[NFL] Week 1: il Pagellone NFL

Ogni giornata in NFL porta con sé una serie infinita di informazioni. Di settimana in settimana cercheremo di ordinarle e dar loro un voto, per orientarci meglio tra di esse. Tra chi ha brillato e chi invece ha deluso, tra chi merita un bel 10 e chi una bocciatura; tentando di non scordarci di nessuno tra coloro che, in un modo o nell’altro, meritano l’attenzione del pubblico.

Voto 10: Marcus Mariota

Non bastano i numeri dei quattro touchdown lanciati per capire l’impatto di Mariota sui suoi derelitti Tennessee Titans. Bisogna guardare alla perfetta integrazione che il campione hawaiano ha portato in un attacco a dir poco disfunzionale. Nella partita di Tampa c’è stato tutto: l’attacco di Ken Whisenhunt, un 10 po’ quello di Oregon e infine tutto il talento del numero 8. Uno straordinario concerto, conclusosi nell’umiliazione di chi è stato scelto prima di lui, che lo vede riposare in panchina per tutto il pleonastico quarto parziale di gioco. È come se il football avesse già piani diversi per le due prime scelte assolute: la prima lancia un intercetto al primo lancio da professionista, la seconda domina una partita intera. Magari il vento cambierà, ma per questa settimana nessuno ha fatto meglio di Marcus Mariota.

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marcus mariota titans

Voto 9: Rex Ryan

Ciclicamente, Rex Ryan inciampa su una domenica da leone. Lui vi direbbe che se un capo allenatore è scarso i successi non arrivano a caso, ma noi aspettiamo qualche settimana prima di beatificarlo. Fatto sta che il buon Rex imbraccia un progetto tecnico senza quarterback, senza Playoff da tempo immemore 9 e nella prima settimana annulla i grandi Indianapolis Colts del prodigio Andrew Luck. I Buffalo Bills hanno il carattere dei New York Jets di qualche stagione or sono, il coraggio del loro coach e un talento difensivo straordinario. La vittoria di domenica è un punto luminoso nella carriera di un allenatore immensamente sottovalutato, ma che punta a incassare un infinito ammontare di credito in questo 2015.

Voto 8: Tom Brady

Dopo un’estate passata a difendersi dalle accuse del deflategate e gli ultimi burrascosi giorni in cui è stato prosciolto da ogni imputazione ma ha dovuto sopportare il rapporto di ESPN sulle continue irregolarità dei suoi “capi”, molto si aspettavano avrebbe risposto sul campo. Diciamocelo, l’avversario 8ben prestava il fianco a questa sorta di rivalsa del numero 12 dei Patriots, ma il risultato finale è in ogni caso impressionante. Certo, Brady non è tipo da lanciare 50 yard di volo, e nel Thursday Night non sopisce la sua natura. Ma è chirugico, delicato, sveglio, in una parola vincente; il solito Brady. Con qualcosa in più: prima della partita posta su Facebook un video evocativo per caricare i suoi fan.
Meriterebbe 10, ma forse pavoneggiarsi in tal modo quando si sa perfettamente che la difesa degli Steelers sarà la peggiore in NFL è troppo banale e gli costa un paio di punti.

https://www.youtube.com/watch?v=OxMOp9V2nww

Voto 7: James Jones

Rilasciato dalla sua squadra, i Raiders, a maggio. Illuso e poi tagliato dai Giants settimana scorsa. Una nuova opportunità a Green Bay e subito in campo da terzo ricevitore a Soldier Field. Questa la parabola 7 di James Jones, che domina i rivali Chicago Bears con due touchdown (che sarebbero potuti essere facilmente quattro) nella prima settimana di questa stagione. Un’arma in più dell’ultimo minuto che diventa un punto imprescindibile del più forte attacco della lega. Ci aspettiamo si riconfermi e faccia ancora parte di questa classifica.

