Draft in Review: Houston Texans

In NFL, ci sono pochissimi giocatori in grado di alterare profondamente i game plan avversari. La maggior parte di essi comanda gli attacchi, ma una ristretta cerchia di uomini instilla il terrore a suon di sack o intercetti. Uno di questi è, senza ombra di dubbio, il devastante J.J. Watt. Quando si è così fortunati da avere un talento del calibro di Watt in squadra, in sede di draft, si può decidere in maniera più leggere dove andare a parare.

I Texans, però, nelle scorse edizioni hanno preso un po’ troppo alla leggera i tre giorni di scelta e, fuorché qualche giocatore, non sono riusciti a costruire delle grandi draft class, trovandosi ad avere notevoli vuoti a roster. Consci degli errori commessi in passato, e forti di una free-agency aggressiva, gli Houston Texans a Chicago si sono invece comportati molto bene, andando a pescare con le prime tre pick, tre atleti da molti accreditati come first rounder.

Jaelen StrongDi questi, forse il più intrigante, ed inaspettatamente disponibile alla settantesima chiamata, è Jaelen Strong. Ricevitore dal fisico imponente, capace di diventare un pericoloso match-up per gli avversari ed ideale completamento all’esplosività di DeAndre Hopkins, darà all’attacco di Houston quel ricevitore di possesso venuto a mancare con l’addio turbolento di Andre Johnson. Strong ha scelto di indossare la maglia n.11, a ricordo dei ricevitori scelti davanti a lui al draft. Non poche saranno le squadre a dover rimpiangere di aver passato sul prodotto di Arizona State.

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L’attacco non è stato rinforzato ulteriormente dal general manager Rick Smith, che ha semplicemente aggiunto profondità con gli innesti di Keith Mumphery e Kenny Hilliard, ma la difesa è stata potenziata con due grandissime pick quali Kevin Johnson e Bernadrick McKinney.

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Il cornerback non era un need primario, con già Kareem Jackson e Jonathan Joseph ad occupare saldamente i due spot da starter, ma presentatasi l’occasione di portare a Houston il miglior zone cover corner del lotto, Smith non ci ha pensato due volte a chiamare Johnson e ha così fornito a coach Bill O’Brien un super pacchetto arretrato, a cui ha anche aggiunto il safety Kurtiss Drummond, uno dei più interessanti undrafteed rookies.

Se linea e secondario erano due reparti già di buon livello, in mezzo al campo i ripetuti infortuni di Brian Cushing e le altalenanti prestazioni degli altri linebacker rendevano necessario un intervento. McKinney è la risposta a lungo termine per ovviare ad una posizione che ha visto molti volti e poca costanza di prestazioni. Con il prodotto di Mississippi State a controllare il centrocampo, ora i Texans possono sicuramente vantarsi di avere una delle difese più talentuose della lega. A chiudere il cerchio dei rookie ci pensano Reshard Cliett e Christian Covington, entrambi difensori.

In una division che, nelle ultime due stagioni, ha visto l’assoluto dominio dei Colts di Andrew Luck, era necessario che una delle tre rivali costruisse l’argine per fermare la cascata di touchdown che il n.12 in maglia bianco-blu lancia ad ogni partita. I Texans lo hanno fatto e ora, oltre a poter contare sulla forza dominante di J.J. Watt, hanno tutte le carte in regola per potersi confrontare alla pari coi Colts e provare a diventare i nuovi re della AFC South.

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Gabriele Balzarotti

Appassionato di USA e sport americani fin dall'adolescenza, le leggendarie imprese di Ray Lewis hanno reso la mia anima black and purple. Mente dietro alla "Strada verso il Draft", fucina di schede sui giovani talenti che arrivano in NFL, e conduttore di Podcast verso il Draft.

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