[NFL] Pierre Desir, da Haiti alla NFL

La storia di Pierre Desir è di quelle che meritano di essere raccontate. Una storia che intreccia sport e vita privata, successi e sacrifici.

Nato nel settembre del 1990 a Port-au-Prince, capitale di Haiti, Desir è presto emigrato negli Stati Uniti con la sua famiglia. In fretta, perchè il colpo di Stato del generale Raoul Cedras stava seminando il panico e mietendo vittime innocenti nel suo Paese natale. In fretta, perchè il ragazzo cresce con un fisico da fare invidia, che lo rende pronto ad affrontare qualsiasi sport con successo, già dall’infanzia.
Pierre DesirIl padre è stato un modesto giocatore di soccer, quindi in famiglia il football è una seconda scelta, anzi, a dirla tutta, i Desir a mala pena conoscono il football. E’ una coppia di amici a suggerire di spedire Pierre nel freshman team della Francis Howell Central High School. A giocare a football, usando le mani. Nonostante il fisico gracile e fin troppo magro, Desir al suo primo anno, in otto partite divise tra il ruolo di wide receiver e quello di free safety, raccoglie ben dieci passaggi da touchdown. Elevazione e velocità sono spaventose. Sta diventando un vero e proprio prodigio e si guadagna un posto da titolare in squadra. Il futuro promette faville.

Chi cambierà per sempre la vita di Desir? Il football, per ora, non c’entra più. Morgan Julian è una ballerina dall’eccezionale talento. Tra lei e Pierre nasce qualcosa, anche più di ciò che loro stessi si aspettano. La ragazza rimane incinta e la sua carriera, tanto quanto quella del giovane atleta, sembrano in pericolo. Tutto viene messo da parte, però, dal 22 febbraio del 2007, giorno in cui il 16enne Desir e la sua compagna diventano una famiglia con la piccola Keeli. La prima, grande squadra che il ragazzo trova accanto a sè è composta dai suoi genitori, che fanno di tutto per lasciarlo libero di continuare la sua carriera.

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La sfortuna si accanisce, però, su Desir e gli chiude le porte di tutte le maggiori scuole d’America, a causa del mancato ottenimento del punteggio minimo all’American College Testing. L’unica chance rimasta è quella di trasferirsi alla Washburn University di Topeka, 290 miglia lontano da St.Charles, dove vive la neonata famiglia Desir. E’ un’occasione che Pierre non può lasciarsi scappare, lo deve prima di tutto ai suoi genitori. Inizia così un tour estenuante che lo porta, ogni sabato, appena dopo il fischio finale della partita della sua squadra, a farsi quattro ore e mezza di macchina per raggiungere Morgan e la loro bambina, salvo poi ritornare al campus la notte successiva.
Se il primo anno è di apprendistato e duro allenamento, il secondo è a dir poco straordinario: Desir viene scelto nel secondo All-American team grazie ai suoi 7 intercetti e 13 pass deflected. Dentro sè, però, Pierre si sente a pezzi. La sua famiglia non è lì con lui e il giovane non trova nulla per cui festeggiare davvero, non potendo condividere i suoi risultati con loro. La sua carriera, almeno dal punto di vista della tenuta psicologica, è a rischio.

Pierre DesirFinalmente, però, Morgan e la piccola Keeli si trasferiscono vicino a Washburn e il ragazzo continua a dare il meglio di sè. Nel 2010 chiude la stagione con 46 tackles, 2 sack e 5 intercetti. E’ nato un campione. Nel frattempo, però, è nata la sua seconda bambina, Kamryn, e tutto si complica nuovamente. Pierre decide di prendersi cura della bambina, per sdebitarsi nei confronti della fidanzata di quanto non aveva fatto con la loro primogenita. Tra allenamenti, studio e occupazioni famigliari non dorme più di tre ore per notte e, a lungo andare, non riesce ad essere mai sereno. E’ questo il momento in cui Desir prende due decisioni fondamentali per la sua vita: sposare Morgan e trasferirsi nella semi-sconosciuta Lindenwood University a St. Charles, in modo da farsi aiutare dai genitori nella cura delle figlie.

C’è però chi non vuole lasciarlo andare via, chi non ha intenzione di perdere il suo talento sconfinato: il coach a Washburn, Craig Schurig. Il rapporto tra i due è idilliaco, l’allenatore sta dando tanto a Desir e lui lo sta ripagando in maniera straordinaria. Al momento della richiesta di trasferimento, Schurig, dice no e Pierre si sente tradito. Per un anno frequenterà Lindenwood senza borse di studio. Si mette a fare le pulizie nelle decadute scuole di St.Louis, tra feccia e miseria, per 40 dollari al giorno e garantire un futuro alla sua famiglia. La fortuna, però è dietro l’angolo. Il 10 dicembre 2011 sposa Morgan e finalmente arriva il 2012, anno in cui Pierre Desir entra a far parte della Lindenwood University ufficialmente, tra le fila dei Lions. Il cornerback è pronto a cominciare la sua avventura.

Desir ha molto da dimostrare e non tradisce le attese. Chiude la sua prima stagione da miglior defensive back della Division II. Tra tutti i giocatori NCAA chiude al secondo posto per intercetti (9), mentre è primo a pari merito per pass defended in tutta la NCAA Division II (18). Finisce agilmente nelle selezioni All-American e la stagione successiva si dà ancor più da fare per mantenere gli ottimi risultati. Al termine dell’annata venne insignito del Cliff Harris Award per il miglior giocatore difensivo in NCAA Division II, Division III e NAIA Levels.

Pierre DesirLe squadre NFL, ovviamente, non hanno atteso oltre per dare un’occhiata al suo talento. Desir ha preso parte all’East-West Shrine Game e al Senior Ball, giocando splendidamente, ed è dato per una scelta tra il secondo e il sesto round al ricchissimo Draft 2014. Tra le scuole minori, è certamente il miglior prospetto in fase difensiva. Al quarto round, con la chiamata numero 127, i Browns scelgono un cornerback, Pierre Desir, da Lindenwood. La Lega spalanca le porte all’haitiano. Non è che l’inizio della sua carriera, ma nella vita Desir ne ha già viste abbastanza per poter dire di non essere un giovane qualunque.

Fisicamente e atleticamente sembra già NFL ready, ha piedi veloci e un perfetto controllo del corpo, di notevole agilità. Ha corso in 4.52 le 40 yard al Combine, non un tempo straordinario, ma che ha impressionato non poco gli scout NFL. C’è che dice che potrà addirittura partire titolare a Cleveland, qualcuno lo ha paragonato a Rodgers-Cromartie per la stazza, l’atletismo e le capacità di leggere le giocate per prendere possesso del pallone.
Ciò che è certo, è che Pierre Desir si è guadagnato un posto nei Browns, il palcoscenico NFL e un’ottima dose di fortuna, tanto economica, per dare finalmente una vita migliore alla sua famiglia, quanto personale, considerati i sacrifici e la dedizione che ha sempre dimostrato. Desir è un professionista e sarà un professionista, straordinario sul campo, encomiabile nella vita.

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Alessio Salerio

Scopre il football nella notte dell'upset di Phoenix del 2008, se ne innamora quattro anni dopo grazie ai medesimi protagonisti. Ideatore della rubrica "Colori, episodi, emozioni", negli anni cambiata di nome, non nella sostanza.

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