[NFL] Wild card: Paura, delirio e tanto football in Texas (Detroit Lions Vs. Dallas Cowboys 20-24)

Non c’era semplicemente il passaggio del turno sul piatto al AT&T Stadium di Arlington. I Cowboys e i Lions, dopo una stagione esuberante e clamorosamente positiva si ritrovavano a dover riscattare una recente storia di cocenti delusioni una contro l’altra. Sul campo, vittoriosa, sarebbe rimasta una sola squadra. Ma sarebbero stati i ‘Boys di DeMarco Murray e la migliore linea offensiva della nazione o i diseducati Lions, dal talento difensivo inspiegabile ma dalla disciplina fallata che non di rado li aveva fatti regredire nelle ultime cinque stagioni?

Tahir Whitehead LionsLa partita inizia con un three and out di Dallas. Sul secondo down si nota un po’ di pressione ai danni di Tony Romo, che sbaglia il passaggio. Il tifoso texano sa già cosa lo aspetta, ma forse non ha nemmneo bene lui in mente quanto il primo tempo sarà difficile per gli stellati. L’assenza di Doug Free in linea offensiva, infatti, accoppiata con la presenza di Ndamokung Suh e le prestazioni clamorose di James Ihedigbo, Ziggy Ansah, Tahir Whitehead in pressione fanno sì che Romo venga sackato tre volte e che la reputazione della linea di Dallas venga smantellata in trenta minuti di football. Murray non è in formissima e si procura un taglio sulla prima portata della sua portata. Lo stesso Romo spesso lancia molto corto, mancando i suoi ricevitori.

E se da una parte si piange, dall’altra si ride, e ad alta voce. Dapprima Matthew Stafford colpisce Golden Tate con una traccia a medio raggio che si trasforma nel primo facilissimo touchdown della giornata, poi arriva anche il secondo TD, stavolta a opera di Reggie Bush. Sul drive che lo precede ci soffermiamo un attimo; un bellissimo punt mette i Lions con le spalle al muro, con il pallone fermo tra la linea della End Zone e quella della una yard. Il three and out che ne consegue naturalmente viene vanificato da una brutta penalità per fallo sul punter dei Lions, che ridà la palla a Stafford. Da lì il prodotto di Georgia guida i suoi alla segnatura del 14-0. Non è nemmeno finito il primo quarto e c’è già chi sta scrivendo il famoso “coccodrillo” ai Cowboys versione 2014.

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Terrance Williams CowboysLa difesa si riprende nel secondo quarto, però, migliorando le sue prestazioni individuali per stroncare sul nascere gli attacchi di Detroit. In chiusura di tempo è Terrance Williams a ricevere su un terzo down e a portare la palla per la prima volta nella End Zone degli ospiti. 76 yarde, la distanza tra una figuraccia e una speranza. Emerge il pensiero che accorciando le tracce dei ricevitori e aumentando il ritmo offensivo Romo e compagni possano tornare a brillare.

E sembra che gli dei del football diano una possibilità ai texani. Stafford, sulla prima vera giocata del secondo tempo, si fa intercettare dopo che un uomo di linea avversario devìa il pallone in aria. Ma, in pieno stile Cowboys degli ultimi anni, Dan Bailey manda largo un field goal importantissimo nell’economia della partita. I Lions, sul successivo possesso, mettono le mani su altri tre punti con Matt Prater: 20-7.
DeMarco MurrayMa se c’è un uomo in grado di riscattare la mediocre prestazione dei suoi, uomo chiave di questa stagione, è Murray. Il runningback è il go-to.guy dell’attacco che si chiude con il TD del 20-14, segnato proprio dal numero 29 in grigio.
Detroit non crea più nulla a livello offensivo. Ciò è dovuto sicuramente a un miglioramento ulteriore della performance individuale degli avversari quanto agli aggiustamenti difensivi del coaching staff di Dallas. Le secondarie lavorano ottimamente e Stafford è sotto maggiore pressione. Bush non va più da nessuna parte, e anche Joique Bell, parso più in palla di lui, non nuoce. I Cowboys segnano un altro field goal a inizio quarto quarto, apparecchiando la tavola per un ultimo periodo che entra tranquillamente dalla porta principale nella storia della NFL.