Voto 6: Johnny Manziel

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Eccola l’occasione di una vita, Johnny! Un anno dopo la famosa foto a Las Vegas con la banconota arrotolata, la primavera passata in comunità, dopo aver restaurato una reputazione da bravo ragazzo, hai la possibilità di far vedere che sei un grande giocatore. 3&19, un po’ incerto indietreggi, vedi Taylor 6  Gabriel libero (ma non troppo) e lo raggiungi sul profondo. Touchdown.
Sembrava la redenzione di Johnny “football”, ma la partita sua e dei suoi Browns finisce lì, i Jets arano Cleveland e il suo leader. Per ora lo chiamiamo così, sperando che a partire da settimana prossima i fatti non ci contraddicano. E che le chiacchiere su di lui si spostino da quel famoso bagno nella città del peccato al rettangolo verde.

Voto 5: Eli Manning

Perché Eli? Perché? Perché lanciare a un minuto e quaranta dalla fine quando i tuoi avversari sono sotto e non hanno timeout per fermare il cronometro? Capiamo benissimo che te l’ha detto Coughlin, ma non ci dire che dopo due SuperBowl vinti anche e soprattutto per merito tuo, dopo dieci anni nella lega e con 5un nuovo contratto miliardario firmato non puoi chiamare un timeout, o tuffarti a terra, o correre te, o… Insomma, fare qualcosa di meglio che dare un’opportunità a una tua rivale divisionale di batterti. Potevate partire bene, una grande vittoria fuori casa contro una buona squadra. Ma niente, perché non hai voluto fare il leader. 5 di incoraggiamento.
Nota: sembra che Eli abbia detto a Rashad Jennings di non andare in TD, sempre durante lo stesso drive. Non-sense dopo non-sense.

Voto 4: Mediaset Premium

Negli Stati Uniti qualsiasi partita di qualsiasi sport viene scritta in questo modo: squadra in trasferta @ squadra in casa. Per tutto il weekend Mediaset ci delizia con il contrario. San Francisco 49ers @ 4 Minnesota Vikings, per esempio. O togliete la chiocciola oppure invertite i loghi delle squadre! Alla fine la NFL ve la siete trovata nel pacchetto di altri campionati come il classico orologio nel famoso detersivo, la date in replica a orari assurdi e non potete commentarla in diretta in italiano. Almeno, almeno diciamo, non sbagliate le grafiche!

Voto 3: Marshawn Lynch

Non avevamo dubbi Beast Mode discendesse da una famiglia particolare, ma a tutto c’è un limite. La signora Delisa “Sunshine” Lynch commenta in modo delirante l’ultima giocata della partita persa dai 3 Seahawks contro i Rams, chiedendo le dimissioni dell’Offensive Coordinator Darrell Bevell. In un post sgrammaticato, senza una virgola a pagarla oro e concluso in grande stile con un “#nfldontpayme”, Delisa si copre di ridicolo. Al giocatore rimproveriamo il fatto di non tenere a bada la genitrice. Bloccale i social network, Marshawn! Anzi no, lasciaci ridere anche altre volte.

Mamma Lynch

Voto 2: Blake Bortles

Non c’è nulla di male nel perdere contro una squadra ben rodata, almeno difensivamente, come Carolina. Anche perdere immediatamente il tackle di sinistra ha contribuito alla scarsa figura dei 2Jaguars di Bortles contro i Panthers. Però, il seguente lancio, Blake, lo devi completare perché è banale,  e non l’hai fatto. Rilascio tardivo, una lentezza esasperante, un numero di errori di questo tipo davvero sorprendente. Più che chiedersi se Bortles sia la nuova speranza dei Jags, c’è da chiedersi se sia un quarterback NFL. E non un altro Blaine Gabbert. Speriamo di sbagliarci:, tutte le franchigie NFL meritano di essere competitive.

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Voto 1: Keith Butler

Il defensive coordinator dei Pittsburgh Steelers sembrava una scelta azzeccata per sostituire il guru Dick LeBeau. 12 anni nell’organizzazione da allenatore dei linebacker, la conoscenza del personale e della 1filosofia di una città che va fiera della sua Steel Curtain. Nella notte di Foxborough, però, cadono tutti i paraventi. Una serie di allineamenti imbarazzanti senza cornerback in situazioni di lancio, un’azione giocata in dieci con Mike Mitchell che va e viene dalla sideline come un disperato, Rob Gronkowski che fa il bello e cattivo tempo non marcato da nessuno. E pensare che Butler aveva detto che per fermare Gronk “gli vanno messe le mani addosso”… Insomma, voto 1, solo perché 0 non si mette.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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