[NFL] The Philadelphia Ducks
Martedi sera, verso mezzanotte sono tornato a casa da una piacevole serata con gli amici. Metto la macchina in garage, mangio qualcosa e salgo in camera in procinto di prepararmi ad una nottata di sonno ristoratore.
Accendo il cellulare e vedo la notifica di un noto sito web sportivo americano da cui ricevo aggiornamenti, soprattutto sul football ed ecco la notizia: i Philadelphia Eagles scambiano il running back LeSean McCoy ai Buffalo Bills ottenendo il giovane linebacker Kiko Alonso come ritorno.
Filed to ESPN: Bills have notified LB Kiko Alonso he is going to be traded to Philadelphia for RB LeSean McCoy. Trade official next week.
— Adam Schefter (@AdamSchefter) March 3, 2015
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Prima reazione: shock. Seconda reazione: mi toccherà cambiare l’immagine del desktop. Terza reazione: SHOCK.
Posso assolutamente essere annoverato tra i più grandi sostenitori di Chip Kelly, ma ammetto che, dopo aver letto la notizia, la mia fiducia nel guru offensivo ha vacillato.
Indubbiamente la trade, che dovrebbe essere ufficiale dal 10 marzo (data d’inizio della free agency), è quantomeno azzardata.
In fondo si tratta di scambiare un giocatore ancora giovane, più volte convocato al Pro Bowl e considerato come uno dei migliori giocatori della lega, che solo nel 2013 è stato il rushing leader della NFL con un ragazzo che ha appena due anni di esperienza tra i pro e che, se pur ha mostrato grande talento e potenziale nel suo anno da rookie, ha saltato l’intera passata stagione per un serio infortunio al ginocchio.
Ma c’è una caratteristica che rende Alonso molto appetibile agli occhi degli Eagles: è un ex Oregon Ducks.
Chip Kelly: Ho fatto qualche piccolo cambiamento al logo
In seguito al suo arrivo, coach Kelly ha instaurato a Philadelfia lo stesso schema offensivo che usava ad Oregon, con poche e non sostanziali modifiche per adattarlo alla NFL.
Il tanto chiacchierato no-huddle offense è caratterizzato dalla velocità di esecuzione, riducendo sensibilmente la perdita di tempo tra uno snap e l’altro e da azioni ideate al preciso scopo di liberare ricevitori e tight end in modo da sfruttare la loro velocità in campo aperto.
Lo schema è definito quarterback-friendly poiché non richiede molti lanci sul profondo, ma è costruito su passaggi precisi a medio o corto raggio, basandosi più sull’accuratezza e la mobilità del qb e non su doti come potenza del braccio o presenza nella tasca care ai soliti sistemi offensivi.
Molti dubitavano della riuscita del piano di Kelly, eppure non si può negare che in cosi poco tempo questo modo di giocare ha portato buoni risultati ad una franchigia che negli ultimi anni non ha di certo trascorso momenti esaltanti.
A questo punto la domanda è: se il sistema funziona, perché non avvalersi dei giocatori che meglio si adattano a quel sistema?
Infatti l’ex head coach dei Ducks, in questi due anni, ha lavorato sotto traccia proprio per plasmare il roster a questo scopo.
L’idea di fondo potrebbe proprio essere quella di portare a Philadelfia quei giocatori che conoscono e sanno interpretare meglio di chiunque altro quegli schemi e quel particolare sistema offensivo, per il semplice fatto di averlo già praticato negli anni del college.
Non credo che una cosa del genere abbia precedenti nella storia della NFL.
Se aggiungiamo al fatto che gli Eagles contano già tra le loro fila ben otto giocatori provenienti da Oregon, le voci sempre più insistenti sulla volontà di Kelly di salire nel draft per assicurarsi il suo pupillo Marcus Mariota (ex qb dei Ducks, nella foto), o di prendere in considerazione Jake Fisher (anche lui ex Oregon) per una linea offensiva bisognosa di giovani, allora questa ipotesi sembra sempre più prendere forma nella realtà.
Non sappiamo ancora se un tale approccio, tanto singolare quanto azzardato, possa funzionare nel lungo periodo e fungere da solida base per un futuro pieno di successi, ma non credo si possa biasimare Chip Kelly per voler alla sua corte coloro che hanno la maggior probabilità di produrre risultati all’interno di quel sistema in cui crede così fermamente.
Di una cosa però sono sicuro: Kiko Alonso non si sentirà certamente solo nei nuovi Philadelphia Ducks.
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