[NFL] Week 12: New York Giants vs Dallas Cowboys 21-24

La sfida di domenica al Met Life Stadium fra i New York Giants ed i Dallas Cowboys, oltre al rinnovarsi di una rivalità storica che ha visto i due team affrontarsi ben 102 volte, era un match chiave nella corsa ai playoff nella NFC East. Alla fine l’hanno spuntata 24-21 gli ospiti texani al termine di una gara magari non spettacolare per la presenza di un vento tanto freddo quando fastidioso, ma che ha incollato i tifosi alle poltrone fino ai minuti finali.

Cowboys - The Dallas morning news
Clicca sull’immagine per altre prime pagine

Il successo permette ai Cowboys di riagganciare in vetta al girone Est i Philadephia Eagles mantenendo inoltre per la prima volta dal 2007 un record immacolato (4-0) all’interno della division. Per i Giants, che dopo una partenza terribile (0-6) erano tornati in lizza per la post season conquistando quattro successi in fila, quello di domenica è invece un k.o. quasi letale, poichè è vero che la NFC East è a tutt’oggi la division più debole della National Conference, ma ora, con un record di 4 vinte e 7 perse, i blu di coach Coughlin dovrebbero vincere le restanti cinque gare per avere un minimo di speranze di agguantare i playoff.
Per gli amanti delle statistiche, il finale di 24-21 ha significato la quarta volta nelle ultime tredici gare che la sfida Cowboys-Giants si è risolta con uno scarto massimo di quattro punti ed il terzo successo dei texani in quattro gare disputate al Met Life.

Analizzando la partita emerge un dato sorprendente, cioè l’incredibile incostanza di rendimento dei due team, talvolta persino a livelli di singolo atleta. Prendiamo l’esempio di Dez Bryant funambolico ed imprevedibile wideout di Dallas: il prodotto da Oklahoma State ha “droppato” tre palloni, uno dei quali è stato intercettato da Rolle e si è reso protagonista di un clamoroso fumble che, pur ricoperto da Dallas, ha di fatto schiantato un drive promettente. In compenso però sei chiusure di down portano la sua firma, oltre a due ricezioni fondamentali nel drive del field goal decisivo.
Alla fine il titolo di MVP del Met Life spetta allo spesso criticatissimo Tony Romo. Il numero 9 in maglia bianca non è certo stato devastante (il suo tabellino dice 23 completi su 38 per 250 yards con due mete ed un intercetto), ma pur essendo famoso per essere un atleta che va in crisi nei momenti topici, Romo ha avuto il grande pregio di non sbagliare alcuni lanci chiave nel match, soprattutto nel drive del 24-21 in cui Dallas ha chiuso ben tre terzi down grazie ai suoi passaggi. Inoltre è stato intercettato solo una volta, e non per colpa sua, e non ha perso nessun fumble nonostante i 4 sack subiti.

Pubblicità

Dopo Bryant, il secondo miglior ricevitore per Dallas è stato Witten con 4 palle catturate per 37 yards di cui due che hanno fruttato i touchdown segnati dall’attacco. A livello di rushing game le statistiche di Murray sono ottime, 14 portate per 86 yards, bottino ancor più interessante se si tiene conto che uno dei punti forti della difesa Giants sono i due tackle Joseph e Jenkins.
Nonostante la buona statistica, il gioco sulla terra dei Cowboys continua però a non essere un fattore visto che ancora una volta l’attacco degli uomini con la stella sul casco, è dipeso dalle prestazioni di Romo e dei ricevitori. Anche la difesa di Dallas, ancora priva di due pedine fondamentali come i linebacker Lee e Durant, ha alternato buone giocate ad altre da dimenticare, il che però, visti gli infortuni e la prestazione terribile offerta contro New Orleans, non è da buttare.
La linea difensiva di coach Marinelli, ha tratto deciso giovamento dal ritorno di Jason Hatcher, che in coppia con Ware ha creato non pochi problemi all’attacco dei Giants soprattutto nella pass rush, mentre, a parte l’altro end Selvie, un po’ tutta la linea ha faticato a contenere il rushing game newyorkese. Ma la delusione più grossa a livelli difensivo, i Cowboys l’hanno avuta dalla coppia di linebacker Sims e Carter, costantemente sopraffatti sulle corse dall’ottimo fullback Conner e dalla rabberciata linea offensiva dei Giants. Almeno Carter, che l’anno scorso aveva brillato soprattutto durante il periodo in cui Lee era infortunato, ha disputato una buona gara nella copertura sul passaggio.

