[NFL] Indianapolis Colts 2013

Grazie agli amici di “Quel che passa il convento”  ecco la presentazione della stagione NFL 2013 squadra per squadra.
Diciottesima squadra analizzata gli Indianapolis Colts.

Correva il secondo anno dopo Peyton, ad Indianapolis (che nonostante il nome ammiccante alla Grecia, si trovava negli States) un folto numero di eretici andava facendo proseliti, c’era già chi aveva rinnegato il Messia con il numero 18 a pochi mesi dalla sua dipartita e benediva la venuta di un nuovo Verbo. Quell’anno il nuovo e il vecchio si incontrarono due volte (come se fosse possibile che lo facciano due papi…), il 20 ottobre Peyton tornò dove un giorno lo pregavano, ma quello che vedemmo ai playoff pochi mesi dopo superò ogni immaginazione…..

Non possiamo raccontarvi tutta la storia, anche perché questa non è una “review” ma una “preview”, l’obiettivo personale che mi sono posto nel parlare degli Indianapolis Colts è riuscire a concludere l’analisi senza aver fatto una sola volta il gioco di parole “Luck-Fortuna-Ferro di cavallo”, nel caso cadessi in tentazione, vi concedo la facoltà di smettere la lettura.

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Sprecati i primi due capoversi, iniziamo a parlare di personale, sottolineando innanzitutto il ritorno a tempo pieno di coach Pagano: la lotta contro il tumore è stata vinta e Chuck sarà a tempo pieno alla guida della squadra, Bruce Arians l’anno scorso ha sfruttato alla grande l’occasione e come abbiamo già letto ha deciso di sfruttare la chance offertagli dai Cardinals e sarà sostituito da Pep Hamilton che ai più non dice nulla, ma che basta controllare wikipedia per notare che il suo ultimo impiego è stato OC e QB coach ai….Stanford Cardinal (ogni riferimento al college di provenienza di Andrew Luck è puramente voluto). La mano di Pagano dovrà vedersi soprattutto nell’altro lato della palla, d’altronde lui il posto di HC se l’era conquistato grazie ai successi da defensive coordinator ai Ravens; quanto visto l’anno scorso in sua contumacia non ha convinto per nulla e da San Diego avevano già cercato di avvisare i tifosi colts che Manusky non poteva essere la soluzione nemmeno ad un raffreddore, figurarsi ad una transizione da 4-3 a 3-4.

A sua parziale discolpa va altresì detto che il materiale non era dei più adatti: l’equivoco Mathis-Freeney sul loro nuovo utilizzo è stato risolto quest’anno con la non riconferma del secondo e anche Jerry Hughes, dopo aver fallito sia nel vecchio che nel nuovo modulo, è stato lasciato andare senza alcun rimorso (lui che era stato una prima scelta nel 2010 da Texas Christian). La pass rush resta il problema principale e francamente sembra eccessivo e per nulla risolutivo dare 4 milioni all’anno per 4 anni ad un girovago come Erik Walden, autore sinora di 9 sack: conosco il ragazzo essendo stato scelto nel 2008 al sesto giro dai Cowboys con cui, nonostante un buon training camp, non riuscì però a fare la squadra, aveva potenziale, ma si va per le 28 primavere e sinora, nonostante una stagione e mezzo da titolare ai Packers, le cifre non descrivono una crescita tale da giustificare un contratto del genere. Dietro a lui si chiederà molto al rookie tedesco, Wernerviene descritto come grezzo, ma dovrà percorrere tutt’altra parabola rispetto a quanto fatto da Hughes se i Colts vorranno migliorare i punti deboli di questi ultimi anni.

Il resto della difesa preoccupa meno: la linea ha esperienza e solidità, sono molto curioso di vedere finalmente all’operaChapman nel ruolo centrale (in tutti i sensi) del nose tackle, dopo un anno passato a recuperare da problemi fisici. Le secondarie forse sono un po’ corte, ma sulla carta un terzetto come Vontae Davis (ex Dolphins), Greg Toler (ex Cardinals) e Darius Butler(ex Patriots) offre buone garanzie, anche se molto dipendere dalla testa del primo e dalla salute del secondo, che dopo un’ottima stagione, quella del 2010, ha saltato in toto la successiva per il classico “torn ACL” e ha faticato non poco a ritrovare la forma nel 2012. Le safety titolare hanno un CV che fa invidia a molte squadre NFL: Antoine Bethea e LaRon Landry però non dovranno saltare nessuno snap (e con l’ex redskins non ci metterei la mano sul fuoco).

In attacco Darrius Heyward-Bey e Ahmad Bradshaw sono le acquisizioni principali, mentre una delle sorprese dell’anno scorso il furetto LaVon Brazil dovrà saltare le prime 4 partite per squalifica. Sono due aggiunte a luci ed ombre: il ricevitore ex raiders ha mostrato una vaga cresciuta nell’ultima parte della sua esperienza fallimentare nella baia, ma i dati restano preoccupanti, doveva almeno essere un target sul profondo, mentre è proprio in questo aspetto che ha deluso, la speranza per i tifosi colts è che sia nuova squadra = nuova vita. Bradshaw è ciò che in Indiana cercano da anni, dopo aver provato a trovarlo vanamente via draft. L’arrivo dell’ex giants è una bocciatura definitiva in ottica “starter” per Donald Brown (prima scelta 2009), ma anch’esso nasconde qualche ombra: Ahmad riuscirà a stare sano? Se sì l’upgrade dell’attacco è immediato e sotto ogni punto di vista, essendo lui un giocatore completo in tutti gli aspetti del gioco (bloccatore puntuale, ottime mani fuori dal backfield e runner forse più da off tackle, ma valido anche nella goal line).

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Giovanni Ganci

Sports Editor si direbbe al di la dell'oceano, qui più semplicemente il coordinatore di tutta la baracca. Tifoso accanito dei San Francisco 49ers, amante del college football e al di fuori dello "sferoide prolato"© forza Boston Red Sox.

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