[NFL] Week 4: Colori, episodi ed emozioni

Si sono chiusi i battenti anche su questa Week 4, ridotta a 13 gare dal bye per Bengals, Browns, Broncos, Rams, Cardinals e Seahawks, ma non meno interessante e ricca di emozioni.

Una partita meravigliosa esplode improvvisamente tra Steelers e Buccaneers. Parte fortissimo Tampa Bay, grazie al touchdown di un solido Mike Evans su lancio di un Mike Glennon inizialmente ancora sotto pressione, dopo una prima parte di stagione da back-up di Josh McCown. Il field goal di Patrick Murray da 50 yard allunga sul 10-0, ma Pittsburgh riprende gli ospiti con un field goal di Shaun Suisham e un touchdown dell’indiavolato Antonio Brown (7 ricezioni per 131 yard e 2 TD), che si conferma il wide receiver più in forma della Lega. Lo stesso Brown, nel secondo quarto, mette a tabellone i 7 punti che distanziano le due formazioni all’intervallo. Doug Martin, nella ripresa, entra in end zone palla alla mano e sigla la parità, ma un ottimo Ben Roethlisberger (29/40 per 314 yard e 3 TD pass) trova Heath Miller per la rapida risposta e per il nuovo vantaggio Steelers. Murray riduce le distanze con un altro field goal, ma i Bucs non sembrano in grado di siglare il sorpasso, anzi sprecano un drive in red zone a due minuti dalla fine. Pittsburgh non combina nulla di buono e Tampa Bay, sebbene senza timeout, ha ancora un’occasione. Ci pensa un eroico Glennon a guidare il drive della vittoria, lanciando prima Louis Murphy per 41 yard di guadagno ed infine Vincent Jackson in end zone per i 7 punti che valgono il 27-24 con cui Tampa Bay (1-3) batte gli Steelers (2-2).

Non c’è partita, invece, tra Colts e Titans. Andrew Luck ha deciso di fare il fenomeno (29/41 per 393 yard con 4 TD pass e 1 INT) e di diventare il quarterback più produttivo della Lega. Dall’altra parte né Charlie Whitehurts (12/23 per 177 yard con 1 TD pass e 1 INT) né Zach Mettenberger (2/5 per 17 yard) sono assolutamente al suo livello. Il solo Delanie Walker (5 ricezioni per 84 yard e 1 TD) non può bastare per opporsi alle bocche da fuoco di Indianapolis, che trova un touchdown da Reggie Wayne, Dwayne Allen, Coby Fleener e Ahmad Bradshaw, oltre che su corsa da Trent Richardson, ancora, però, senza un guadagno di yard convincente. All’intervallo i Colts sono già avanti 20-10 ed il touchdown dell’eterno Wayne (7 ricezioni per 119 yard e 1 TD), ad inizio della ripresa, spiana la strada per il finale straordinario di Luck e compagni, che al termine vincono 41-17 sui Titans (1-3). Seconda vittoria consecutiva per Indianapolis (2-2).

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jj watt int tdLa giocata che maggiormente decide la sfida tra Bills e Texans è siglata dal miglior difensore della contesa e, probabilmente, della Lega. Ci arriveremo tra poco. Buffalo comincia il match in maniera decisa e, grazie al field goal di Dan Carpenter e al touchdown del convincente Sammy Watkins, si porta avanti di 10 lunghezze. Un DeAndre Hopkins scatenato in questo inizio di stagione sigla, al termine del primo quarto, la ricezione da 35 yard che vale la segnatura del 7-10. Nel secondo quarto succede poco o nulla e si va all’intervallo con il medesimo punteggio. Ecco che, poi, entra in scena J.J. Watt, il quale intercetta perfettamente un’altalenante EJ Manuel (21/44 per 225 yard con 2 TD pass e 2 INT) e riporta il pallone, con uno scatto incredibile per un uomo di oltre 130 chilogrammi di peso, per 80 yard nella end zone avversaria. Randy Bullock, con due field goal a cavallo tra terzo e quarto periodo, allarga la forbice. Mike Williams, con un touchdown su ricezione da 80 yard, accorcia, ma non è abbastanza. Al termine, nonostante un Ryan Fitzpatrick ancora deludente (25/37 per 268 yard con 1 TD pass e 2 INT), i Texans (3-1) vincono 23-17 sui Bills (2-2). Manuel, la prossima settimana, farà da back-up al nuovo quarterback titolare degli ospiti, Kyle Orton.

