[NFL] Week 16: Bengals ai Playoff all’ultimo respiro

Ben Roethlisberger non è un normale giocatore di football. Ci mette il triplo del cuore degli altri QB della lega, non va mai giù al primo contatto, non da mai la colpa a nessuno dei suoi insuccessi. Gli importa poco che tre settimane fa abbia quasi rischiato la vita. Lui sta in piedi, di botte ne prende, di passaggi ne completa.
A.J. Green è invece il più leggiadro delle star NFL. Alto, longilineo, è un predestinato, e Calvin Johnson dopo due giorni di dominio su tutti i record per un WR in stagione, siamo sicuro che un po’ già lo teme.
I due protagonisti fin qui elencati hanno poco in comune, ma nel pomeriggio dell’Heinz Field sono loro le due stelle a decidere le sorti delle loro squadre.
Sì, perchè il dictat qui è semplice: vinci e vai ai Playoff, perdi e vai a casa. E su chi giocate i classici tre euro della vostra scommessina settimanale? Sul 7 degli Steelers e la sua difesa o sul 18 di Cincinnati?

Ben Roethlisberger, Carlos DunlapIl primo quarto vede l’errore di Big Ben, che spiana la strada al TD del 7 a 0 di Leon Hall. Nel primo periodo i Bengals hanno concesso un unico TD in tutta la stagione, dato impressionante se si pensa che le altre, minimo, ne hanno concessi 3. Per rientrare in partita gli Steelers, spesso umiliati dalla linea difensiva altrui, hanno bisogno di tenere palla e mangiare tempo. Chi meglio di Rashard Mendenhall? Dopo alcune partite di “castigo”, il prodotto di Illinois prende un paio di primi down chiave per mantenere i suoi in partita.

Sul 10 a 0 e poco prima dell’intervallo, è invece Antonio Brown a rischiarare la giornata dei suoi tifosi, con la ricezione da 60 yarde che manda le due squadre al riposo sul 10 a 7. Nell’occasione da notare la finta di lancio di Roethlisberger, che una volta che il defensive back abbocca, trova facilmente il suo ricevitore in campo aperto. Ricordate che il 7 non si tira mai indietro? Appunto, se ne infischia della pressione e fa quello che deve fare per rimettere i suoi in carreggiata, creando una big play che risalta nel dominio delle difese.

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E Green? Nonostante i problemi, la difesa di Pittsburgh rimane la migliore in NFL, ma come la sera prima i Falcons avevano lasciato qualcosa (molto) a Johnson, lo stesso succede per Green. Andy Dalton lo cerca ossessivamente, la scelta al primo giro dell’anno passato lo ricambia spesso con la giocata migliore che possa fare. Purtroppo per le tigri non basta, ed il field goal del 10 a 10 impatta una partita piu` che equilibrata, in cui il running game è assente (Bejarvus Green-Ellis finirà con più portate che yard) ed i three & out si susseguono.

Da notare, nel secondo tempo, poche cose: l’infortunio a Heath Miller, la scarsa vena di Mike Wallace, l’incredibile partita di Cortez Allen (2 intercetti, una miriade di coperture perfette per il prodotto di The Citadel, ed uno stile molto familiare ai gialloneri).
Questo, chiaramente, fino all’incredibile routine del quarto quarto, qualcosa che fugge alla normale comprensione, e che etichettare è difficile. Ci proviamo iniziando a dirvi che Big Ben ha poca voglia di andare all’overtime ed i Bengals non hanno nemmeno lontanamente l’esperienza o la lucidità di vincerla a loro volta.

Leon HallDalton viene intercettato da Allen rocambolescamente, poi A.J. Green prende un paio di primi down ma Josh Brown tenta un impossibile field goal da 56 yard (il record ad Heinz Field e` molto più corto) lasciando la palla al QB di Pittsburgh con 3 minuti da giocare e pochissimo campo da coprire. I tre euro che avevate scommesso li vedete moltiplicarsi in quel momento.
Le cose si complicano quando lo stesso Roethlisberger corre per poche yarde su un terzo tentativo e porta il suo kicker Shaun Suisham a 53 yarde dalla vittoria risolutrice. Peccato che anche quello sarebbe un record, e benchè Suisham faccia un figurone contro il collega che pochi secondi prima era andato molto lontano dai pali, non riesce a centrarli.
Ancora cercato Green (ma Dalton bersaglio non lo può cambiare?), ancora una copertura di Allen. Ancora la fretta di Big Ben, ancora un intercetto di Cincinnati. 14 secondi sul cronometro.

E nonostante il passaggio sia, indovinate un po’, per Green, il fantastico receiver da Georgia la prende, in un movimento che per tutta la partita gli è riuscito. Mancano 4 secondi quando Josh Brown si rifà e manda i suoi in Post Season.
Gli Steelers sono: stanchi, vecchi, infortunati ma incredibilmente dotati di talento e torneranno in auge l’anno prossimo a patto di rattoppare la linea offensiva. I Bengals sono: inesperti, ben organizzati, giovani, hanno un playmaker fantastico in Green ma arrivano ai Playoff della AFC come cenerentola.
Nella AFC North, division tra le più granitiche e difficili da rivoluzionare, siamo sicuri che il numero 7 ci darà ancora di cui parlare. E forse un giorno anche A.J. Green entrerà nella leggenda di questo sport. Per ora, i Bengals vanno avanti. Cosa riserva loro il futuro non lo può sapere nessuno.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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