L’ovale è ai Detroit Lions. In uno stadio ben oltre il limite della denuncia per schiamazzi Stafford chiude un buon passaggio per Corey Fuller e una straordinario per il leggendario Calvin Johnson. Tutto sembra confortare i tifosi di Detroit quando Anthony Hitchens volge le spalle al pallone e su un terzo down disturba evidentemente Brandon Pettigrew, il tight end bersaglio di un altro completo del QB da Georgia. Come ovvio, il fazzoletto giallo colpisce il turf di Arlington, pass interference. Ma il sollievo dei tifosi grigio-azzurri dura qualche secondo, il tempo che gli arbitri ci mettono a ribaltare la loro decisione: non c’è fallo sulla giocata, quarto e uno, un incredibile quarto e uno che disegnerà la storia di questa stagione. Sullo stesso quarto tentativo i leoni, divorati dalla paura, non giocano sperando di cogliere i Cowboys in fuorigioco (encroachment, neutral zone infraction, qualsiasi fallo); non succede.

 

La palla, dopo un punt raccapricciante da 10 yard di Sam Martin, passa a Tony Romo, che ha molto tempo, solo tre punti da recuperare e tutta l’inerzia che l’AT&T può contenere. Cliff Avril commette un fallo stupido, un altro arriva su Cole Beasley (gran partita la sua), gli uomini di Jim Caldwell si stanno scavando la fossa da soli. Romo gioca con inedità calma i down più importanti della sua opaca carriera, converte un quarto e sei per Jason Witten, e si presenta sulla linea delle tre yard per un terzo down di importanza incalcolabile.

La linea tiene, ed è incredibilmente una novità di giornata, in modo impeccabile. Newman corre a destra e manca, prima del movimento che coglie in contropiede il suo marcatore. La fucilata del QB ispanico gli comprime il petto. Romo cade a terrra e sotto il peso di un avversario vede il sogno realizzarsi. L’onda d’urto dello stadio che letteralmente impazzisce per la segnatura della vittoria scuote i televisori di chi è a casa e, siamo sicuri, fa oscillare i sismografi di mezza America. Il suono di un popolo che si libera della mediocrità degli ultimi due decenni di una franchigia che ha scritto alcune delle pagine più gloriose del libro dell’NFL.

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Demarcus Lawrence CowboysMa può essere finita qui? Tra Dallas e il viaggio verso la frozen thundra di Green Bay rimane un uomo solo, e gioca proprio lì ad Arlington. DeMarcus Lawrence, importante scelta allo scorso draft, ne combina una via l’altra sul viale della gloria.Un fumble di Stafford viene ricoperto dal rookie da Boise State, che ha la malsana idea di tentare un ritorno spezzato da un successivo fumble che riconsegna la palla al quarterback avversario. Un brutto lancio su Johnson e una penalità per false start dello stesso numero 81 rimettono Detroit nella buca. A ricoprirla di terra c’è lo stesso Lawrence, che sulle 42 di Dallas effettua l’ultimo sack contro Stafford, spedendo i texani in Wisconsin e i leoni a leccarsi le ferite.

Vi stiamo scrivendo a pochi minuti dal fischio finale. Troppo vivido il ricordo fresco di una partita spaventosamente ricca di sentimento, di voglia di rivalsa, di amore per il football, per descrivere cosa sarà la Off Season dei Lions. Lo faremo a tempo debito. Per il momento ci limitiamo ad aspettare con impazienza la fine della settimana che nasce in queste ore, e che si concluderà con un turno di Playoff NFL clamorosamente affascinante. I Cowboys ci saranno. Ed è solo l’inizio.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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