[NFL] Incomplete P.A.S.S. ovvero lo sciopero del 1982

Ripeschiamo dai nostri archivi questo racconto scritto nel 2002 sullo sciopero del 1982 e il tentativo di creare una lega alternativa.

1982NFLTutti si ricordano dello sciopero NFL nella stagione 1982. L’immagine dei giocatori che in preseason si incontrano a metà campo prima della partita per scambiarsi gesti di solidarietà, quella di Don Shula che multa di $2000 ogni giocatore per aver solidarizzato con gli avversari, la NFL che negozia un contratto TV da due miliardi di dollari, Gene Upshaw e Ed Garvey che chiedono che ai giocatori venga riconosciuto il 55% degli introiti sono tutti momenti ben scolpiti nella mente di ogni tifoso NFL che abbia vissuto da vicino quell’epoca.
I negoziati erano ad un punto morto e le parti erano ben lontane dal trovare un accordo. Gene Upshaw, nell’estremo tentativo di forzare i tempi con la NFL, dichiarò che la NFLPA era pronta non solo a scioperare, ma addirittura ad organizzare una propria lega, con un proprio calendario ed un proprio campionato nazionale.

Era chiaramente una provocazione, ma la situazione di stallo in cui si trovavano i negoziati forzò Upshaw a dover rispettare la parola data per non perdere faccia e forza contrattuale di fronte alla lega.
Si arrivò quindi al 20 Settembre 1982, data in cui lo sciopero divenne realtà. L’Associazione giocatori non si perse d’animo, e cominciò fin da subito ad organizzare la propria lega proprio come affermato da Upshaw. Shelly Saltman, responsabile delle relazioni con i media per la NFLPA ed organizzatore eventi sportivi a Los Angeles, fu investito del compito di trasformare le parole di Upshaw in realtà.

Pubblicità

Sports-Illustrated-1982-NFL-strike-coverLo scoglio più grosso era costituito dai singoli contratti dei giocatori NFL, che prevedevano sanzioni nel caso in cui avessero partecipato a competizioni non approvate dalla NFL stessa, ed era ovvio a tutti che una lega di questo tipo non avrebbe mai ottenuto le autorizzazioni dalla lega. Addirittura delle corti locali di Buffalo, St.Louis e Dallas emisero delle ordinanze cautelative verso i giocatori delle franchigie di quelle città.
La parte sportiva fu relativamente semplice da organizzare. L’idea era di creare sei All-Star teams in rappresentanza di ognuna delle sei divisions. Ad esempio la National West sarebbe stata formata da giocatori dei 49ers, Rams, Falcons e Saints, e così via per le altre divisions. Era quindi nata la P.A.S.S.: Players’ All-Star Season.

Il 28 Settembre erano già state determinate le date di 18 partite da giocarsi in tutti gli Stati Uniti alla domenica ed al lunedì, e la grande notizia fu che Ted Turner acquistò i diritti a trasmettere quante più partite possibile garantendo un salario base di $2500 per ogni giocatore per ogni partita giocata. Furono stipulati contratti assicurativi per eventuali infortuni e fu assunto un Commissioner nella persona di Brig Owens, ex DB dei Redskins ritiratosi nel 1977. Furono addirittura preparate e presentate in una conferenza stampa le uniformi delle squadre. Insomma, tutto era pronto, non fosse che per quei cavilli burocratici legati ai contratti dei giocatori ed a quelle ordinanze cautelative.

Il 6 ottobre arrivò, come un fulmine a ciel sereno, la sentenza del giudice federale John Penn che stabiliva che ad avere giurisdizione sui contratti NFL era la corte di Washington D.C., e non le singole corti locali. Inoltre il giudice si rifiutò, nonostante le pressioni degli owners, di emanare ingiunzioni contro gli All-Star Games in programma prima di avere esaminato tutta la documentazione. Manna dal cielo per Upshaw ed Owens, che potevano cominciare a giocare fino a nuovo ordine. La Corte Federale convocò una seduta d’urgenza per dirimere la questione, ma non fu possibile tenere tale seduta prima del 20 ottobre, il che dava alla NFLPA due intere settimane per giocare le proprie partite.

Erano previste due partite per il 10 e l’11 ottobre, ma non c’era tempo per organizzarle al meglio, e tutto slittò alla settimana successiva, quando erano previste una partita al RFK Stadium di Washington il 17 ed una al Los Angeles Coliseum per il 18 ottobre.
Mercoledì 13 ottobre si tenne al RFK Stadium il camp di selezione, al quale parteciparono più di 70 giovatori. La prima partita avrebbe visto di fronte la American East e la National East, mentre il lunedì seguente a Los Angeles si sarebbero incontrate la American West e la National West.

