[NFL] Week 6: sconfiggere la nausea da pareggite (Cincinnati Bengals Vs Carolina Panthers 37-37)

Descrivere un pareggio nel football appare esercizio irreale. Siamo abituati a dare un significato alla sconfitta e uno alla vittoria. A trovare motivi per cui una squadra si è imposta oppure ha dovuto piegarsi alla migliore prestazione degli avversari. In realtà, il concetto stesso di vittoria e sconfitta è ciò che fa da premessa a qualsiasi articolo che leggete su queste pagine, perlomeno per quanto riguarda chi vi scrive in questo momento.
Tra Bengals e Panthers c’è stato un pareggio, ma per quanto questo ci spiazzi, giungeremo a spiegarvi perché è stato giusto così e, per una volta, descrivere un pareggio non sembra così irreale.

brandon tate bengalsCincinnati giungeva a questo impegno casalingo dopo una bruttissima lezione rimediata a Foxborough, dove i Patriots avevano marciato indisturbati fino a una vittoria di proporzioni iperboliche, prima L dell’anno per le tigri dell’Ohio. Carolina, dal canto suo, aveva dimostrato di saper approfittare degli errori degli avversari per imporsi contro i più attrezzati Bears, dilagando nel secondo tempo dopo un primo di attesa che li aveva visti vacillare pericolosamente.

Costretti a far partire Fozzy Whitaker nel backfield per la solita serie di infortuni al duo Stewart – Williams, i Panthers, grazie ai passaggini corti di Cam Newton, realizzano il primo touchdown dell’incontro mangiandosi 10 minuti di cronometro nel primo drive. Rispondono, a secondo quarto già iniziato, i Bengals, precisi con Andy Dalton in cabina di regia. Il pareggio vien poi superato da una incredibile corsa di 89 yard di Giovani Bernard, che nella prima giocata del secondo drive casalingo fa registrare la seconda corsa più lunga nella storia di Cincinnati. Uno scambio di field goal porta la squadre al riposo lungo sul 17 a 10 per i Bengals.

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Giovane Bernard Bengals

Dopo la prima metà la partita sembra poter essere ben giocata. Le due squadre si equivalgono e a dividerle c’è solamente la giocata di Bernard, l’unica in grado di mettere in imbarazzo una difesa nero-azzurra molto reattiva come spesso sottolineato in questo inizio stagione. Le giocate sicure dei due quarterback, entrambi orfani di grossi playmaker offensivi (ricordiamo A.J. Green sulla sideline per Cincinnati), avevano determinato drive molto lunghi e combattutti. Tutt’altra storia nella seconda frazione, in cui il canovaccio sarebbe drasticamente cambiato rivelando i difetti di una e dell’altra compagine, una cura del pallone alquanto imprecisa e un paio di giocate estremamente spettacolari e rocambolesche.

Il terzo quarto inizia con l’intercetto di Dalton ritornato per 80 yard da Antoine Cason, uno che non ha mai smesso di dare dispiacere agli attacchi avversari. La segnatura di Whitaker rimette le squadre in parità, ma non può durare molto.
Dalla shotgun, Newton mostra una forma fisica finalmente ritrovata. Le sue corse (17 per 107 yard) fanno male quanto i suoi lanci (29/46 per 284 yard) nella migliore partita nella stagione di SuperCam. Il sorpasso lo firma lui, e poi un bruttissimo lancio del collega gli riconsegna la palla in mano.
Kelvin Benjamin PanthersSul 24-17 per gli ospiti sembra quasi finita. Siamo ancora ben lontani però. Kelvin Benjamin, autore di una grande partita, maltratta un defensive back avversario e annulla il touchdown della fuga, e Graham Gano sbaglia il field goal della doppia segnatura di vantaggio.
Tre ricezioni consecutive di Mohamed Sanu (10 ricezioni per 120 yard e 1 TD) portano il 24 pari per dei Bengals galvanizzati delle occasioni mancate da Carolina.
Le difese traballano pericolosamente, e i passaggi sicuri di Newton espongono le secondarie di Cincinnati fino al 31-24 segnato da Greg Olsen. L’ennesimo input all’entusiasmo tigrato lo da Adam Jones, ritornando il seguente kick-off per 97 yard, lasciando un facile TD nelle mani di Jeremy Hill subito dopo.
Arriva il primo intecetto di Newton, e le squadre si scambiano un field goal a testa per il 34 pari finale. Che già al termine dei regolamentari sembra il risultato più giusto.

Si è visto di tutto: cambi di possesso, intercetti, ritorni lunghissimi, occasioni sprecate, passaggi quasi intercettati che, deviati, planano tra le mani del ricevitore inteso. Le difese, più che in difficoltà, sono confuse da tutto ciò che accade intorno a loro, nell’incapacità di mettere sotto pressione il QB avversario e nell’incertezza di riuscire a capire le intezioni dello stesso.

I Bengals vincono il lancio della monetina, ma si fermano ben prima della linea di meta e della vittoria. Il field goal di Mike Nugent da il vantaggio, che dura poco. Newton converte un terzo down difficilissimo e poi corre per altre 12 yard per garantire a Gano un calcio agevole: 37 pari.
I Bengals riprendono la palla in mano con 2 minuti sul cronometro, e Charles Johnson facilita il loro compito placcando in ritardo Dalton. Mentre il tempo a disposizione per vincere si esaurisce, Nugent manda largo il calcio da 36 yard che darebbe il 4-1 ai suoi. Al fischio finale è 37-37.

Cam Newton PanthersNessun vinto, nessun vincitore, per quanto ridicolo possa sembrare. Tra le due compagini ci sentiamo di stabilire che forse Carolina avrebbe meritato qualcosa di più, ma paga carissime due grossi disattenzioni sulle 89 yard di Bernard e sulle 97 di Jones. Cincinnati, appesa alla partita per lunghi tratti del secondo tempo, non ha saputo arginare Cam Newton e si è ritrovata spesso a sopperire agli errori del suo quarterback. Rimane il fatto che, per un caso o per il fattore casalingo, le due squadre non sono mai state lontante più di un touchdown.
Sempre appaiate, fino alla fine, in una contesa lunghissima che le ha lasciate senza fiato.

E se i Panthers festeggiano per una division che sembra meno competitiva del solito e guarda al futuro con una speranza da pochi data loro in sede di preview stagionale, i Bengals sanno che un pareggio potrebbe pure fargli comodo nella lotta a tre con Ravens e Browns che deciderà le sorti della AFC North.
Noi, confusi sul divano o dovunque abbiate visto questa partita, abbiamo goduto dello spettacolo offerto chiedendoci fino all’ultimo chi avrebbe prevalso, ma siamo stati disillusi da un field goal finito fuori di poco.
Perché, per quanto ogni volta dobbiamo partire da chi ha vinto o da chi ha perso, per una volta sembra quasi nel giusto ordine delle cose che Bengals e Panthers siano usciti dal Paul Brown Stadium con una D sul loro record.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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