena del loro quarterback di fiducia, permettendo agli ospiti di operare il controsorpasso. Jalston Fowler spaventa i Colts (1-2), ma pesano come un macigno i due punti di distanza che ancora separano i padroni di casa dall’overtime. La corsa della conversione del pareggio finisce come peggio non potrebbe e i Titans (1-2) si lasciano sfuggire di mano un successo che, oggi più che mai, sembrava a portata di mano.

Una sfida divisionale infuocata quella tra i Ravens, desiderosi di rivalsa, e i Bengals, lanciati senza sconfitte. Un furioso Andy Dalton (20/32 per 383 yard, career-high, con 3 TD pass e 1 INT) prende l’iniziativa palla alla mano e sigla il 7-0 iniziale, bissato dal touchdown di Marvin Jones su ricezione. Baltimore sembra impotente all’angolo del ring e passa l’intero primo tempo senza punti, ma è un regale Steve Smith (13 ricezioni per 186 yard e 2 TD) a suonare la carica. 186 delle 398 yard macinate dagli attacchi dei padroni di casa sono opera dell’ex Panthers, che riapre il match con la magnifica ed imponente segnatura da 50 yard, seguita dal field goal di Justin Tucker e dal fumble forzato da un sack di Elvis Dumervil, recuperato e riportato per 41 yard fino in end zone da C.J. Mosley.
È il sorpasso, ma dall’altra parte Dalton ha in A.J. Green (10 ricezioni per 227 yard e 2 TD) un ricevitore al limite delle umane possibilità. Il suo touchdown da 80 yard è un pezzo di bravura incredibile. Smith, però, ha nella manica il secondo asso da giocare e riporta avanti i suoi. Dalton vuole continuare a sorprendere e ci riesce, trovando nuovamente Green in end zone per il definitivo sorpasso di Cincinnati. È la peggior partenza nella storia dei Ravens (0-3), legittimata da questa sconfitta per 28-24 contro i Bengals (3-0).

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A.J. Green Bengals

A proposito di sfide divisionali tra mai vincenti e mai sconfitti, i Saints fanno visita ai Panthers, pur senza il loro leader Drew Brees, per cercare di risollevare una stagione quanto mai complessa. Luke McCown è l’esatto opposto dell’usuale starter di New Orleans e si limita al compitino (31/38 per 310 yard e 1 INT), mentre, dall’altra parte, Cam Newton sprizza energia da tutti pori e, oltre a 315 yard guadagnate al lancio (20/31), con due TD pass compresi nel pacchetto, si regala un viaggio in end zone personale con la corsa da 13 yard che mette il match sui binari di Carolina.
Prima, però, era stata battaglia vera, con il touchdown di Mark Ingram a spedire gli ospiti avanti 10-0 e un devastante Greg Olsen (8 ricezioni per 134 yard e 2 TD) a tenere in partita i padroni di casa con una doppia segnatura da 11 yard. Il touchdown di Khiry Robinson rimette i Saints (0-3) nel match e McCown ha un ultimo drive a disposizione per regalare il primo successo stagionale ai suoi. È uno straordinario intercetto acrobatico di Josh Norman, però, ad attenderlo in end zone e a regalare la vittoria ai Panthers (3-0) per 27-22.

