[NFL] Free Agency: i voti – ultima parte

Concludiamo la rassegna di voti sulla free agency delle squadre NFL con le ultime franchigie rimaste. Molte di queste sono state passive, o hanno combinato qualche danno di troppo. I motivi possono essere molteplici, ma il voto è dato limitatamente al loro operato in questa fase, considerando solo marginalmente altri fattori quali il mercato o lo spazio salariale.

Minnesota Vikings – 7,5/10

Linval JosephNon sappiamo bene come, ma Minnesota è riuscita a “vendersi” come meglio non poteva fare. Non ha un QB affidabile, non ha ottenuto troppe vittorie aliene alle performance della sua stella me non si sa come mai alcuni free agent di altissimo livello hanno accettato contratti modesti pur di giocare per i Vikings. È principalmente il caso di Linval Joseph e di Captain Munnerlyn, scappati da New York e Carolina per raggiungere Saint Paul.
Il secondo risponde a un bisogno, quello di cornerback, mentre il primo ancorerà la linea difensiva. Sempre nello stesso reparto segnaliamo nei “pro” l’arrivo di Corey Wootton da Chicago.
Quindi buonissimi affare per i viola-oro. Un “contro”, perlomeno nell’opinione dei maggiori addetti ai lavori, è la conferma di Everson Griffen a cifre folli. Il ragazzo ha giocato molto raramente e prenderà più soldi di Jared Allen (emigrato) o, per fare un esempio eclatante, DeMarcus Ware. Le critiche sono esatte, ma c’è un grosso “però”: Griffen è stato draftato per essere il sostituto futuro proprio di Allen e dopo anni di allenamenti evidentemente lo staff ritiene che sia meritevole di un contratto per molti sproporzionato. Per questo motivo non abbassiamo troppo la valutazione sui vichinghi.
Gli ultimi arrivi (in ordine di merito) sono Lestar Jean, WR da Houston, Jasper Brinkley, LB da Arizona, e Kurt Coleman, safety da Philadelphia. Si tratta di giocatori di dubbio valore, ma che vanno ad aggiungere profondità in reparti un po’ sottili. Tre scommesse per tre giocatori che in carriera hanno mostrato a tratti molto talento ma che (soprattutto Coleman e Jean) non hanno avuto l’occasione di svilupparlo.
La falla quarterback verrà tappata in sede di draft, ma nel resto del campo lo sviluppo dei Vikings sarà da monitorare. Ulteriormente svecchaiti da una buona free agency, romperanno qualche uova nel paniere della NFC North.

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Cincinnati Bengals – 4,5/10

Danieal ManningE’ naturale che una squadra con molte ottime offseason alle spalle si ritrovi appagata. Cincinnati ha però snobbato in modo eccessivo questa primavera, perdendo Anthony Collins, tackle offensivo, e Andrew Hawkins, finito ai Browns dopo un tira e molla estenuante che ha coinvolto il tag affibiatogli. Due perdite gravi, che irrimediabilmente ridimensionano i ranghi in Ohio. La terza mancanza sarà quella di Michael Johnson, andato a prendere troppi soldi in Florida sponda Buccaneers.
Gli arrivi sono di second’ordine. Marshall Newhouse in linea offensiva, Jason Campbell come backup di Andy Dalton, il declinante a dir poco Danieal Manning come safety.
Indeboliti, i Bengals avranno un draft molto più agitato che altre franchigie, ma hanno tutti i mezzi per rimpolpare le loro fila in modo soddisfacente.

San Diego Chargers – 6,5/10

Donald-BrownAnche i Chargers sono stati poco attivi sul mercato. Il grosso del lavoro è stato usato per rifirmare un ottimo linebacker come Donald Butler, anche se a una cifra un po’ alta. Grossa parte della linea offensiva è stata confermata (Chad Rinehart e Rich Ohrnberger) e, oltre a Butler, una folta schiera di linebacker centrali (Reggie Walker e l’ex-Colts Kavell Conner).
Sempre da Indianapolis è arrivato il runningback Donald Brown, costoso ma che con il finalmente produttivo Ryan Matthews rappresenterà un backfield senza eguali in AFC West.
Senza dimenticare che San Diego ha raggiunto i playoff e ha vinto il primo turno, riteniamo che le poche mosse siano state azzeccate. I Chargers non hanno perso nessuno e hanno confermato il gruppo che così bene ha fatto nel 2013. Si poteva spendere di meno ma tecnicamente il lavoro fatto è encomiabile.

Houston Texans – 6/10

Ryan Fitzpatrick Non capita molto spesso che una squadra con la prima scelta assoluta abbia la libertà di muoversi in relazione alla scelta stessa. Spesso il team in ballo finisce per sprecare la scelta, rattoppando in free agency aree del campo in cui non c’è sufficiente talento con giocatori dal nome altisonante. Non è il caso dei Texans, che con poco spazio per muoversi hanno perso Ben Tate e Antonio Smith, ma che hanno firmato Ryan Fitzpatrick per tamponare la falla nel ruolo di quarterback senza affidarsi, come avrebbero fatto tutti, al draft.
Inoltre firmando Chris Clemons e Kendrick Lewis, due delle migliori safety disponibili, hanno ridotto le necessità pressanti al lumicino. Altra ottima mossa la firma di Andre Brown: contratto annuale per un runningback in cerca dell’esplosione definitiva.
Il terreno sembra quindi preparato, grazie a una free agency oculata, per l’arrivo di Jadeveon Clowney. Visto che ora la fiducia nei vari QB disponibili al draft sta scemando, non possiamo che catalogare come ampiamente sufficienti le mosse dei texani in questa primavera, perchè pensate in relazione al futuro della franchigia.

