[NFL] Preview 2015: New Orleans Saints

Gli amici di “Quel che passa lo sport” hanno deciso di inaugurare il nuovo e bellissimo sito con le preview delle 32 squadre NFL. Abbiamo chiesto di poterle ripubblicare su Huddle Magazine aggiungendo i voti ad attacco, difesa, coaching staff e offrendo anche a voi la possibilità di votare.

Siamo davanti ad una delle squadre più vincenti e più divertenti degli ultimi anni. I New Orleans Saints sono passati attraverso il Bounty Gate ed a settembre 2015 festeggeranno il decimo anno sotto la gestione Sean Payton, ma il sapore agro della scorsa stagione è restato un po’ in bocca, ne ha fatto le spese un personaggio tanto dominante, quanto evidentemente scomodo all’interno del quieto vivere, come Jimmy Graham, ne avrebbe potuto far le spese anche Rob Ryan, leader maximo di una difesa che ha sofferto ben oltre quanto si potesse già immaginare stando alle sue recenti esperienze tra Dallas e Cleveland, dove ha sempre avuto dei buoni inizi per poi andare a scemare negli anni successivi.

Le sole 7 vittorie conquistate l’anno scorso sono il minimo per la gestione Payton/Brees e fanno il paio con quelle conquistate nel 2007 e quelle raggiunte tre stagioni or sono, nell’anno della sanzione per le taglie messe sugli avversari. Il minimo comune denominatore di tutti e 3 i casi è una difesa tra le ultime della Lega (andò parzialmente meglio nel 2007) ed è quindi indubbio che in questi mesi molto bisognava fare da quel lato del campo e molto s’è fatto.

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OFFENSE

Ma come al solito andiamo con ordine e partiamo dall’attacco, dove comunque non mancheranno interpreti nuovi o meglio utilizzati rispetto alle ultime versioni. Tutto ruota attorna a Drew Brees e non potrebbe essere altrimenti: da questo punto di vista c’è poco da aggiungere, un QB del genere garantisce la presenza del proprio attacco tra i migliori 5 della lega e il connubio con questo coaching staff ormai è indissolubile. Dietro a lui vale la pena sottolineare la presenza di Garrett Grayson: la selezione avvenuta addirittura al terzo giro lascia presagire un piano serio seppur a lungo periodo, personalmente sarei stato curioso di vedere il prodotto di Colorado St. in contesti meno chiusi come possibilità sin da subito, vedremo tra quanti anni inizierà a toccare con continuità il campo, nel frattempo dovremo accontentarci delle apparizioni durante le partite di preseason.

Se Brees è il centro di gravità permanente, non è detto che tutto ciò che ruoti attorno a lui sia esente da valutazioni negative, la scorsa stagione con risultati deludenti ha fatto sì che fossero riviste determinate gerarchie che non erano più così salde. La scelta di separarsi da Jimmy Graham può sembrare una eresia tecnica, altri fattori (anche economici e gestionali) sono intervenuti ed hanno condotto alla trade da cui è partita una sorta di rifondazione quasi silenziosa pure del reparto offensivo. Il TE ha portato i suoi mismatch (e le sue sparizioni durante i playoff, direbbero i più maligni) a Seattle, in cambio è arrivato un nuovo centro (Max Unger) e una scelta di primo giro (poi diventata il LB Stephon Anthony di cui parleremo poi). La linea era uno degli aspetti più chiacchierati della stagione 2014: andava rafforzata e ringiovanita e così è stato, perché Unger è uno dei migliori centri della lega (fermato l’anno scorso solo da problemi fisici già superati) oltre che non ancora 30enne, mentre al primo giro con la tredicesima scelta è stato preso Andrus Peat, proveniente da quella fabbrica di uomini di linea che è diventata Stanford. Il tutto sarà completato dalla crescita di Terron Armstead e dall’esperienza di Zach Strief e Jahri Evans, con quest’ultimo in particolar modo in difficoltà la passata stagione.

