[NFL] Week 2: Chicago si piega ma non si spezza, 49ers ko (Chicago Bears vs San Francisco 49ers 28-20)

Decisamente non c’è feeling fra i San Francisco 49ers ed il loro nuovo stadio. In preseason, nella gara inaugurale del bellissimo Levi’s Stadium, i californiani persero nettamente contro i Denver Broncos. Domenica, nella prima partita di regular season NFL giocata nella nuova “casa”, gli uomini di Jim Harbaugh si sono ripetuti andando k.o. contro quegli Chicago Bears che in settimana erano stati pesantemente criticati per la loro sconfitta casalinga con i Buffalo Bills.
In pratica tutto quello che i 49ers avevano fatto vedere di buono all’esordio sul terreno dei Dallas Cowboys, è stato vanificato da una prestazione tutto sommato buona nel primo tempo e pessima nel secondo. Il dato che fotografa in modo evidente la differenza di andamento fra le due gare è questo: nella gara con i Cowboys il saldo fra palle recuperate e palle perse era stato di +4, stavolta di -4, con un Kaepernick che si è prodotto in una delle peggiori gare della sua carriera NFL, dato che il poker di giveaway è praticamente tutto sulle sue spalle.

Sarebbe sbagliato dare la colpa al solo regista: dopo un primo tempo praticamente dominato, tutto il team di Jim Harbaugh si è sciolto, con una difesa che improvvisamente non è più riuscita ad arginare un attacco ospite che nei primi ventotto minuti di football aveva ammassato 33 yards in venticinque giochi. L’assenza del forte pass rusher Aldon Smith si è fatta sentire in maniera pesante per una squadra in cui solo il formidabile Justin Smith è riuscito a mettere sotto pressione Cutler. Non per nulla il veteranissimo da Missouri ha messo a segno tre dei quattro sack e otto delle venti “pressure” sui quarterback avversari fatti registrare finora dai Niners. Né è servito alla causa il tentativo di far blizzare i due outside linebacker, Brooks e Lemonier, praticamente  inefficaci in questo fondamentale. E sì che a Chicago mancavano ben due titolari in linea di attacco.
Quella delle pessime condizioni fisiche degli ospiti è però naturalmente un’aggravante per gli uomini in red and gold: la temibilissima coppia di ricevitori Jeffery e Marshall era chiaramente in difficoltà per vari acciacchi, ma nonostante questo Cutler è riuscito a portare a casa 176 yards e quattro mete, tre delle quali messe a segno da Marshall.

Frank Gore 49ersA onor del vero però l’analisi della prestazione di Kaepernick andrebbe divisa in due parti ben distinte: il quarterback da Nevada è stato infatti fondamentale nel portare i suoi sul 17-0 grazie ad alcune ottime giocate sia di corsa che di passaggio, ma in contemporanea sono arrivate quattro palle perse, un fumble e tre intercetti, su cui l’ex Wolfpack ha avuto una pesante responsabilità e che, soprattutto nel secondo tempo, hanno affossato i padroni di casa. Il veterano Frank Gore ha vissuto tutto sommato un’altra buona giornata (13 corse per 66 yards e una meta) nonostante la prestazione sotto tono della parte destra della linea offensiva composta da Martin e Boone. I 49ers sono invece andati decisamente meglio a sinistra, dove la coppia Iupati e Staley ha spesso vinto la battaglia contro i dirimpettai in maglia bianca.
Fra i ricevitori, giornata decisamente incolore per Boldin, con due sole palle catturate su sei lanciate nella sua direzione, per 34 yards. Il migliore fra i terminali di Kaepernick è stato così Crabtree che ha chiuso con 7 ricezioni per 82 yards ed un touchdown. Dopo di lui la sorpresa Carrier, tight end al secondo anno, che ha fatto persino meglio del celebratissimo Vernon Davis, con tre ricezioni per 41 yards.