Tennessee Titans – 4/10

Michael OherNulla da dire su Dexter McCluster, il giocatore ex-Chiefs è un fenomeno sui ritorni e soli 4 milioni garantiti sembrano una cifra adatta. Lo staff ha già dichiarato che avrà responsabile anche offensive come complemento a Shonn Greene, ed è logicamente ciò che accadrà.
Il resto delle firme incuriosisce e non poco: Michael Oher, tackle di destra sul fondo delle classifiche del ruolo, è approdato in Tennesse e 20 milioni per 4 anni ci sembrano una cifra molto alta per uno come lui, nonostante metta una pezza al reparto.
Wesley Woodyard e Shaun Phillips rappresentano un’altra istanza di scelta tattica discutibile: nessuno dei due ha brillato nella 3-4 in passato  a Denver, e non garantiscono di farlo nemmeno per i titani. Perlomeno il contratto di Phillips (6 milioni, 2 anni) è affrontabile.
Una squadra che rilascia un kicker affidabile come Rob Bironas dimostra che in quanto a gestione tecnica non è messa benissimo, come suggerisce la firma di Charlie Whitehurst, forse uno dei QB più deludenti degli ultimi anni, a cifre alquanto elevate per un mediocre backup quando bastava rispettare il contratto con Fitzpatrick.
I tifosi biancoazzurri sono costretti ad aspettarsi un draft di qualità, soprattutto dopo aver perso anche Alterraun Verner. Justin Gilbert, prodigio da Oklahoma State, potrebbe però non bastare per risolvere tutti i problemi, soprattutto difensivi, di Tennesse.
In definitiva, in questa offseason i Titans hanno speso troppo per giocatori di livello medio, lasciando scappare una stella e un ottimo rincalzo. Non proprio delle belle mosse…

Buffalo Bills – 5/10

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Brandon SpikesNon si può pretendere che i Bills facessero carte false per trattenere Jairus Byrd. Non è infatti successo, come era prevedibile visto che negli anni a venire il suo contratto avrebbe ucciso qualsiasi sviluppo della franchigia.
Diverso il discorso per Aaron Williams, l’altra safety, riconfermata. Non ha il peso salariale di Byrd, quindi la scelta di firmare il 23enne non può essere considerata un disastro.
La transazione più interessante è stata l’acquisizione di Mike Williams in cambio di una sesta scelta. In questo modo la dirigenza si mette al riparo dalla difficoltà che potrebbe avere nel scegliere uno dei buoni WR che escono dal draft, per un prezzo basso.
Sul lato free agency, ottimo il contratto annuale rifilato a Brandon Spikes, che conosce bene la division e riuscirà, quantomeno contro le corse, a offrire il suo contributo. Dubbi i contratti dati a Chris Williams, guardia da Saint Louis, e a Corey Graham. Il cornerback ex-Ravens renderà sicuramente completa la secondaria, ma i 4 milioni e mezzo a stagione che porterà dal 2015 in poi saranno difficili da digerire considerando che stiamo parlando di uno slot corner che non giocherà tutti i down difensivi.
Anche per i Bills una offseason con pochi alti e molti bassi. Nel loro caso fa ben sperare l’infinità di spazio salariale disponibile. Sarà possibile usarlo meglio in futuro.

Jacksonville Jaguars – 4/10

Toby GerhartLa lista di movimenti riguardanti la franchigia di Jacksonville fa invidia, in quanto a lunghezza, a molti. Peccato ciò non si possa dire per la qualità.
La genialità del loro GM si è probabilmente spenta dopo aver mandato un QB inetto alla migliore squadra della NFL per una scelta al draft. Ciò che ha seguito lo scambio di Blaine Gabbert ha dell’incomprensibile.
I Jaguars hanno firmato contratti lunghissimi con Red Bryant e Chris Clemons, due campioni del Mondo in carica e giocatori di linea difensiva ormai in età avanzata con poco da dare a una franchigia che dovrebbe rifondare, come sempre. Poi hanno sottratto Toby Gerhart (una riserva) ai Vikings dandogli una maglia da titolare a una cifra folle considerando il mercato dei runningback contemporaneo. Infine il GM David Caldwell ha preso anche Zane Beadles, forse l’unico giocatore di Denver che l’hanno scorso non ha mai giocato bene, per migliorare la linea offensiva; 5 anni e 30 milioni, quasi buttati dalla finestra.
Tutto questo ci porta alla tabella del salary cap di Jacksonville. In ordine di stipendio troviamo: Paul Posluszny, Marcedes Lewis, Beadles e Tyson Alualu. Tra questi e i primi dieci giocatori del payroll non ce n’è neanche uno il cui contratto scade dopo questa stagione. Insomma, un disastro economico a cui la dirigenza non ha posto rimedio nemmeno questa primavera.
Sono partiti Maurice Jones-Drew e Brad Meester, ritiratosi. Unico raggio di sole il rinnovo a cifre decenti di Jason Babin. Non abbastanza per sorridere.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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