[NFL] Super Bowl: la cronaca della partita

SB XLVIIDopo due settimane di chiacchiere, di Harbowl, di Ray Lewis farewell tour, di pistol, read option e running quaterback, di Flacco o non Flacco, arbitri e sistemi di selezione delle crew, finalmente è arrivato il momento tanto atteso e più importante: quello del responso del campo. Il Louisiana Superdome (mi perdonerà la Mercedez-Benz, ma non riesco proprio a chiamarlo con il nome dello sponsor) è pronto ad ospitare il primo Super Bowl del dopo Katrina, undici anni dopo la grande sorpresa dei Patriots che, battendo i Rams proprio a New Orleans nel Super Bowl XXXVI iniziarono la loro epopea decennale.

Dopo il toccante “America the beautiful” cantato da Jennifer Hudson ed il coro della scuola elementare di Sandy Hook, tristemente passato alla notorietà mondiale per la strage di bambini dello scorso dicembre, ed il classico “Star Spangled Banner” perfettamente interpretato dalla superba voce di Alicia Keys, Ravens e Forty Niners giungono finalmente all’epilogo di questa stagione 2012 affrontandosi nella quarantasettesima edizione del Super Bowl.
Baltimore vince il sorteggio e rimanda la scelta al secondo tempo, preferendo mettere subito in campo la temibilissima difesa che avrà l’ingrato compito di cercare di fermare l’attacco in read option di San Francisco, che nelle ultime partite è diventato talmente imprevedibile da risultare difficilmente difendibile. Sarà curioso capire quale tattica verrà adottata, se quella che prevede libertà assoluta per Kaepernick di utilizzare la sua grande mobilità oppure quella utilizzata contro Atlanta, che ha visto il quarterback al secondo anno trasformarsi in un quarterback da tasca e dispensare palloni ai vari Davis, Crabtree e Moss.
Ed è proprio un passaggio per il tight end Vernon Davis ad aprire l’incontro, ma la stupida penalità di posizionamento che annulla un guadagno di venti yard suona da sinistra premonizione di quali binari imboccherà la partita per i californiani.

Anquan Boldin during Super Bowl 2013
Anquan Boldin

San Francisco è infatti costretta ad un rapido 3&out, mentre il primo drive di Flacco e dei Baltimore Ravens si rivela immediatamente efficace e letale. Bastano 6 azioni al quarterback dei Ravens per percorrere le 50 yard che lo separano falla goal line avversaria, violando l’end zone dei Niners con un perfetto passaggio centrale per Anquain Boldin per il 7-0 iniziale.
La risposta di San Francisco non si fa attendere e Kaepernick conduce i suoi fino alle otto yard offensive, grazie anche a due scramble dei suoi, ma proprio al terzo down subisce un sack da parte di Kruger che obbliga i Niners a mandare in campo David Akers per piazzare il field goal che accorcia le distanze.

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I Ravens imbastiscono un drive quasi fotocopia, nel senso che arivano in territorio avversario ai limiti del raggio da field goal, ma al terzo tentativo dalle trentasette offensive, Flacco si prende un sack da McDonald che obbliga Baltimore ad aprire il secondo quarto con un punt che restituisce la palla a San Francisco.
Kaepernick passa alla pistol offense e sfrutta l’evidente mismatch tra Vernon Davis e la difesa dei Ravens, che non riescono a marcarlo né con Ray Lewis né quando cambiano gli assegnamenti mettendogli alle costole Williams direttamente al backfield difensivo. San Francisco sembra dirigersi verso un’altra segnatura, quando LaMichael James perde malamente il pallone sul placcaggio di Upshaw e Jones lo recupera rimandando in campo l’attacco di Baltimore.

[pullquote]Joe Flacco (9,5) gioca una partita ai limiti della perfezione. Da “Extraordinary Joe”. Ma tutti i suoi playoff sono stati impeccabili.

Tutte le pagelle[/pullquote]In questa occasione Flacco compie il drive perfetto. Dieci azioni, 75 yard quattro minuti e quarantatré secondi per trovare il tight end Pitta in end zone con un passaggio da una yard per il 14-3 che spacca in due la partita ed i Forty Niners.
Kaepernick rientra in campo e aggiunge sale alla ferita lanciando un pallone profondo per Randy Moss, il quale però ha tagliato la sua traccia almeno dieci yard prima. Il risultato è l’intercetto di Ed Reed con cui i Baltimore rientrano immediatamente in possesso di palla sulle trentotto avversarie.

