Draft in Review: Indianapolis Colts

Da quando Andrew Luck comanda l’attacco degli Indianapolis Colts, ogni anno, si è avvicinato sempre di più al touchdown più importante della sua carriera. Nel 2012 si fermò al wild card, nel 2013 al divisional round, nel 2014 al Championship e nel 2015? Non pochi sono quelli che si augurano di vedere il giovane quarterback arrivare al Super Bowl e, perché no, sfidare il suo grande rivale Russell Wilson in quello che sarebbe un match tra i due più forti signal caller della nuova generazione.

I Colts, però, non sempre hanno sfruttato al massimo le opportunità di fornire, al loro leader, la squadra stellare che avrebbe potuto avere. Certo, ottime free agency, figlie di tanto denaro da investire, hanno sempre portato dei validi veterani, ma il draft non è stato un grande terreno di caccia per il general manager Ryan Grigson che, anche quest’anno, ha effettuato delle scelte leggermente ambigue.

dorsettPhilipp Dorsett è un prospetto di sicuro valore, veloce ed esplosivo, che si farà un nome nella NFL dei prossimi anni, ma sembra più un lusso che una necessità per una squadra che ha già T.Y. Hilton, Andre Johnson e Donte Moncrief nel reparto ricevitori. Lo stesso Dorsett faticherà a trovare spazio in un attacco così pieno di giocatori a cui dare la palla. Sorprende anche che il lineman offensivo, uno dei need principali della squadra, sia arrivato solo al settimo giro nella persona di Denzelle Good. Proteggere Luck dovrebbe essere la prima preoccupazione per i Colts, più sarà al sicuro più diventerà forte.

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L’attacco, in ogni caso, è un reparto talmente talentuoso che continuerà a fare sfracelli e dominare molte delle difese che incontrerà. La difesa, al contrario, non è un reparto così temibile e in molti si sarebbero aspettati che, con la chiamata n.29, Grigson sarebbe andato su un difensore dal talento cristallino. Così non è stato, anzi, al posto di un nome di primo piano, sono arrivati tre giocatori rotazionali come D’Joun Smith, Henry Anderson e Clayton Geathers.

smith andersonSono tre giovani con potenziale da sviluppare, ma non lontanamente paragonabili a dei giocatori in grado di fare la differenza dal week 1, che invece è ciò di cui i Colts avrebbero bisogno. Il reparto linebacker manca di un leader vero nel mezzo e la maggior parte degli elementi è molto vicina ai 30 anni o li ha già superati. Ad Indianapolis non potranno affidarsi in eterno a validi veterani, ma hanno bisogno di avere un squadra un giocatore in grado di garantire elevatissimi standard di qualità per molti anni a venire.

Il linea difensiva, il reparto uscito più massacrato dai confronti coi Patriots, non è arrivato nessuno e questa scelta potrebbe rivelarsi più che mai un azzardo. Chiaramente sarà solo il campo a dirci se gli Indianapolis Colts hanno preso la superstrada verso il titolo o hanno imboccato un sentiero di campagna che li rallenterà.

Con Luck saldamente al comando delle operazioni, rimangono uno squadra assolutamente temibile e, probabilmente, in grado di staccare un biglietto per il gran ballo già quest’anno, ma siamo sicuri che, con una difesa all’altezza dell’attacco, le probabilità si alzerebbero. Ad Indianapolis non aspettano altro che festeggiare, le scelte di Grigson saranno state all’altezza? Al campo l’ardua sentenza.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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