[NFL] Week 15: Packers corsari al Soldier Field

Non solo è la rivalità di più lunga data del football professionistico (il primo match fra le due compagini risale infatti al 1923, quando la NFL neppure esisteva), ed una delle più accese dell’intera Lega, ma in questo 2012 la sfida fra gli Chicago Bears ed i Green Bay Packers era anche decisiva nella lotta per il titolo di campione della NFC North. La centoottantaseiesima partita fra le due franchigie è andata agli ospiti del Wisconsin che, grazie al successo 21-13, si sono aggiudicati per il secondo anno consecutivo il titolo divisionale.

Alla sfida del Soldier Field arrivavano due team la cui stagione stava andando in direzioni opposte: i Packers, dopo un avvio di stagione stentato, provenivano da una serie di sette vittorie nelle ultime otto partite, mentre Chicago, dopo una partenza lampo (7-1 il record a metà della regular season) aveva vinto appena uno degli ultimi sei incontri disputati ed era reduce da due k.o. consecutivi. L’esito della sfida nella Windy City ha ulteriormente “gasato” i Packers e aggravato la crisi dei Bears in difficoltà dentro e fuori dal campo.
Dentro perché dopo la segnatura di Marshall che apriva le danze quasi a metà del secondo quarto, la squadra di casa ha mostrato una pochezza in attacco allarmante.
Fuori perché nel quarto conclusivo, nonostante il distacco fosse prima di undici e poi di appena otto punti, dagli spalti sono piovuti copiosi fischi dai tifosi di casa che sono stati pesantemente criticati in settimana sia da Lance Briggs che dall’icona Brian Urlacher. Quest’ultimo, appiedato da due settimane per un problema muscolare, da una radio locale ha detto “ci sono due categorie di cui non mi importa il giudizio: i tifosi e i giornalisti”. La sparata del numero 54 è sicuramente eccessiva, ma è il termometro della frustrazione di una squadra che dopo una partenza formidabile sta vedendo le proprie chance di playoff diminuire sempre più. Per loro fortuna nelle restanti due partite, i Bears avranno un calendario assolutamente abbordabile (trasferte sul campo di Arizona e Detroit), ma per la prima volta Chicago non controlla più il suo destino: nella lotta per le wild card, gli uomini di Lovie Smith sono ora dietro a Seattle e Minnesota, dunque due successi nelle restanti gare potrebbero non bastare per centrare una offseason che appena un mese e mezzo fa sembrava assolutamente sicura.

Alshon JefferyNella sconfitta con i rivali-vicini di casa, è salito sul banco degli imputati ancora una volta l’attacco: le 190 yards totali guadagnate (la terza peggior prestazione dell’anno) la dicono lunga sull’inettitudine del reparto guidato da Cutler. E guidato, riguardo la partita di domenica, è una parola forte: l’ex Commodore ha completato appena 12 passaggi sui 21 tentati per 135 yards, una meta (che però è per un buon 80% merito del receiver Marshall) ed un intercetto. In più solo la metà dei passaggi tentati hanno percorso più di 6 yards e solo tre di questi sono stati completati. In realtà, a ben guardare, quando affronta i Packers, deve esserci qualcosa nell’aria che disturba in modo letale il buon Jay il quale, da quando è arrivato nell’Illinois nel 2009, ha un record di 1-6 contro Green Bay e 11-3 contro il resto della NFC North. E quattro delle sue peggiori performance come quarterback sono arrivate proprio contro i Packers.