Super Bowl XLVII
Rissa in campo

Al termine dell’azione c’è un discreto scambio di colpi proibiti in campo tra i giocatori delle due squadre, e gli arbitri intervengono per sedare la rissa. Il cornerback dei Ravens Cary Williams strattona evidentemente un arbitro. Il regolamento parla chiaro: se metti le mani addosso ad un arbitro devi essere espulso. Non ci sono interpretazioni, non ci sono casistiche. E’ così e basta. Ma il referee Boger non prende provvedimenti, ed a nulla giova ricordare che la scelta di Boger come referee aveva provocato qualche dubbio anche e soprattutto a causa di un episodio simile, in cui aveva graziato Cam Newton in una delle ultime partite della stagione.

Sia come sia, i Ravens tornano comunque in campo ma si fermano sulle 14 avversarie, da dove tutti si aspettano l’ingresso di Tucker per mettere in cascina altri tre punti. Tucker in effetti entra in campo, si schiera dietro l’holder e si appresta ad eseguire un normale field goal, ma John Harbaugh decide di tentare di dare la mazzata decisiva al fratello che già sta arrancando, e chiama una finta. La scelta è piuttosto rischiosa, trattandosi di un quarto e nove, ma Tucker quasi riesce a convertire il down, prendendo lo snap diretto ed arrivando ad una sola yard dalla chiusura.
Spesso queste sono le situazioni che invertono il cosiddetto “momentum” della partita, ma i Ravens tengono botta ed obbligano i Niners ad un rapidissimo 3&out fermando due volte Gore sulla linea di scrimmage, a cui si aggiunge un incompleto di Kaepernick su Moss grazie all’attenta copertura di Williams (si, lui, quello che in quel momento dovrebbe guardare la partita dalla sideline per avere strattonato un ufficiale di gara).
Il morso alla giugulare non riuscito con la finta di field goal arriva grazie ad una magia di Flacco, che trova Jacoby Jones nel mezzo per un touchdown da 56 yard.
Il secondo quarto si conclude con i Niners che riescono a malapena a mettere altri tre punti a referto grazie ancora a David Akers.

Beyonce
Halftime show con Beyonce

Dopo l’esibizione di Beyoncè che allieta il pubblico durante l’intervallo, le squadre rientrano in campo e la domanda di tutti è: riusciranno i Niners a recuperare e rientrare in partita come ci hanno abituato a fare nelle scorse partite?
La risposta sta nel ritorno di kickoff dei Ravens. Jacoby Jones riceve il pallone otto yard dentro la propria end zone, ed invece di inginocchiarsi per il touchback parte come un missile perforando il kicking team di San Francisco meglio di quanto potrebbe fare una lama rovente nel burro. 108 yard di ritorno, punteggio sul 28-6 e, per quasi tutti, partita il cui esito è scontato a parte miracoli che, oggettivamente, non si vede come potrebbero verificarsi.
San Francisco rientra in campo ed appare comunque in difficoltà, ma dopo appena tre azioni di gioco la metà dell’impianto luci del Superdome decide di spegnersi, e la partita deve essere interrotta. Sono ben 34 i minuti di fermo addizionale a causa del blackout, dopo che ad un certo punto si era arrivati a temere il clamoroso rinvio di un giorno, perché il guasto sembrava non risolvibile in tempi accettabili.
Invece le luci si riaccendono e si può ripartire, con i Ravens che sembrano però aver patito la lunga interruzione, mentre tra le fila di San Francisco sembra scorrere nuova linfa ed i giocatori sembrano avere una nuova convinzione.
Non sappiamo se davvero il blackout abbia davvero influito in maniera negativa su Baltimore e positiva su San Francisco, ma il fatto è che i Niners sembrano letteralmente trasformati.
Il terzo e lungo dal quale si riprende non viene convertito, ma i Ravens vengono obbliati al loro primo 3&out della serata, e quando rientra in campo Kaepernick la partita prende tutta un’altra piega.
Il giovane quarterback si incarica personalmente di portare palla, ma cerca ed ottiene la collaborazione di Moss e Davis per arrivare fino alle 31 avversarie, da dove pesca dal cilindro un passaggio per Michael Crabtree, che riceve sulle 15 e si fionda in end zone per la prima segnatura non su calcio della partita per i rossi/oro.

