[NFL] Week 2: Terrelle Pryor, il futuro dei Raiders

Negli ultimi anni della sua gestione, facciamo anche sette otto, Al Davis di certo non si è distinto per grande occhio nello scegliere giocatori, sia che si parli di draft che di free agency.
Certamente intorno a sè avrà avuto molti scout, e qualcuno sarà anche bravo nel suo lavoro, ma l’ultima parola spettava sempre al grande vecchio, nel bene o nel male.

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Terrelle Pryor a Ohio State

Nel draft supplementare – destinato a quei giocatori di college che per problemi tecnici o disciplinari non hanno le carte in regola per essere scelti nel draft ufficiale della NFL – prima della stagione 2012, l’atleta più famoso era Terrelle Pryor, QB che dall’Università di Ohio State era stato cacciato a causa dello scandalo che ha visto alcuni giocatori venire accusati di aver acquistato automobili con non si sa quali fondi, ed aver venduto propri autografi apposti su quelli che vengono chiamati “memorabilia”, ovvero oggetti, figurine, palloni, ecc… tanto da farli diventare articoli da collezione.

Prima di tale scandalo Pryor era unanimemente considerato un giocatore da primo giro di scelte, avendo stabilito diversi record scolastici e dopo aver ricevuto riconoscimenti di ogni tipo, tra cui quello di miglior giocatore del Rose Bowl del 2010.
Sta di fatto che era caduto nel dimenticatoio e anche nel draft supplementare non erano in tanti a scommettere in una sua chiamata, ma al terzo giro arrivano i Raiders e si accaparrano i suoi servigi, non senza causare ilarità nell’ambiente.
La scorsa stagione è sempre stato terzo QB dietro Palmer e Leinart, ha fatto qualche apparizione, seppur in qualche formazione particolare.

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Quando i due sopra citati sono andati via da Oakland, i Raiders hanno firmato Matt Flynn e scelto Tyler Wilson da Arkansas, quindi tutto lasciava pensare che intorno a Pryor non ci fosse sta gran fiducia nelle sue potenzialità.
Invece durante il camp e nelle prime amichevoli, Wilson si è rivelato assolutamente non pronto mentalmente, Flynn ha avuto qualche problema fisico e inoltre non si adattava bene agli schemi dell’OC Olsen, oltre a non avere le potenzialità fisiche per sopravvivere dietro una linea offensiva pessima.
Pryor invece si è ben comportato, mostrando sicuramente le sue immense doti atletiche, ma anche un certo agio a muoversi nella tasca e setacciare il campo alla ricerca di bersagli per i suoi passaggi.
Inoltre dava all’attacco una certa dose di improvvisazione ed imprevedibilità, che ben si sposava con gli evidenti limiti di un reparto privo di gran talento.

Sommando a tutto questo il non trascurabile dettaglio che per la Raider Nation era diventato qualcuno per il quale valesse la pena spendere soldi per un biglietto, coach Allen ha sagacemente deciso di dare a Pryor il posto da titolare per la prima partita a Indianapolis.
Terrelle ha certamente ben figurato, stabilendo fra l’altro il record di franchigia per yards corse da un QB con 112, tenendo vivi alcuni drive e dando non pochi grattacapi alla difesa dei Colts. Ha commesso alcuni errori gravi, come i due intercetti, ma soprattutto quando non si è liberato del pallone mentre veniva braccato, col risultato di venire placcato con perdita durante il drive finale che poteva significare vittoria per i Raiders.
[jwplayer mediaid=”7765″] Nella seconda partita contro i Jaguars è stato un po’ meno efficace, ma non ha perso palla e soprattutto non ha mai cercato di strafare nè di improvvisare troppo.
Certo è, che quando ha spazio per correre, i suoi primi tre passi sono realmente esplosivi, sicuramente le difese gli prenderanno le misure, ma è altrettanto vero che lui crescerà e migliorerà, perchè da quel poco che si è visto sinora sembra avere la testa sulle spalle.

Terrelle Pryor, Andre Branch
Terrelle Pryor

Colts e Jags non sono due test probanti, sia per lui che per dei Raiders che sono comunque destinati a vincere poco questa stagione, ma un anno giocato sulle spalle ha un valore immenso e soprattutto può determinare le scelte e le strategie che Oakland dovrà attuare la prossima stagione, quando tutti i problemi di salary cap e di botte salariali, che hanno falcidiato la seconda stagione del GM McKenzie, daranno molto più spazio dove muoversi.

Parliamoci chiaro, non stiamo parlando di un quarterback fatto e pronto per la NFL, di strada ce n’è ancora tanta da percorrere, ma i segnali di speranza ci sono, e se Pryor rimarrà integro e sarà in grado di essere il comandante in campo dei Raiders 2014, ci si potrà dedicare più serenamente nella scelta di uomini di linea offensiva e difensiva che, si sa, sono la base di partenza fondamentale per diventare una vera squadra di football.

Sarebbe anche una soddisfazione per il grande vecchio, aver dato ai suoi amati Raiders, e con l’ultima scelta prima di andarsene, un giocatore che li possa portare alla vittoria finale dopo oltre trent’anni…(a noi tifosi fa male solo pensarci…)

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