Sulle frecce in faretra credo che ai Saints si aspettassero molto di più da parte di Cooks al primo anno, il giocatore sembrava perfetto per il sistema offensivo di New Orleans e poteva sostituire allo stesso tempo sia l’importanza tattica di Sproles (andato a Philadelphia), sia crescere come WR canonico, con Brees che ha storicamente amato quei tipi di giocatori (Lance Moore deve una carriera al QB ex Chargers). Non che Cooks sia stato già bocciato (tutt’altro), ma Payton e soci hanno capito che per sostituire Sproles forse è meglio prendere un giocatore simile (e forse migliore) ed infatti in questi mesi è stato messo sotto contratto, via free agency, C.J. Spiller che potenzialmente può essere devastante in questo attacco e sicuramente sarà sfruttato molto meglio di quanto fatto a Buffalo. Lui e Mark Ingram (se finalmente sano) rappresentano un duo molto ben assortito, con Khiry Robinson che può tranquillamente dare qualche snap di respiro ad entrambi: non si può chiedere di più in questo contesto.

Spiller in campo aperto, saprà far del male
Spiller in campo aperto, saprà far del male

Tra i WR, detto di Cooks, è un’altra la mossa che ha fatto molto discutere durante questa offseason: Kenny Stills è stato scambiato per Dannell Ellerbe (altro LB) ed un terzo giro (poi diventato un CB) proprio mentre, dall’esterno, sembrava essere in rampa di lancio ed aveva ancora un contratto a costo controllato (molte delle mosse di questa offseason sono state dettate anche da una situazione economica ancora una volta disagiata). Con Marques Colston ormai sul lento viale del tramonto, Stills aveva mostrato già dei lampi interessanti; in realtà poi sono uscite voci, succcessive alla trade, di un giocatore non molto ben voluto da Brees (ed è come il cortigiano che sta antipatico al re, ha vita breve) e non molto disciplinato in campo e nell’apprendimento del playbook, fa strano che queste dicerie non siano uscite prima, ma tant’è…una mossa del genere fa altresì emergere una certa fiducia finora nascosta nei confronti di Nick Toon, WR che personalmente aspetto sin dai tempi di Wisconsin, di estrema fisicità che per certi versi potrebbe sostituire le zone prima battute da Jimmy Graham.

Nominalmente sarà Josh Hill (assieme a Ben Watson) a sostituire il colosso passato ai Seahawks, anche se mi fa strano leggere a roster al momento Orson Charles: uno di quei nomi ai quali ti affezioni durante il college (era nella Georgia di Aaron Murray, Isaiah Crowell e compagnia) e poi sparisco nel nulla durante il passaggio tra i pro, persi tra una taxi squad e l’altra.

Per riassumere quindi più che dettato da risultati non buoni (come è avvenuto per la difesa) il rimescolamento subito dall’attacco è stato suggerito sia da una voglia di non fossilizzarsi troppo su certi schemi che erano iniziati ad essere troppo prevedibili seppur sempre ben eseguiti, sia da una sorta di malumore interno che aveva finito per logorare probabilmente i rapporti tra giocatori e coaching staff, il tutto insaporito da una situazione salariale che ogni volta richiede magie da finanza creativa. L’attacco così ristrutturato sembra comunque garantire punti e spettacolo ed è, sulla carta, molto più imprevedibile rispetto alle ultime edizioni.

DEFENSE

Il rimbalzo subito dalla difesa nelle ultime due stagioni è davvero spiazzante: ultima, anzi ultimissima, tra le peggiori della storia della NFL nel 2012; incredibilmente affascinante e produttiva nel 2013 al primo anno di Rob Ryan, con un quarto posto totale, pur senza troppi nuovi interpreti; disastrosa e desolante l’anno scorso dove solo Atlanta ha concesso più yard. Del trend delle difese guidate da Ryan abbiamo accennato in apertura, ma questo è davvero troppo per essere spiegato solo dalle grandi scommesse tattiche che si prendono in campo, tra monstre blitz e coperture rischiose. Così l’hanno pensata anche nel front office, dove hanno salvato il soldato Rob e gli hanno fornito un roster difensivo completamente rivisitato.

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Dopo che avrai letto tutto il preview guarda i voti che abbiamo assegnato ad offense, defense e coaching staff ed esprimi la tua valutazione sui New Orleans Saints 2015.

[review]

I voti di Gabriele Balzarotti

Offense - 70%
Defense - 65%
Coaching Staff - 70%

68%

Quella che vedete a destra è la media matematica dei due reparti più coaching staff. Dopo aver letto tutto l'articolo votate anche voi, da 1 a 10 decimali inclusi, per dirci qual'è il valore dei Saints 2015 oppure lasciate un commento.

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“Datemi un divano e vi racconterò il mondo (sportivo)” o ancor meglio “un corpo immerso in un evento sportivo riceve una forza uguale e contraria che lo spinge a dire necessariamente la sua opinione a riguardo”.

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