[NFL] Iniziata la free agency!

Martedì sera è inziata la free agency NFL, il momento in cui le voci di mercato lasciano spazio al deposito di contratti firmati tra giocatori liberi da vincoli e le nuove franchigie.
Gli amici di “Quel che passa il convento…” hanno descritto le prime ore di questo momento che segna, anche se non sul campo, l’inizio della stagione 2013 della NFL.

Buona lettura.

Ciao, sono Francesco ed ho capito di essere malato nel momento in cui, alle 21 di ieri sera, con tutto il mondo attorno a me dentro al Nou Camp, io ero stato catapultato alle 4 p.m. ET per seguire i primi minuti di free agency NFL. D’altronde la sensazione di smarrimento che avrei avuto nel leggere le 10 15 firme ufficiali anche solo due ore dopo è una delle tre cose che odio di più, al resto hanno pensato twitter e Adam Schefter con i suoi amici, ossessionati dalla notizia “io l’ho detto prima di te”.

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In queste prime 20 ore, sono arrivate una 50ina di firme (fonte: spotrac.com), per un complessivo di 144 anni di contratto. Tra questi 50, 30, circa, sono i contratti che hanno già fornito l’entità pecuniaria che i giocatori potrebbero guadagnare: la cifra che (potenzialmente) è andata in fumo ieri, considerando solo questi contratti, è di 548 milioni e 195 mila dollari. Anche mettendo una percentuale forfettaria del 40% dei soldi che poi realmente usciranno dalle tasche dei proprietari, al netto dei soldi garantiti, siamo sui 220 milioni di dollari e ci sono ancora pezzi pregiati che devono accasarsi o che devono rendere pubblici i loro nuovi contratti. Insomma: sossoldi!!

Messi (non quel Messi…) da parte questi discorsi statistici-pecuniari che fanno molto “ma lo sai quanto costa uno spot di 30 secondi durante il Super Bowl?!?”, veniamo ai primi giudizi tecnici che si possono dare a caldo, anzi a caldissimo, su queste firme che, come tutti gli anni, sembrano sconquassare gli equilibri NFL, mentre poi a settembre ci si rende conto che tutto cambia, ma fino ad un certo punto. Perché i saggi ci dicono che “a gennaio si vince con il running game”, “le linee non se le calcola mai nessuno, ma è lì che si fanno le partite”, “l’attacco vende i biglietti, la difesa vince le partite” e soprattutto “una squadra vincente NFL si costruisce con il draft”.

L’offseason NFL per come la conosciamo noi nasce nel 1994, quando la lega (non quella Lega…) decide di introdurre il salary cap, rivoluzionando il concetto di free agency. Oltre che essere uno straordinario strumento equalitario, il salary cap è un discreto indicatore di quanto una lega sia florida e in espansione, ricavandosi direttamente da quello che potremmo definire il “prodotto interno lordo della NFL”. Il grafico qui a lato ben descrive quindi la situazione: anche prendendo la linea rossa, quella aggiustata secondo l’inflazione, è lampante che negli anni sono aumentati decisamente i soldi che ogni squadra può investire, il che ha aiutato soprattutto il mercato dei giocatori che con la mentalità calcistica europea definiremmo “a parametro zero”, tendenza che è ancora più accentuata ora che, con il nuovo contratto collettivo, i rookie hanno un peso contrattuale molto più leggero sulle casse delle singole squadre.

Tanti soldi disponibili uguale tanta possibilità di fare cazzate, sovra-pagare è la regola del mercato, specie per quel che riguarda i primi giorni. Il premio, attualmente, se lo contendono due neo campioni: Dannell Ellerbe (35 milioni in 5 anni) e Paul Kruger (41 milioni in 5 anni), convinti a suon di monete rispettivamente da Miami e Cleveland e venuti alla ribalta solo nell’ultimo anno, in una delle versioni più fragili della difesa dei Ravens dalla loro nascita, dopo 3 4 stagioni passate a scaldare panchina e special team. Tra i due, Ellerbe sembra quello con più qualità, poi, per carità, non parliamo di “pippe”, ma giocatori situazionali, 21 partite da titolari in 2 negli ultimi 4 anni, per quel che conta guadagnarsi l’etichetta da titolare, specie in difesa, fa comunque storcere il naso, specie se vengono pagati come se fossero le stelle delle loro nuove squadre, poi il prezzo lo fa il mercato e questa è una classe di LB FA molto povera. Frontrunner in questa corsa all’affare “meno affare” posizioniamo James Casey, giocatore estremamente funzionale, un po’ FB, un po’ TE, il classico H-B che fa molto football in bianco e nero, ma che a 15 milioni per 3 anni sembra un po’ sovrastimato da parte dei nuovi Eagles di Chip Kelly.

E quando parlo di nuovi, intendo proprio nuovi: sono loro i mattatori delle prime ore del mercato. Fatta tabula rasa dell’ultima infornata che sarà ricordata come quella dei “dream teamer”, tagliato anche Asomugha, ecco che una delle squadre che storicamente meglio si muove con il salary cap tanto da avere un sito ad esso dedicato in cui ci sbattono in faccia il loro spazio salariale, è salita di nuovo alla ribalta. Meno paillettes, giocatori meno sfarzosi dei sopracitati “dream teamer”, ma più adatti alla nuova difesa che ha in mente il guru offensivo nuovo capo allenatore che rappresenta una delle maggiori curiosità da vedere all’opera nell’ancora molto lontana stagione NFL. James Casey infatti è l’unica addizione offensiva (sino a questo momento) voluta da Kelly, assieme a lui ieri hanno firmato per essere degli eagles anche: Patrick Chung (S, ex NE ma soprattutto ex Oregon Ducks, negli anni in cui Chip era “solo” OC per quell’università), Bradley Fletcher (CB, ex STL), Jason Philips (LB, ex CAR) e soprattutto Isaac Sopoaga, DT, ex San Francisco, chiamato a ricostruire una linea a fronte dispari che al momento vede presente solo la prima scelta dell’anno passato, Cox, mentre si fanno insistenti le voci attorno ad un altro uomo di linea, ex niner, che potrebbe approdare nella città dell’amore fraterno, ovvero Jean Francois.

Nomi, cronaca e ironia (da buon cowboy) a parte, sembra che gli Eagles si stiano muovendo con oculatezza, la squadra, pur se non priva di talento, aveva bisogno, soprattutto a livello difensivo, di tantissimo materiale, muoversi esclusivamente con il draft non era possibile, lo spazio salariale, come detto sopra, non manca mai e così il nuovo coaching staff sta facendo giustamente incetta di pedine per dare una parvenza di serietà al reparto. Il giudizio non può che essere positivo.

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Redazione

Abbiamo iniziato nel 1999 a scrivere di football americano: NFL, NCAA, campionati italiani, coppe europee, tornei continentali, interviste, foto, disegni e chi più ne ha più ne metta.

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