Sarebbe probabilmente da ripensare anche la posizione di Geno Smith. Il quarterback dei Jets continua a non convincere affatto (17/33 per 209 yard con 1 TD pass e 1 INT) e New York perde la sua terza partita consecutiva, questa volta contro i Lions. Nonostante un Calvin Johnson ai minimi stagionali (2 ricezioni per 12 yard), Matthew Stafford (24/34 per 293 yard e 2 TD pass) torna a convincere e trova in Golden Tate (8 ricezioni per 116 yard) e nei touchdown di Jeremy Ross ed Eric Ebron, alla prima gioia in NFL, gli strumenti giusti per guidare l’attacco alla vittoria. All’intervallo Detroit sembra nel pieno controllo della partita, avanti 17-3, ma Eric Decker accorcia nel terzo quarto con un touchdown su ricezione da 11 yard. Stafford entra con maestria in end zone, palla alla mano, all’inizio degli ultimi 15 minuti, ma Chris Johnson accorcia nuovamente con una segnatura da 35 yard su corsa. Se i Jets, però, non trovano le giuste offensive con cui pareggiare il punteggio, dopo molte ottime azioni difensive, è, soprattutto, per colpa di Smith. I cori lanciati dai suoi tifosi, inneggianti a Michael Vick, dovrebbero suggerire un’inversione di rotta, ancora non annunciata da Rex Ryan. Detroit (3-1) sconfigge, quindi, New York (1-3) per 24-17.

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Nel big match della NFC North, soprannominato no punt game, i Packers danno un saggio delle loro qualità ai Bears. In attacco basta, e non potrebbe essere altrimenti, uno straordinario Aaron Rodgers (22/28 per 302 yard e 4 TD pass), che anima i suoi receiver preferiti, Randall Cobb (7 ricezioni per 113 yard e 2 TD) e Jordy Nelson (10 ricezioni per 108 yard e 2 TD), di nuova linfa vitale ad ogni lancio. In difesa Morgan Burnett e A.J. Hawk siglano 13 tackle a testa, il rookie Haha Clinton-Dix continua a sorprendere per talento e decisione, mentre dall’altra parte Jay Cutler, con una prestazione di nuovo deludente (22/34 per 256 yard con 2 TD pass e 2 INT), aiuta il lavoro della retroguardia avversaria. Il migliore dell’attacco di Chicago è Michael Bennett (9 ricezioni per 134 yard), insieme a Matt Forte, che abbina 122 yard su corsa a 49 su ricezione, mentre tanto Alshon Jeffery quanto Brandon Marshall terminano sotto le 50 yard di guadagno. All’intervallo i Packers (2-2) sono avanti 21-17 e nella ripresa mettono il turbo siglando 17 punti, mentre i Bears (2-2) non segnano più alcun punto, perdendo nettamente la sfida.

eli manning redskinsChe partita s’inventa Eli Manning! Accompagnato da un Larry Donnell d’annata, alla sua miglior prestazione in carriera (7 ricezioni per 54 yard e 3 TD), il quarterback dei Giants (28/39 per 300 yard con 4 TD pass e 1 INT) guida la sua squadra ad una vittoria schiacciante contro i Redskins, malamente finiti nelle mani di Kirk Cousins (19/33 per 257 yard con 1 TD pass e 4 INT). Donnell e un ritrovato Victor Cruz aiutano Manning, che si regala anche un viaggio in end zone palla alla mano, a guidare splendidamente un attacco che, al termine, segnerà ben sei touchdown. Dall’altra parte l’unico a lottare davvero è Alfred Morris (12 portate per 63 yard e 1 TD), ma la partita, una volta trovato il suo padrone, è davvero a senso unico. I Redskins (1-3) chiudono con sei palle perse e soli 14 punti a tabellone, mentre i Giants (2-2) ne segnano 24 solo dopo la prima mezz’ora di gioco e ben 45 al termine. New York sembra definitivamente rilanciata, Washington sta cadendo sempre più in basso.