NFLPANFLPA

American East vs. National East

Giunse quindi il grande giorno. Il pomeriggio di domenica 17 ottobre 1982 la National East ospitava la American East a Washington. Nonostante il grande battage pubblicitario operato dalla NFLPA e da Ted Turner, solo 5000 spettatori “riempirono” le tribune da 55000 dell’RFK Stadium, molto lontani dai 30mila stimati (o sperati) dalla NFLPA.
Un terzo dei giocatori della National East erano dei Redskins, mentre 12 su 42 della American East venivano da Buffalo.
La partita non fu affatto male. I National si portavano in vantaggio con un passaggio di Danielson (Lions) a Spagnola (Eagles) per 13 yard e trasformazione di Moseley (Redskins). Nel secondo quarto gli American segnavano con un passaggio di Grogan (Patriots) per Nat Moore (Dolphins) per 10 yard ma Steve McMichael (Bears) bloccava il calcio di trasformazone di Wood (Colts). Un field goal di Moseley portava i National sul 10-6, ma Grogan e Moore segnavano un altro touchdown, ed anche in questo caso Wood sbagliava il calcio di trasformazione. Alla fine del primo tempo gli American conducevano 12-10 e la partita era bella e coinvolgente, grazie anche alle particolari regole adottate (blitz proibiti al primo e secondo downs, ad esempio) che favorivano lo spettacolo.

Bob Avellini BearsNel secondo tempo Wood finalmente trovava i pali per il field goal del 15-10, ma Danielson rispondeva trovando Mel Gray (Cardinals) in TD con un passaggio da 46 yard, e la conversione di Moseley portava nuovamente i National in vantaggio 17-15. Sul finire del terzo quarto, gioco spettacolare di Strock (Dolphins) che trovava Ray Butler (Colts) per un TD pass da 61 yard. Stavolta Woods la metteva dentro e faceva 22-17 per gli American alla fine del terzo quarto.
Cominciava il quarto quarto ed i National si portavano sotto 22-20 grazie ad un field goal di Moseley. Gli American orchestravano un drive lungo e fruttuoso che li portava fino alla una yard degli avversari, da dove il solito Woods si faceva bloccare un field goal da Dennis Harrison (Eagles). I Nationals rientravano in possesso del pallone sulle proprie 13 yard, ed era la volta in cabina di regia di Bob Avellini dei Chicago Bears. Era proprio Avellini a guidare magistralmente i suoi completando 5 passaggi su 5 in meno di quattro minuti e permettendo così a Moseley di vincere la partita con un field goal dalle 45 yard.

Pubblicità

American West vs. National West

Il giorno successivo al Los Angeles Coliseum, nonostante l’ottima pubblicità offerta dall’esaltante incontro di Washington, solo 680 spettatori comprarono un biglietto per assistere alla seconda partita della P.A.S.S., ed anche un espediente dell’ultimo minuto (biglietti gratis) non riuscì a portare allo stadio più di 3000 persone.
A causa dello scarso afflusso di pubblico, e conseguenti mancati introiti, gli organizzatori furono costretti ad economizzare su tutto, addirittura spegnendo il tabellone elettronico dello stadio per risparmiare sull’energia elettrica. I due coaches Mike Pyle (Bears – Nationals) e Johnny Roland (Cardinals – Americans) furono anche costretti a chiamare giocatori da altre division, perchè il reclutamento all’ovest non andò così bene come a Washington. Solo 8 Raiders e 7 Rams furono convinti a giocare a Los Angeles. 12 Chargers arrivarono allo stadio poco prima della partita, mentre giocatori NFC di Philadelphia, Green Bay, Chicago e Washington andarono a rimpolpare le fila degli Americans. Ben 16 giocatori dei Nationals arrivarono da Detroit.

Dan_PastoriniNonostante le mille e mille difficoltà, la partita iniziò regolarmente ed al primo minuto di gioco Dan Pastorini (ex Oilers e Rams) trovava già in TD il ricevitore Joe Delaney (Chiefs). La trasformazione di Nick Lowery (Chiefs) portava il punteggio sul 7-0. Il pareggio dei National era opera di Hodge (Falcons) che riceveva un passaggio di 12 yard da Vince Evans (Bears). Il TD era trasformato da Eddie Murray (Lions). Dopo uno scambio di field goal che portava il punteggio sul 10-10, il rimpiazzo dell’ultimo minuto Ed Luther (QB backup ai Chargers) lanciava in TD Carlos Carlson (Chiefs), ma prima dell’intervallo i National pareggiavano con un passaggio tra i compagni di squadra Hipple e Hodge (Lions).