Super Bowl XLVII
Joe Flacco

Il drive successivo si risolve in un altro 3&out per i Ravens, che non riescono nemmeno ad allontanare troppo i Niners dalla propria end zone, subendo un ritorno di punt che fa ripartire i californiani dalle 20 offensive.
Kaepernick è scatenato. Al primo down pesca Vernon Davis per 14 yard, ed al secondo lascia la palla a Gore per il touchdown del 28-20 con cui la partita è decisamente riaperta. E se qualcuno la pensasse diversamente ci pensa Ray Rice, il quale riceve un passaggio corto da Flacco e perde il pallone, che viene recuperato da San Francisco sulle 24 di Baltimore.
Il drive seguente potrebbe decidere la partita in favore dei Niners, perché un eventuale touchdown con trasformazione da due porterebbe le due squadre a pari punti, ma sarebbe soprattutto un colpo pesante per il morale dei Ravens, che in meno di tre minuti avrebbero visto dilapidato tutto il proprio vantaggio.
Il motore dei Niners, però, si inceppa sul più bello, e bisogna accontentarsi di un field goal, rimandando l’aggancio ad un momento successivo. Il calcio viene addirittura sbagliato da Akers, ma i Ravens pensano bene di farlo riprovare cinque yard più vicino, commettendo una inutilissima penalità di running into the kicker.
Al secondo tentativo Akers la piazza in mezzo ai pali, portando il punteggio sul 28-23.
La paura dell’aggancio sembra scuotere Flacco dal torpore che l’ha colpito dal blackout in poi, ed il drive successivo dei Ravens è una lenta ma inesorabile marcia di avvicinamento alla end zone avversaria, fino ad arrivare alla una yard, dove la difesa di San Francisco fa buona guardia. Stavolta Jim Harbaugh va con il manuale, e nonostante il quarto e uno sulla una yard faccia gola, manda Tucker a calciare il field goal che riposta le due squadre a otto punti di distanza.

[pullquote]Serve un tempo prima di vedere Colin Kaepernick (7,5: la media delle due frazioni e un mezzo punto in più perché non si abbatte mai) affondare i colpi e inserire la modalità “comeback”

Tutte le pagelle[/pullquote]I Niners sono però molto più determinati, e per dimostrare che l’intoppo del drive precedente è stato solo un incidente di percorso, percorrono tutto il ampo in cinque azioni, l’ultima delle quali è una keeper di Kaepernick che segna personalmente il touchdown del 31-29. San Francisco va alla conversione da due e si presenta sulla linea di scrimmage con una empty backfield. I Ravens rispondono con un blitz globale, e Kaepernick è costretto a buttare via la palla, lasciando così i Ravens avanti di due punti.

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Colin Kaepernick
Colin Kaepernick

Per Baltimore si tratta di amministrare il tempo, cercando però di mettere altri punti sul tabellone, e ci riesce abbastanza bene mettendo a segno un field goal a 4:19 dalla fine. L’aver segnato punti è positivo, perché obbliga San Francisco a cercare il touchdown invece di potersi accontentare di un field goal, ma il tempo lasciato a disposizione di Kaepernick è decisamente troppo.
San Francisco, grazie ad un passaggio per Crabtree da 24 yard ed una corsa di Gore per altre 33, raggiunge le cinque yard offensive al segnale dei due minuti, ma i tre tentativi di Kaepernick verso Crabtree in end zone vanno incompleti, con grosse contestazioni sull’ultimo passaggio, durante il quale tutta la panchina di San Francisco protesta per un holding su Crabtree.
Gli arbitri non ritengono di lanciare la flag, e la palla torna in mano ai Ravens sulle proprie 5 con un minuto e quarantasei secondi da giocare. Troppi per potersi inginocchiare tre volte e far correre il tempo, e allora al quarto down, con dodici secondi sull’orologio, Koch si posiziona dentro la propria end zone per calciare il punt, ma invece di allontanare il pallone comincia a correre a destra ed a sinistra per far passare il tempo, fino ad uscire dal campo, prendendo una safety intenzionale, con quattro secondi ancora sul cronometro.
Il successivo free kick viene ricevuto da Ted Ginn Jr, ma il suo ritorno non ha altro effetto che di portare il cronometro a zero e sancire la vittoria dei Baltimore Ravens, per 34-31.

L’MVP della partita va meritatamente a Flacco, sebbene se fosse andato a Jacoby Jones o Anquain Boldin nessuno avrebbe avuto da ridire, e nell’ormai classica esplosione di coriandoli, il Commissioner Roger Goodell consegna nelle mani di Steve Bisciotti, proprietario dei Baltimore Ravens, il tanto agognato Vince Lombardi Trophy.

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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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