Qualcuno ha detto Raiders e record positivo nella stessa frase? Non un pazzo perché, nonostante si comporti meglio del fratello, anche per Josh McCown (28/49 per 341 yard con 2 TD pass e 1 INT) e i suoi Browns arriva una bruciante sconfitta. Oakland mette subito in chiaro la sua volontà di interrompere una striscia negativa di 16 sconfitte consecutive nella parte Est degli Stati Uniti e, grazie ad un primo sontuoso di un Derek Carr in crescita esponenziale (20/32 per 314 yard e 2 TD pass), affiancato dal rookie delle meraviglie Amari Cooper (8 ricezioni per 134 yard), costruisce un vantaggio all’intervallo di ben 14 lunghezze. Sebastian Janikowski allarga nuovamente la forbice, prima che due tra i migliori giocatori di giornata, Gary Barnidge (6 ricezioni per 105 yard e 1 TD) e Latavius Murray (26 portate per 139 yard e 1 TD), siglino un touchdown a testa.
Il quarto periodo di Cleveland è infuocato e, oltre al field goal di Travis Coons, arriva la quinta segnatura stagionale di Travis Benjamin a ridare speranza ai padroni di casa. McCown, però, proprio come il fratello, nell’ultimo drive a disposizione trova ad attenderlo un intercetto, del leggendario Charles Woodson (6 tackle e 1 INT), pronto a strappare il successo ai Browns (1-2) per 27-20 a favore dei suoi Raiders (2-1).

Ci sono giocatori per cui davvero ogni aggettivo risulta superfluo. Aaron Rodgers è uno di questi. Guida al successo i suoi con una prestazione mostruosa (24/35 per 333 yard e 5 TD pass), capace di mettere a proprio agio ogni singolo receiver del proprio pacchetto, a partire da un sempre più decisivo James Jones (7 ricezioni per 139 yard e 1 TD) e proseguendo con il sempre devastante Randall Cobb (7 ricezioni per 91 yard e 3 TD).
Kansas City è inerme di fronte a Rodgers e nel primo tempo vede soltanto un pragmatico Jamaal Charles (11 portate per 49 yard e 3 TD) festeggiare 7 punti a tabellone. Cobb porta il punteggio sul 31-7 e a poco serviranno il primo touchdown dopo la bellezza di 1.350 minuti di un wide receiver in maglia Chiefs (1-2), firmato da Jeremy Maclin, e le altre due segnature di Charles, soprattutto perché intervallate dall’ennesima connessione vincente tra Rodgers e Cobb. I Packers (3-0) vincono ancora, questa volta per 38-28.

Una delle novità di giornata potrebbe legittimamente essere la mancata ennesima rimonta subita dai Giants, i quali si assicurano il primo successo stagionale sui Redskins. New York parte, come al solito, col piede piantato sull’acceleratore e, prima che Chris Thompson, su lancio di un ancora deludente Kirk Cousins (30/49 per 316 yard con 1 TD pass e 2 INT), trovi la prima segnatura di giornata in favore degli ospiti, gli uomini in blu sono già scappati. Merito dei touchdown di Andre Williams, pur in un gioco di corse tutt’altro che decisivo per entrambe le formazioni, e di chi se non Odell Beckham Jr, servito in maniera impeccabile da un Eli Manning sempre più convincente (23/32 per 279 yard e 2 TD pass).
Merito anche dei field goal del perfetto Josh Brown (3/3) e della safety procurata da Rashad Jennings, per l’occasione trasformatosi in punt blocker. Il touchdown di Thompson non spaventa granché il pubblico di casa perché un ottimo Rueben Randle (7 ricezioni per 116 yard e 1 TD) trova di nuovo la vita maestra e chiude la partita. Vincono i Giants (1-2) per 32-21 contro i Redskins (1-2).

Si riapre il discorso NFC East perché i Cowboys, privi del loro duo prediletto in attacco, non trovano una guida abbastanza solida in Brandon Weeden (22/26 per 232 yard e 1 INT), ma soprattutto vengono pugnalati continuamente in una difesa non più così cassaforte, nonostante l’ennesima, straordinaria prestazione di Sean Lee (10 tackle e 1 sack). Il tema della partita è presto detto: running-game. Joseph Randle sembra poter dominare la sfida dall’inizio, mettendo a segno ben tre touchdown palla alla mano nel solo primo tempo, che diventano quattro per Dallas aggiungendo quello di Darren McFadden.
Dall’altra parte, però, c’è un Devonta Freeman in forma stellare, che, oltre a pareggiare Randle per numero di touchdown di giornata (3), aggiunge ben 141 yard alla causa in 30 portate. Il resto lo fanno Matt Ryan e colui che, al momento, è il receiver più in forma dell’intera Lega, Julio Jones (12 ricezioni per 164 yard e 2 TD), possibilmente lanciato verso l’astronomica prospettiva di oltre 2.300 yard in stagione. I Cowboys (2-1) partono dunque alla grande, ma finiscono per patire l’anemia offensiva e le carenze difensive, perdendo 39-28 contro gli imbattuti Falcons (3-0).

