[NFL] Week 16: la sinfonia dei due Wil(l)son e l’assolo di Lynch (Seattle Seahawks Vs. Arizona Cardinals 35-6)

Iniziamo dall’epilogo, o almeno dai dati che ci rimangono in mano dopo il Sunday Night della sedicesima settimana. I Seahawks hanno stravinto contro i Cardinals, strappando loro la prima piazza nella NFC West e riuscendo a salire al primo posto del seeding in NFC. L’attacco ha chiuso con quasi 600 yard (record di franchigia) e la difesa concesso solo sei punti a una squadra con undici vittorie in stagione e che giocava in casa. Luke Willson, giovane tight end, e Marshawn Lynch sono sembrati impossibili da abbattare per una difesa, quella di Arizona, talmente forte da far considerare il suo coordinatore Todd Bowles come papabile head coach di una franchigia NFL l’anno venturo. Il tutto nello stadio in cui, tra una quarantina di giorni, gli ‘Hawks tenteranno di difendere il titolo vinto l’anno scorso.

Russell Wilson SeahawksProcedendo invece con ordine si potrebbe passare dal fantastico primo quarto della difesa in rosso, capace di arginare in tutto e per tutto Russell Wilson e i suoi. La pass rush funziona tanto da costringere spesso il QB da Wisconsin a lanciare incompleti che troncano i possessi dei campioni in carica. Robert Turbin e Chrirtine Michael sostituisco un Lynch che pare febbricitante sulla sideline. Ed è così che la squadra di Pete Carroll impiega ben un quarto e mezzo a ingranare.
Poi è Wilson a suonare la carica, prima correndo per un primo down in undrive che finirà con l’errore del suo kicker e poi completando per il quasi omonimo Willson (attenzione alle due L), che si libera di due avversari e segna il primo TD della partita portando Seattle sul 7-3. Un po’ ingeneroso per la buona difesa di casa assistere a un giocatore tutt’altro che agile che si invola per 80 yard tra le difficoltà degli avversari di placcarlo.

Di lì a poco arriverà il touchdown di Lynch che, ristabilito, prende il suo regale posto in campo ela seconda trasformazione di Chandler Catanzaro per il 14-6 che matura a ridosso dell’intervallo. I tifosi di casa sembrano rinfrancati da un terzo periodo molto simile al primo per quanto riguarda la resa della loro difesa. Purtroppo per loro il quarto quarto vedrà la seconda segnatura di Willson (due L), un’altra di corsa per Wilson (una sola) e una specie di capolavoro selvaggio di Lynch, che come contro New Orleans cinque anni fa corre per 79 yard che fanno piangere di gioia gli amanti del football. Un placcaggio rotto dopo l’altro, il tutt’altro che loquace runningback si trascina dietro tutta la difesa bianco-rossa in un crescendo che da molte parti è stato etichettato come “una delle corse migliori nella storia”. I toni iperbolici non sono per nulla sprecati.

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Marshawn Lynch

E fino a qui la cronaca dalla parte dei vincitori, con risultato e lega che si prostrano di fronte a quella che è palesemente, per ricchezza di soluzioni e solidità, la squadra da battere in NFL. E gli altri? Quei Cardinals fieri che con 11 vittorie hanno ottenuto l’accesso ai Playoff e che ambivano a giocare il SuperBowl in casa?

Per loro la storia di questa stagione, e dei rimpianti che porterà prima o poi inevitabilmente con sé, passa dal ginocchio di Carson Palmer. L’inadattezza di Ryan Lindley è palese: i suoi lanci sono spesso irricevibili per Larry Fitzgerald, John Brown e gli altri ricevitori. Il terzo quarterback di Bruce Arians è in ovvie difficoltà emotive quando, sul 14-3, si lascia sfuggire un pallone docile snappato dal suo centro e perdendo l’occasione di una segnatura che avrebbe rimandato il garbage time in cui i Seahawks hanno ammassato le yard per il loro record. Pensate che Arians a un certo punto schiera Logan Thomas, rookie da Virgina Tech, che, e l’abbiamo visto dal vivo quest’estate, non può nemmeno ambire a solcare un terreno di gioco in questa lega. Seconda mancanza, secondo rimpianto: Andre Ellington è anch’egli fuori. Le tracce wheel che il sistema di Arians predilige non possono funzionare con il mediocre Marion Grice, che ha iniziato l’anno da riserva della riserva di Ryan Mathews a San Diego. Siamo sicuri che Grice migliorerà, ma nel Sunday Night c’era da giocare contro i campioni del Mondo uscenti (sembra che sia giusto considerarli uscenti).

John Brown CardinalsUn inizio equilibrato, una parte centrale a favore di Seattle e un attacco di Arizona sempre più arido nel proseguio della gara che ha dato palla spesso a Wilson e consentito ai suoi di vincere agevolmente. In questi tre momenti la storia di un dominio che, siamo sicuri, a ranghi completi, non sarebbe stato così evidente.

La Legion of Boom che scherza con l’intervistatore, Lynch che prende in giro i giornalisti ripetendo sempre la stessa frase, un Carroll visibilmente felice. Al mix aggiungiamo un QB bidimensionale che sa quando correre molto meglio di altri ammirati colleghi, e un tight end da Rice che per caratteristiche fisiche ricorda Jimmy Graham o Rob Gronkowski (non per velocità né per tecnica sia ben chiaro). Questa la ricetta di Seattle, che tra quaranta giorni vorrà essere di nuovo in Arizona, a difendere i colori della NFC nel SuperBowl numero 49.

Dall’altra parte un sistema di gioco offensivo efficace ma prevedibile al punto da cadere in disgrazia con la caduta di un paio dei suoi playmaker. Una difesa fantastica ma che è parsa poco resistente per parare le spalle a un attacco che continuava a uscire dal campo. I Cardinals non hanno fatto paura a nessuno nel Sunday Night, e la NFC è piena di squali (Dallas, Detroit, Green Bay) pronti a fare un sol boccone di questi poveri volatili una volta che i Playoff verranno giocati. Un vero peccato, ma è la legge del più forte in NFL.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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