Altre due grandi sfide vedono di fronte le restanti compagini della NFC East, con alterne fortune. I Cowboys vincono e convincono contro i Saints, sempre più delusione di questo inizio di stagione. Fino all’intervallo, c’è una sola squadra in campo. I due touchdown di Terrance Williams, su passaggio di un ottimo Tony Romo (22/29 per 262 yard e 3 TD pass), la segnatura su corsa del runningback più in forma della Lega al momento, DeMarco Murray (24 portate per 149 yard e 2 TD), e un field goal di Dan Bailey siglano il 24-0 con cui si va alla pausa lunga. Shayne Graham sblocca le marcature di New Orleans con un field goal da 30 yard, ma Murray ne sa una più del diavolo ed entra nuovamente in end zone con una corsa da 28 yard. Josh Hill e Jimmy Graham provano a rendere la sconfitta meno amara con due touchdown su lancio di Drew Brees (32/44 per 340 yard con 2 TD pass e 1 INT), ma Dez Bryant mette a tabellone gli ultimi 7 punti del match, quelli del definitivo 38-17 con cui i Cowboys (3-1) schiacciano i Saints (1-3), ad oggi sul fondo della NFC South.

Partono forte gli Eagles al Levi’s Stadium grazie a Brian Smith, che si getta sul pallone dopo un che la difesa ha bloccato il punt di Andy Lee in end zone e sigla il 7-0 iniziale per gli ospiti. Un discontinuo Colin Kaepernick (17/30 per 218 yard con 2 TD pass e 1 INT) risponde da campione, con un lancio, in equilibrio precario, da giocatore di baseball a servire Frank Gore, che correva dall’altra parte del campo. Gore, che abbina 119 yard in 24 portate e 55 su questa ricezione, porta il pallone sino alla end zone e i Niners sono avanti 10-7. Kaep, però, nel drive seguente lancia un intercetto assolutamente evitabile, ricevuto da Malcom Jenkins e riportato in end zone per 53 yard. Ci pensa, poi, Darren Sproles a correre per 82 yard su un punt return per altri 7 punti. Il field goal di Phil Dawson fissa il 21-13 per Philadelphia con cui si va all’intervallo. Gli Eagles, che hanno rimontato e vinto in tutte e tre le prime partite di regular season da almeno 10 punti di svantaggio, si trovano all’esatto opposto dei Niners, che invece non hanno ancora segnato un solo punto nel quarto periodo e proprio nella ripresa hanno costruito le loro due sconfitte consecutive contro Bears e Cardinals. Al Levi’s Stadium, questa volta, accade l’opposto e la splendida ricezione di Steve Johnson in end zone, oltre ad altri due field goal di Dawson permettono a San Francisco (2-2) di ribaltare il risultato e vincere 26-21 contro Philadelphia (3-1). Malissimo, tra gli ospiti, Nick Foles (21/43 per 195 yard e 2 INT) e, ancora una volta, LeSean McCoy (10 portate per 17 yard), incapaci di guidare l’attacco ad alcuna segnatura.

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La vendetta è un piatto che va servito freddo, per informazioni chiedere a Steve Smith. Nella fenomenale vittoria dei Ravens sui Panthers, il receiver dei padroni di casa dimostra alla sua ex squadra che non è, assolutamente un giocatore finito (7 ricezioni per 139 yard e 2 TD). È proprio Smith ad aprire le marcature con un touchdown da 61 yard su passaggio di un fantastico Joe Flacco (22/31 per 327 yard e 3 TD pass), ma un ottimo Kelvin Benjamin risponde a dovere con una pregevole segnatura. Prima dell’intervallo, però, c’è tempo per la corsa da 11 yard fino alla end zone avversaria di Justin Forsett e per il secondo touchdown di giornata di un epico Smith, che riceve nonostante la pass interferience del difensore avversario. Dopo la pausa, la musica non cambia e i touchdown di Torrey Smith e Lorenzo Taliaferro non fanno altro che fissare il punteggio sul definitivo 38-10 con cui Baltimore (3-1) sconfigge Carolina (2-2), alle prese con evidenti problemi difensivi ancora irrisolti, oltre che con un Cam Newton ancora a mezzo servizio.

La Week 4 sigla l’esordio da starter dei due quarterback più interessanti usciti dal lotto dello scorso Draft, Blake Bortles e Teddy Bridgewater. Bortles (29/37 per 254 yard con 1 TD e 2 INT) se la deve vedere con una delle squadre più solide e intriganti della Lega, i Chargers, e, dopo il field goal iniziale di Nick Novak, dapprima guida il drive che porta al touchdown di Toby Gerhart, prima segnatura su corsa dei Jaguars dal 24 novembre dello scorso anno, e poi serve Nic Jacobs in end zone regalandosi il suo terzo TD pass stagionale. All’intervallo San Diego deve ringraziare la premiata ditta Philip Rivers (29/39 per 377 yard e 3 TD pass) – Eddie Royal (5 ricezioni per 105 yard e 2 TD), coadiuvata dal sempre ottimo Keenan Allen (10 ricezioni per 135 yard), che permette ai padroni di casa di essere avanti 17-14. Nella seconda metà di partita, però, Bortles smette di lanciare a dovere, si fa intercettare due volte e Jacksonville non segna più alcun punto a tabellone, mentre i Chargers trovano il touchdown di Malcom Floyd e altri tre field goal di Novak. Finisce dunque 33-14 per San Diego (3-1) sui Jaguars (0-4).