DeMarco Murray
DeMarco Murray

A livello di secondario, da dimenticare la prova della safety Church e del rientrante Clayborne, mentre Carr ha confermato ancora una volta di essere il miglior defensive back dei Cowbys in copertura, e il rookie Heath ha avuto il grande merito di recuperare il fumble di Cruz e riportare l’ovale in meta per la prima segnatura dell’incontro. Una nota di merito va però anche allo slot cornerback Scandrick, che pur partendo dalla panchina, se l’è cavata egregiamente soprattutto contro un cliente scomodo come Victor Cruz.

New York ha invece pagato un Manning troppo abulico nel primo tempo e troppo incostante nel secondo. Il 16 su 30 per 174 yards, fotografa piuttosto bene la serata incolore di un Manning che sicuramente ha patito l’assenza di Nicks ed un supporting cast che comunque non lo sta aiutando più di tanto. Randle e Jernigan, cioè gli atleti che si sono alternati come ricevitori numeri 2, hanno raccolto appena cinque ricezioni sui quattordici palloni lanciati nella loro direzione, anche se un catch di Randle è stato decisivo nel primo touchdown di New York. Anche Cruz però non ha certo brillato nella serata del Met Life Stadium: oltre ad essere il colpevole della palla strappata da Scandrick che Heath ha riportato in meta, il ricevitore da Massachussets non è stato assolutamente in grado di caricarsi sulle spalle il peso del passing game di casa ed ha chiuso con due palloni catturati per 27 yards.

Tutto sommato invece non è spiaciuto il tight end Myers, il quale sta avendo una stagione nettamente al di sotto delle aspettative, ma contro Dallas ha portato a casa 39 yards segnando inoltre una bella meta su passaggio da 27 yards.
Il grande protagonista, e una delle poche note liete dell’attacco dei Giants, è stato così il runner Andre Brown che ha ripetutamente seminato i difensori avversari chiudendo con 27 corse per 127 yards. Neppure l’infortunio a Cordle, il terzo centro usato dai Giants in questa stagione, ha rallentato il runner da NC State che dopo aver cambiato la bellezza di cinque squadre, sembra aver finalmente trovato casa a New York. Ma Brown non è stato il solo protagonista del rushing game, visto che ha fatto sentire la sua presenza anche il veterano Brandon Jacobs, autore di nove corse per 75 yards.
Naturalmente, parte del merito dell’ottimo rushing game, va ad una linea offensiva che in questa stagione 2013 è stata una delle delusioni del team di Coughlin, ma che contro i Cowboys se l’è cavata egregiamente, dovendo, oltre a tutto, rinunciare a Cordle con il passaggio di Boothe da centro a guardia e l’inserimento di Brewer.

Jason Hatcher, Eli Manning
Jason Hatcher

In difesa sono arrivati ben 5 sack, prestazione sorprendente per un reparto che era il peggiore della Lega in fatto di placcaggi inflitti al QB avversario, ma ben tre sono opera dei tackle Joseph e Jenkins, mentre gli end Tuck e Kiwanuka non sono quasi mai riusciti a mettere seriamente pressione su Romo. Non all’altezza delle ultime buone gare anche la prestazione del linebacker Jacquian Williams il quale però, nonostante questo, ha fatto molto meglio del compagno di reparto Beason che con Kiwanuka è stato il peggiore in campo per i Giants. Nel secondario, giornata tutto sommato negativa per la safety Rolle e per Amukamara, e così il migliore è stato il veterano Terrell Thomas che ha finito per giocare di più e decisamente meglio del titolare McBride. E onestamente il buon Terrell merita un po’ di allori dopo il terribile periodo 2011-2012 in cui il giocatore si è sottoposto a due operazioni per altrettante rotture del legamento crociato anteriore del ginocchio destro che aveva già fatto crac durante la sua carriera universitaria.