Nel terzo quarto un altro gioco tra compagni di squadra portava in vantaggio gli American. Malcolm Barnwell (Raiders) prendeva un handoff e lanciava un halfback pass a Todd Christensen per il TD del vantaggio. Dopo un paio di drives infruttuosi era Al Richardson (Falcons) ad intercettare un passaggio di Luther riportandolo in touchdown, ed ancora una volta la partita iniziava il quarto quarto aperta a qualsiasi risultato.
Gli American cominciavano l’ultimo periodo partendo dalla propria una yard, ma una magia di Luther ed una penalità li portavano alla segnatura in soli due giochi. Un’interferenza portava la palla sulle 46 yard, da dove Luther sparava una bomba per Teothis Brown (Seahawks) che si involava in TD dopo una corsa di 54 yard.
Questa volta i National non riuscivano a rimontare il 31-24, dovendosi accontentare di un field goal per il definitivo 31-27.

NFLPA-logo_oldQueste due partite furono un grande successo per Ted Turner. Non economico, ovviamente, poichè  si stima che perse qualcosa come 500mila dollari, ma lo rese molto popolare all’interno della NFLPA, e la P.A.S.S. fu presto ribattezzata TFL (Turner Football League). Turner, la NFLPA, i giocatori, avevano dimostrato che era possibile organizzare una lega al di fuori della NFL, senza bisogno degli owners, e tutti già pensavano alla seconda settimana di gioco, prevista a Toronto ed Atlanta.
Come una doccia fredda arrivò la sentenza della Corte Federale d’Appello, che annullò la sentenza del giudice Penn, stabilendo che la NFL non era limitata ad una singola corte per dibattere dei suoi contratti. Ovviamente la NFLPA non aveva le possibilità fisiche ed economiche per affrontare 28 diversi dibattimenti in 28 diverse corti locali, e fu costretta a cancellare il resto del programma.

Il resto è storia nota. Lo scioperò finì un mese dopo e la NFL giocò una stagione da 9 partite, in cui alcune stelle della P.A.S.S. trovarono il loro momento di gloria.
Primo fra tutti Mark Moseley, il kicker dei Redskins che quell’anno vinse addirittura l’MVP.
Venti giocatori reduci dalla prima partita della P.A.S.S. si incontrarono nuovamente al Superbowl Redskins – Dolphins. Jim McMahon (QB per gli Americans West) fu il Rookie of the Year e quattro giocatori della P.A.S.S. (Moseley, Haynes, Selmon e Peters) giocarono il Pro Bowl.
Cinque anni dopo si ripetè lo scenario dello sciopero, ma memori della precedente esperienza, i giocatori si guardarono bene dall’organizzare un’altra lega. Fu un successo dal punto di vista politico, ma un disastro da quello economico.

1987-NFL-players-strikeTanto per fare un esempio, nel 1987 non fu nemmeno possibile organizzare una partita di flag football tra gli scioperanti nel parcheggio del Giants Stadium prima di una partita dei “replacements players” per mancanza di interesse tra i giocatori stessi.
Alla fine della disputa però, non ci furono ne’ vincitori ne’ vinti. I proprietari ebbero il loro salary cap, mentre i giocatori ebbero anche più del 55% dei diritti televisivi.
Tra le note di colore, dando una scorsa ai nomi dei giocatori che parteciparono alla lega, troviamo alcune cose interessanti.

  • Tra i Buffalo Bills che presero parte alla prima partita, ci fu anche Jim Haslett, attuale head coach dei Saints.
  • I Chicago Bears fornirono solo tre giocatori: tutti e tre QB. Vince Evans, Bob Avellini e Jim McMahon.
  • Quattro squadre non fornirono alcun giocatore: Dallas, Cincinnati, Minnesota e Pittsburgh.
    Da Philadelphia arrivò a giocare entrambe le partite Luoie Giammona, che tre anni dopo verrà in Italia ad allenare i Condors Grosseto.
  • Tra i grossi nomi non ancora citati in campo troviamo: Reese McCall e Ron Stark (Baltimore), Fred Smerlas (Detroit), Rick Upchurch (Denver), Billy Shields e Art Still (Kansas City), Mike Davis (LA Raiders), Tony Nathan (Miami), Dave Hill (New England), LeRoy Irvin e Ron Yary (LA Rams), Reggie Lewis (New Orleans), Harry Carson e Mark Haynes (NY Giants), Herman Edwards e John Spagnola (Philadelphia), Joe Bostic (St.Louis), Charlie Hannah e Mosi Tatupu (Tampa Bay), Marion Barber e Wesley Walker (NY Jets), LeRoy Selmon (Seattle), Jeff Bostic, Charlie Brown, Monte Coleman, Joe Jacoby, Mel Kaufman, Neal Olkewicz e John Riggins (Redskins).

(Fonte principale: The two-day P.A.S.S. – Mark L. Ford – The Coffin Corner Vol.23 No. 6 2001).

Merchandising Merchandising

Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

Articoli collegati

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.