Agli Eagles basta un primo tempo perfetto per portare a casa l’incontro con i Jets. Dopo il field goal di Tony Parkey, è Darren Sproles a dare spettacolo, dapprima con un perfetto ritorno da 89 yard di un punt fino alla end zone avversaria, poi con il touchdown palla alla mano da una yard che lancia la fuga di Philadelphia. Considerata l’assenza di DeMarco Murray, è Ryan Mathews a prendere in mano le redini del backfield e i risultati sono sorprendenti: 108 yard in 25 portate, oltre a 2 ricezioni per 20 yard extra ed un touchdown, su lancio di un comunque abulico Sam Bradford (14/28 per 118 yard e 1 TD pass).
Un solido Brandon Marshall (10 ricezioni per 109 yard e 1 TD), ma autore di due pessime giocate che segnano la sua partita, prova a riaprire la sfida prima della pausa lunga, ma è Ryan Fitzpatrick la più grande delusione di giornata per la seconda squadra di New York (35/58 per 283 yard con 2 TD pass e 3 INT), assolutamente incapace di sfruttare le amnesie offensive degli ospiti per rimontare e puntare alla vittoria. Grazie ad un’ottima prestazione difensiva, dunque, soprattutto del rookie Jordan Nicks (10 tackle e 1 INT), gli Eagles (1-2) vincono 24-17 contro i Jets (2-1).

 

Le 290 yard prodotte in tutto dal desertico attacco dei Lions sono, già di per sé, una trentina abbondante in meno di quelle guadagnate dal solo Peyton Manning al lancio (324). Vien da sé che, nella sfida contro i Broncos, ci siano davvero poche possibilità per i padroni di casa di vincere. Tant’è, dopo un primo quarto senza particolari sconvolgimenti, Ronnie Hillman si regala il touchdown da 1 yard palla alla mano, emulato, nella medesima modalità, da Joique Bell.
Poco prima dell’intervallo, un’assurda giocata da 45 yard di Demaryius Thomas lancia Denver avanti 14-7, ma Ameer Abdullah è in grado di tornare nuovamente a contatto, su lancio di un deludente Matthew Stafford (31/45 per 282 yard con 1 TD pass, 2 INT e 1 fumble). Nell’ultimo quarto, però, i punti a tabellone sono tutti dei Broncos (3-0), frutto di un field goal di Brandon McManus e del touchdown di Owen Daniels. I Lions (0-3) perdono 12-24 e legittimano un inizio di regular season quanto mai disastroso.

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Vittoria fortunosa, più che meritata, dei Texans sui Buccaneers. Ryan Mallett è assolutamente incapace di dare consistenza agli attacchi di Houston (24/39 per 228 yard con 1 TD pass e 1 INT) e deve ringraziare se al suo fianco ha un Alfred Blue esplosivo (31 portate per 139 yard e 1 TD) ed un DeAndre Hopkins sull’ottima strada per diventare una stella NFL (8 ricezioni per 101 yard e 1 TD).
Ciò che accade a Tampa Bay ha dell’incredibile. Jameis Winston ancora non si è ambientato a pieno nella Lega e soffre (17/36 per 261 yard con 1 TD pass e 1 INT), ma è soprattutto il rookie Kyle Brindza a far sfuggire di mano la vittoria agli ospiti. Dopo aver centrato i pali da ben 58 yard, il kicker manca tre field goal e non permette la rimonta ai Bucs (1-2), che perdono 19-9 sul campo dei Texans (1-2).