La cronaca dei primi dieci minuti di gioco era emblematica di quello che si sarebbe visto durante il pomeriggio del Met Life: Dallas chiudeva tre down, di cui uno su penalità, e Romo veniva intercettato una volta. New York di down ne chiudeva altrettanti, tutti grazie a Brown, ma nel terzo drive, a metà campo, Scandrick faceva perdere a Cruz l’ovale che veniva prontamente recuperato e riportato in touchdown da Heath per i primi punti del match. In chiusura di primo periodo finalmente Manning trovava due bei passaggi a Randle per un totale di 43 yards, ma sulle 7 di Dallas il passaggio del regista di casa a Brown fruttava solo 3 yards grazie al gran recupero di Carter e New York doveva accontentarsi del field goal.
A questo punto finalmente la partita si accendeva e Dallas impiegava appena tre minuti per percorrere 80 yards e salire 14-3: Romo trovava Murray per un guadagno di 14 yards, poi lo stesso runner infilava una gran corsa da 30 yards e infine Witten confezionava la meta ricevendo un pass di Romo da 20 yards dopo però che un’ottima finta di corsa aveva congelato i linebacker di casa.
La premiata ditta Brown-Jacobs trascinava nel drive seguente l’attacco di New York fino alle 4 di Dallas, ma qui in tre giochi i Giants perdevano addirittura una yarda e dovevano nuovamente accontentarsi del field goal, e sul 14-6 si chiudeva il primo tempo.

Brandon Myers
Brandon Myers

In avvio di terzo quarto, ancora due corse di Brown fruttavano altrettanti primi down, ma la giornata storta di Manning faceva nuovamente naufragare il drive. Dallas invece costruiva una serie da oltre cinque minuti e mezzo coronata dal “passaggino” di Romo a Witten per il 21-6. Quando sembrava che i Giants fossero con un piede nella fossa, arrivava però finalmente un sussulto: due buone corse di Brown e Jacobs e un bel passaggio a Randle per 21 yards, portavano New York sulle 27 di Dallas, dove però i padroni di casa si ritrovavano ad affrontare un quarto e tre. Coughlin decideva di giocarsi il down alla mano e i fatti gli davano ragione: Myers beffava linebacker e secondario di Dallas e recapitava l’ovale in touchdown dopo una corsa di 27 yards.

Dopo quest’ultima meta, i due attacchi andavano nuovamente in letargo, salvo poi svegliarsi nuovamente in un finale emozionante: partiti quasi da metà campo, i Giants arrivavano fino alle 27 avversarie grazie al rushing game, poi Manning completava un gran passaggio a Cruz e quindi trovava in meta Murphy. La trasformazione alla mano riusciva grazie ad una corsa di Brown e con poco meno di cinque minuti si era sul 21 pari. Per una volta però Romo vestiva i panni del salvatore della patria per Dallas: passaggio a Bryant per 19 yards su un terzo e 7, poi ancora Bryant per 8 yards su un terzo e 5, quindi ottimo lancio a Beasley da 13 yards su un terzo e 10.
Romo si inginocchiava poi due volte, quindi ci pensava Bailey a centrare i pali a tempo scaduto riportando in vetta alla NFC East Dallas e spedendo con ogni probabilità i Giants ad un’altra post season vissuta davanti al televisore.

[jwplayer mediaid=”9287″]
Pubblicità
T.Shirt e tazze di Huddle Magazine Merchandising

Articoli collegati

3 Commenti

Pulsante per tornare all'inizio
Chiudi

Adblock rilevato

Huddle Magazine si sostiene con gli annunci pubblicitari visualizzati sul sito. Disabilita Ad Block (o suo equivalente) per aiutarci :-)

Ovviamente non sei obbligato a farlo, chiudi pure questo messaggio e continua la lettura.