Pubblicità

La difesa, come detto, non è stata capace di generare pressione con costanza su Cutler e quando i Bears hanno smesso di lanciare lungo iniziando a sfruttare la fisicità di Jeffery e Marshall, anche il secondario è andato in sofferenza. L’ottima safety Bethea ha cercato di tenere in piedi la baracca, ma il coaching staff ospite ha individuato nello slot cornerback Ward il punto debole della difesa di casa e, soprattutto in red zone, quest’ultimo è stato “vittimizzato” più volte con effetti letali per i Niners. Discorso diverso, e molto più positivo, per la difesa nel running game: guidati dalla coppia McDonald e Ian Williams, i 49ers hanno letteralmente annullato il gioco sulla terra degli Orsi ed un atleta di grande valore come il runner Forte è stato limitato a 21 yards in dodici portate, alla ridicola media di 1,8 yards per corsa.

Chicago ha invece giocato una gara di grande sostanza, tirandosi fuori da una fossa da cui uscire era veramente difficile: sotto 0-17 in casa di una delle favorite al titolo, dopo una prestazione opaca come quella dell’esordio, con molti atleti assenti o a mezzo servizio, era una situazione che avrebbe mandato al tappeto molti team. I Bears invece hanno creduto in una difesa che dopo le critiche dell’esordio è venuta fuori alla grande nel secondo tempo, mentre l’attacco, nel momento in cui ha smesso di lanciare lungo a receiver non al 100% e ne ha sfruttato la mostruosa fisicità, è diventato quasi inarrestabile, nonostante il rushing game abbia fatto registrare un non pervenuto. Poi i grandi campioni ci hanno messo del loro: la ricezione di Marshall ad una mano sul finire del primo tempo che ha dato la prima meta ai Bears, è da cineteca, mentre lo stesso Cutler ha subito un solo sack, ha assorbito da vero duro un pesantissimo colpo ricevuto da Dial nello sterno e non ha commesso errori, trascinando Chicago ad un clamoroso successo.
Da encomio, oltre naturalmente a Marshall (5 ricezioni, 43 yards, ma soprattutto 3 mete) e a Jeffery che hanno stretto i denti nonostante i problemi fisici, anche un Martellus Bennett che ha retto quasi da solo il peso del passing game degli Orsi nel primo tempo e non ha fatto mancare il suo apporto anche nel secondo, chiudendo con sette ricezioni per 37 yards e la meta del sorpasso.

Chris Conte BearsLa difesa dei Bears va invece elogiata in blocco, a partire dal linebacker Briggs, uno dei leader del reparto, che invece era stato inguardabile nella sfida di sette giorni prima. Briggs, un rinato Ratliff e l’end Willie Young sono stati validissimi contro la corsa, con quest’ultimo che ha anche messo a segno due sack. Sul passaggio invece ancora Young, Paea e Jared Allen riuscivano a tenere sotto pressione Kaepernick, mentre in copertura in avvio di partita era la coppia Chris Conte e Charles Tillman a dettare legge.  Il primo era però costretto ad uscire nel primo tempo per un problema alla spalla, ma il destino era ancora più crudele con Tillman che in una normalissima azione di gioco si rompeva nuovamente il tricipite già k.o. lo scorso anno, infortunio che ne sanciva la fine della stagione e forse della carriera (a 33 anni con due stagioni quasi completamente perse, sarà durissima rientrare e a questo proposito erano commoventi le lacrime sulla sideline di uno dei più temuti cornerback del campionato che aveva già capito la gravità dell’infortunio). Come in un immaginario “passaggio della torcia” però il rookie prima scelta Fuller entrava al posto di Tillman e disputava una grande gara con un paio di ottimi interventi in copertura e soprattutto ben due intercetti (uno dei quali tra l’altro su un uomo che non era nemmeno suo).