matt asiataMolto meglio si comporta Bridgewater (19/30 per 317 yard), che guida l’attacco dei Vikings ad una prestazione fantastica, supportato da un Matt Asiata travestito da Adrian Peterson (20 portate per 78 yard e 3 TD) e da un funambolico rookie, Jerick McKinnon (18 portate per 135 yard), che semina yard grazie a corse esplosive. Atlanta risponde colpo su colpo ai touchdown di Asiata con Roddie White e Patrick DiMarco, ma Matt Ryan (25/41 per 298 yard con 2 TD pass e 1 INT), alla distanza, si spegne. Bridgewater si regala una segnatura palla alla mano, ma gli risponde Devin Hester con una giocata delle sue. Antone Smith corre per 48 yard sino alla end zone di Minnesota, regalando il vantaggio agli ospiti, ma il quarto periodo è tutto per i beniamini del TCF Bank Stadium. Asiata sigla il suo terzo touchdown di giornata e Blair Walsh chiude la contesa con due field goal, che valgono il definitivo 41-28 con cui i Vikings (2-2) sconfiggono i Falcons (2-2).

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Che succede ai Patriots? Che succede a Tom Brady? Il quarterback più forte dell’ultimo decennio mostra i primi segnali della sua decadenza (14/23 per 159 yard con 1 TD pass, 2 INT e un fumble) e gli ospiti vengono letteralmente demoliti dai Chiefs. Kansas City, grazie ad un Jamaal Charles, che abbina 92 yard su corsa e un touchdown palla alla mano ad altre due segnature su ricezione, tornato finalmente in auge, e ad un precisissimo Alex Smith (20/26 per 248 yard e 3 TD pass). Al resto ci pensa il nuovo idolo di casa Chiefs, il sorprendente e straripante tight-end Travis Kelce (8 ricezioni per 93 yard e 1 TD). Brady, sul suo secondo intercetto, lancia Husain Abdullah per 39 yard fino alla end zone dei Pats. Quando entra in campo Jimmy Garoppolo (6/7 per 70 yard e 1 TD pass), i padroni di casa sono avanti 41-7, punteggio difficilmente visto a sfavore di New England negli ultimi anni. Fortuna che almeno Robert Gronkowski si regala un touchdown di assoluta prepotenza e rende il passivo leggermente meno amaro. Vincono i Chiefs (2-2) 41-14 sui Patriots (2-2). L’Arrowhead Stadium non può che apprezzare e sigla anche il nuovo Guinness World Record come loudest stadium, fissando la soglia dei decibel a 142,2.

La passerella d’onore di questa Week 4 non poteva che essere per la prima partita giocata in Europa quest’anno, nella ormai classica cornice londinese. Non una grandissima partita quella tra Dolphins e Raiders, ma la cornice di pubblico ed il modo in cui la città ha reagito, splendidamente, all’arrivo della NFL valgono il prezzo del biglietto. Miami si regala tre quarti da sogno, grazie a un migliorato Ryan Tannehill (23/31 per 278 yard con 2 TD pass e 1 INT) e ad un indiavolato Lamar Miller (12 portate per 64 yard e 2 TD). Al resto pensa la disastrata Oakland, che non trova un aiuto sufficiente né da Derek Carr (16/25 per 146 yard con 1 TD e 1 INT), che almeno lancia Brian Leonhardt in end zone per il 7-0 iniziale per i suoi, né tanto meno da Matt McGloin (12/19 per 129 yard con 1 TD pass e 2 INT). Al termine i Dolphins (2-2) vincono 38-14 sui Raiders (0-4), in una Londra comunque entusiasta.

Nessuna squadra di quelle in campo questa settimana, dunque, si può definire ancora imbattuta, aspettando il ritorno on the field di Bengals e Cardinals nella prossima Week 5, che comincia già nella notte con i Packers che ospitano i Vikings.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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