È una sfida dalle poche emozioni quella tra Steelers e Rams, ma la notizia del pomeriggio proviene proprio da questa partita. Ben Roethlisberger, in un match in cui non stava giocando ai massimi livelli (20/24 per 192 yard e 1 INT), si infortuna e dovrà rimanere ai box dalle 4 alle 6 settimane. Alle sue spalle si muove Michael Vick (5/6 per 38 yard), ma le offensive di Pittsburgh ne risentono non poco, tanto che, oltre al touchdown del rientrante Le’Veon Bell, sono soltanto i due field goal di Josh Scobee a regalare punti agli ospiti.
St. Louis, però, riesce a fare di peggio e, guidata malamente da un Nick Foles tutt’altro che decisivo (19/28 per 197 yard e 1 INT), si deve accontentare di festeggiare appena 6 punti, frutto di due field goal di Greg Zuerlein. Gli Steelers (2-1) portano a casa un fondamentale successo per 12-6 sui Rams (1-2).

Antonio Brown Steelers NFL

Altro che emozioni, nel soporifero pomeriggio USA, la tarda serata italiana, di football NFL. Tre partite che scrivono il loro destino già a partire dai minuti iniziali e di cui, forse, la più combattuta è quella tra Seahawks e Bears, nonostante gli ospiti chiudano il match senza punti a tabellone. Poco da dire tra le fila di Chicago, che arriva a rimpiangere amaramente Jay Cutler considerando il fatturato pressoché inesistente di Jimmy Clausen (9/17 per 63 yard), minore anche di quello di Matt Forte (74 yard), per dirne uno.
Ottimi segnali, invece dalla difesa, a partire dai 10 tackle di Antrel Rolle e Jarvis Jenkins (2 sack) e proseguendo coi 7, con 2 sack, di Pernell McPhee. L’attacco di Seattle fatica enormemente ad ingranare la marcia e l’unico touchdown prodotto dalle offensive è quello di Jimmy Graham su lancio di un non più che modesto Russell Wilson (20/30 per 235 yard e 1 TD pass). Per il resto ci pensa il 4/4 ai field goal di un perfetto Steven Hauschka e l’ennesima perla regalata da Tyler Lockett, che ritorna per 105 yard il kick-off di inizio secondo tempo, chiudendo, di fatto, i giochi. Prima vittoria stagionale per i Seahawks (1-2) per 26-0 sugli inesistenti Bears (0-3).

Proseguono la giungla degli orrori i Dolphins, che sembrano avere una squadra terrificante soltanto in teoria, e subiscono una pesante scoppola contro i Bills. Il primo tempo è tutto griffato Buffalo: Charles Clay, ex d’eccezione, e LeSean McCoy ricevono e trasformano in oro il nettare spillato direttamente da un magico Tyrod Taylor (21/29 per 277 yard e 3 TD pass), Dan Carpenter centra due volte i pali di Miami ed un fenomenale Preston Brown (7 tackle e 2 INT) riporta nella end zone avversaria uno dei suoi due intercetti al disastroso Ryan Tannehill dei primi due quarti di gioco, svegliatosi soltanto quando ormai era troppo tardi.
I due touchdown del sempre più sorprendente Rishard Matthews (6 ricezioni per 113 yard e 2 TD) sono rimbalzati colpo su colpo da Chris Hogan, sempre su lancio perfetto di Taylor, e da un fenomenale rookie, Karlos Williams (12 portate per 112 yard e 1 TD), il quale corre palla alla mano per 41 yard fino alla gloria e pone fine al match. Stravincono i Bills (2-1) per 41-14 sui Dolphins (1-2). Ah, ma Ndamukong Suh? 4 tackle, 7 totali in stagione: da mettersi le mani nei capelli.