Come detto la gara sembrava essere, in avvio,  il naturale proseguimento della cavalcata trionfale dei Niners contro Dallas: Chicago non solo non chiudeva il primo down sul drive inaugurale ma si faceva bloccare il punt e Kaepernick non si faceva pregare e trovava Crabtree per un td pass da 3 yards. Poi altro drive inconcludente di Chicago ed altri punti per San Francisco, grazie al field goal da 27 yards di Dawson. In avvio di secondo quarto i Bears riuscivano ad entrare nel territorio dei 49ers ma si fermavano subito dopo la metà campo. Quindi dopo due punt, arrivava il primo errore di Kaepernick che veniva intercettato con un gran tuffo da Conte che anticipava Boldin. L’attacco dei Bears era però da festival degli orrori: in tre giochi guadagnava appena una yarda ma soprattutto sul punt seguente gli Orsi riuscivano a commettere tre falli in un’unica azione… un record. Sul drive successivo una favolosa galoppata in meta di Gore da 54 yards veniva vanificata da una penalità di holding di Boldin e la stessa serie si chiudeva alla fine in modo assolutamente negativo per San Francisco, con Kaepernick che perdeva un fumble sul placcaggio di Jared Allen.
Lo stesso Gore di rifaceva poco dopo segnando la meta del 17-0 e per Chicago sembrava notte fonda, anche perché per arginare l’ottimo rushing game dei 49ers, gli ospiti erano costretti a mettere molti uomini “nel box”, lasciando scoperto il secondario (giova ricordare che lo scorso anno per la prima volta nella sua storia, la difesa dei Bears era stata la peggiore sulla corsa dell’intero torneo e nelle ultime dieci gare aveva concesso una media a portata di oltre 6 yard). A questo punto molti avranno pensato che la sfida fosse già chiusa e invece, incredibilmente, i Bears iniziavano a far girare il match: Cutler orchestrava un drive che copriva 80 yards, assorbiva un colpo assassino di Dial, e a diciotto secondi dalla fine del primo tempo, lanciava una palla verso Marshall che si arrampicava in cielo e con una mano catturava l’ovale.

[jwplayer mediaid=”15799″]

In avvio di secondo tempo arrivava la risposta di San Francisco, che infilava un drive di nove minuti al termine del quale Dawson metteva fra i pali la palla del 20-7. Chicago però aveva trovato la chiave in attacco e con una serie di passaggi corti metteva in crisi la difesa dei 49ers, i quali ci mettevano del loro con una miriade di penalità (alla fine saranno 16 quelle chiamate agli uomini di Harbaugh per 118 yards). Quando in avvio di ultimo quarto, Cutler trovava in meta nuovamente Marshall, era chiaro che i 49ers stavano perdendo l’inerzia del match. L’impressione diventava certezza pochi secondi dopo: Kaepernick si faceva intercettare dal rookie Fuller, veniva penalizzato per condotta antisportiva e Chicago era first and goal sulle 3. Da qui a Cutler era sufficiente un passaggino a Bennett per il sorpasso. Ancora Fuller dava poi un’altra mazzata ai californiani, col secondo intercetto, mentre la premiata ditta Cutler-Marshall confezionava il quarto TD della giornata per gli ospiti.

Sulla carta c’era tutto il tempo (7 minuti) per cercare quel touchdown che, se trasformato da due, avrebbe dato il pareggio ai padroni di casa e all’interno del two minutes warning, i Niners entravano anche nella red zona avversaria. Ma a questo punto, una corsa con yardaggio negativo, un passaggio incompleto ed una penalità di delay of game, tutte sulle spalle di Kaepernick, costringevano San Francisco a giocarsi prima un terzo e diciassette poi, dopo il completo a Boldin per 8 yards, un quarto e nove, e qui il lancio direttamente in touchdown a Crabtree cadeva incompleto sancendo una dolorosa quanto meritata sconfitta per gli uomini di Harbaugh.

[jwplayer mediaid=”15801″]
Merchandising Merchandising

Articoli collegati

4 Commenti

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.