[NFL] Seattle Seahawks 2013

Grazie agli amici di “Quel che passa il convento”  ecco la presentazione della stagione NFL 2013 squadra per squadra. Sesta squadra analizzata i Seattle Seahawks.

I perdenti stanno sempre simpatici a molti, se non proprio tutti, quando però inizi a vincere, a farti un nome, è abbastanza probabile che gli stessi poi comincino a ritenerti antipatico e spocchioso. Se poi anche tu ci metti del tuo… Che dall’arrivo di Pete Carroll in cabina di comando i Seahawks non si aspettavano di diventare la squadra simpatia dell’NFL direi che è scontato e assolutamente lecito, ma forse adesso ci stanno marciando un po’ troppo su questa storia ed alcuni comportamenti e dichiarazioni andrebbero forse riviste anche per evitare che quello che fanno fuori dal campo di gioco offuschi quello mostrato all’interno dello stesso campo.
Si perché in questi anni Seattle è in continua crescita, si sta muovendo ottimamente a livello di management, non ha paura di fare scelte rischiose (un rookie scelto al terzo giro come QB titolare dalla week 1) o di spendere soldi, e quindi si presenta ai nastri di partenza del prossimo campionato con legittime ambizioni di titolo. Anzi, per molti addetti ai lavori è la franchigia più attrezzata per scalzare dal trono i Baltimore Ravens.

Solo trash talk? Solo scaramanzia da avversario? Assolutamente no, perché la squadra di Carroll, partendo già da una base di primo livello (sconfitta negli ultimi secondi ad Atlanta nel Divisional), si è mossa in maniera molto oculata per cercare di aumentare il proprio arsenale offensivo e per cercare di eliminare i difetti mostrati nel 2012, e probabilmente l’avversario che deve temere maggiormente è proprio se stessa e quell’aria di autolesionismoche i comportamenti e le dichiarazioni (si, ci ripetiamo) di alcuni fanno aleggiare cupamente sul Qwest Field.

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Per dare man forte a Russel Wilson ed aiutarlo nel progresso di crescita (sbaglierebbero lui e i Seahawks a credersi già arrivati, ma, conoscendo il lavoro fatto al college, su di lui siamo pronti a mettere la mano sul fuoco sul fatto che questa possibilità sia scongiurata) è stato fatto arrivare Percy Harvin, che per buona parte della stagione scorsa è stato un serio candidato all’MVP e che costituiva la seconda arma dell’attacco dei Peterson Vikings. La versatilità e l’imprevedibilità che l’ex Florida Gators può portare all’attacco dei Seahawks è da salivazione massima per i tifosi della città dove piove sempre (ma poi sarà vero? C’è qualcuno di Seattle che ci legge che può confermare?). Gli unici dubbi su di lui sono sulla consistenza fisica, ma il prezzo pagato per prenderlo sembra equo perché le sue caratteristiche lo fanno pezzo ideale per completare il puzzle messo su da Pete Carroll.

In difesa, tra una sospensione e l’altra per sostanze proibite (e nessuno crede che siano tutte per Adderall), si è cercato di aumentare la profondità di una linea difensiva che già scarsa non era con le firme dell’ex lionCliff Avril e dell’ex buccaneer Michael Bennett, entrambi defensive end, entrambi buoni se non ottimi rushatori ma soprattutto entrambi capaci di non fare danni contro le corse (cosa che quando devi affrontare almeno 2 volte all’anno l’attacco dei 49ers fa sempre comodo). Ah, per non farsi mancare niente in una secondaria considerata già la migliore, e più cattiva aggiungerei, della lega, è arrivato dai Vikings il miglior slot corner disponibile: Antoine Winfield (pure lui, però, con il grosso interrogativo sulla possibilità di rimanere sano).

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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