Tyrod Taylor Bills NFL

E se ancora ve ne sono rimasti in testa, è il momento di rimetterli in pericolo con la prestazione di Colin Kaepernick: career-high a quota 4 intercetti, di cui i primi due, sui suoi primi due lanci nel match, riportati rispettivamente da Justin Bethel per 21 yard e da Tyrann Mathieu (5 tackle e 2 INT) per 33 fino alla end zone di San Francisco, oltre a “ben” 67 yard di guadagno su 9 completi. Le 46 yard macinate in 7 portate, con un touchdown annesso in grado di regalare i soli 7 punti della giornata agli ospiti, non possono bastare nemmeno lontanamente per salvare la sua prestazione.
Gira a meraviglia, invece, tanto la difesa quanto l’attacco di Arizona, saldamente guidato da un Carson Palmer in forma strepitosa (20/32 per 311 yard con 2 TD pass e 1 INT). Se Larry Fitzgerald è tutto meno che una sorpresa e le sue 9 ricezioni, per 134 yard e 2 touchdown, certo non sono una novità, è ora di ridare il benvenuto ad un Chris Johnson almeno lontano parente del CJ2K visto ai Titans, in grado di 110 yard in 22 portate ed altre due segnature per i Cardinals (3-0), che demoliscono i Niners (1-2) sotto una grandinata di 47 punti a 7.

C’è davvero poca storia anche nelle sfide tra Patriots e Jaguars e, incredibilmente, tra Vikings e Chargers. Partendo da quest’ultima, nonostante una prestazione mediocre di un Teddy Bridgewater ancora non in forma smagliante (13/24 per 121 yard e 1 INT), è Adrian Peterson a fare la voce grossa e tornare devastante come un tempo (20 portate per 126 yard e 2 TD), oltre al buon Zach Line, che festeggia un viaggio in end zone.
San Diego non riesce ad opporre un’adeguata resistenza per i troppi errori commessi da un Philip Rivers lontano dai livelli dello scorso anno (21/34 per 246 yard con 1 TD pass, 1 INT e 1 fumble), messo sotto pressione da un pazzesco Anthony Barr (6 tackle, 1 sack e 1 fumble forzato), ed incapace di sfruttare l’ottima vena in giornata di Keenan Allen (12 ricezioni per 133 yard e 2 TD). A partita ormai chiusa, Rivers viene sostituito da Kellen Clemens, il quale almeno si regala un drive perfetto (5/6 per 63 yard e 1 TD pass), utile a fissare il punteggio sul 31-14 per i Vikings (2-1) sui Chargers (1-2).

Già di per sé una trasferta al Gillette Stadium non è una passeggiata di salute, poi per una squadra in crisi da anni come Jacksonville non ne parliamo. Certo se poi New England, cavalcando l’ennesima prestazione devastante di Tom Brady (33/42 per 358 yard e 2 TD pass), oltre ad un running-game folcloristico da ben quattro touchdown, di cui tre opera di LaGarrette Blount, non calcia nemmeno un punt in tutta la partita, vincere diventa davvero impossibile.
Nonostante una prestazione fantascientifica di Paul Poslusnzy (18 tackle), per i Jaguars (1-2) non c’è null’altro da festeggiare che un paio di touchdown su lancio di un impreciso Blake Bortles (17/33 per 242 yard con 2 TD pass e 1 INT). I Patriots (3-0) demoliscono gli ospiti per 51-14. Ah e, tra le altre, Brady entra nel club di pochi eletti a raggiungere quota 400 TD pass in carriera.

Per la Week 4 saranno proprio i Patriots ad essere a riposo insieme ai Titans, mentre, delle restanti 15 sfide, molte saranno degne d’interesse, a partire da quella che vedrà di fronte Steelers e Ravens nel prossimo Thursday Night!

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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