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Domenica la causa dei Bears non è poi certo stata aiutata dai grossi problemi evidenziati ancora una volta in linea offensiva. A parte la coppia Webb (tackle a sinistra) e Garza (centro), durante la gara il resto del reparto è stato più volte rimescolato, con Carimi prima sostituito nel ruolo di guardia destra da Spencer, poi rimandato in campo per il k.o che ha tolto di mezzo il tackle di destra Scott. Come se non bastasse il rookie James Brown, partito titolare come guardia sinistra, è stato a sua volta messo in naftalina e sostituito da Edwin Williams dopo aver concesso due sack al rientrante linebacker Clay Matthews.
Anche le statistiche dei ricevitori sono impietose: se si eccettuano Marshall (sei ricezioni per 56 yards ed una meta) e il runner Forte (5-64), il resto dei terminali offensivi di Cutler non è assolutamente esistito (Allen, Hester e Jeffery sono stati oggetto nel complesso di sei lanci da parte del regista col numero 6 con un solo completo) con il rookie Jeffery che, oltre ad essersi macchiato di ben tre pass interference offensivi, è stato annullato da un grande Shields. Il rushing game però non ha fatto certamente meglio: senza l’infortunato Bush (messo in injured reserve dopo la partita), il gioco sulla terra è dipeso interamente da un Forte capace di racimolare appena 69 yards in 20 corse. Decisamente meglio ha fatto invece una difesa che nonostante le numerose assenze è riuscita a tenere in piedi la baracca fino alla fine. Urlacher, Jennings, Melton e McClellin sono forfait che demolirebbero un reparto meno talentuoso, ma anche contro un attacco potente come quello dei Packers, il front seven dei Bears, seppur rabberciato, se l’è cavata egregiamente. Merito soprattutto di due atleti  che nonostante le alterne fortune della loro carriera, domenica hanno offerto una prova solidissima: il linebacker Blake Costanzo, da 6 anni nella NFL, ha disputato contro Green Bay la prima gara da titolare contenendo molto bene il rushing game ospite. Amobi Okoye era invece stato tagliato tre settimane fa da Chicago, salvo poi essere richiamato in gran fretta per la morìa di difensori ed ha anche lui fatto la sua parte. Encomiabile è stato anche il lavoro di Idonije, end convertito per l’occasione a tackle con ottimi risultati.
Non così bene sono andate invece le cose per il secondario: senza il cornerback Jennings, i Bears hanno schierato Hayden opposto al fortissimo Tillman e Moore a coprire lo slot receiver. Aaron Rodgers ha limitato accuratamente i lanci verso Tillman, e così il trio Jennings, Cobb e Jones, serviti quando non erano marcati dal numero 33, ha portato a casa ben 160 yards e due touchdown (la terza meta, segnata come le altre da Jones, è invece arrivata su copertura dello stesso Tilllman che un fenomeno lo è ma non può fare tutto da solo).

Randall Cobb, D.J. MooreGrazie al successo in casa degli arcirivali, Green Bay ha invece meritatamente vinto il titolo divisionale per la seconda volta consecutiva. La squadra è una lontana parente, almeno in attacco, dello schiacciasassi della scorsa annata, ma ha trovato modo di vincere gare decisamente ostiche nonostante i numerosi infortuni (nella trasferta di Chicago mancavano ancora sia Woodson che il receiver Nelson), ed ora che piano piano dovrebbe recuperare i suoi titolari, potrebbe diventare nei playoff un cliente scomodissimo per tutti. Contro i Bears l’attacco ha faticato per un quarto e mezzo, in parte per la pessime posizioni di partenza dei drive, in parte per i problemi del kicker Crosby, proseguiti anche a Chicago con due errori su field goal non certo impossibili (da 42 e 43 yards). Poi, subita la meta dello 0-7, Rodgers e compagni si sono scatenati e a cavallo fra la fine del secondo e l’avvio del terzo quarto sono andati in touchdown in tre dei quattro drive giocati, cacciando i Bears in una fossa da cui i padroni di casa non sono più riusciti ad uscire.
In un match che metteva in palio una posta altissima, Rodgers ha sfoderato l’ennesima grande prestazione, chiudendo 23 su 36 per 291 yards e tre mete, con una linea che lo ha protetto piuttosto bene, nonostante le assenze (l’undrafted rookie Dan Barclay era infatti per la seconda gara consecutiva titolare nella posizione di tackle destro). Tra l’altro, se avete occasione, guardatevi i due “gioiellini” quasi consecutivi lanciati dal numero 12: un siluro a Cobb da 31 yards in situazione di terzo down scappando dalla feroce pressione dei Bears e poi la meta del pareggio con Jones trovato sulla sideline in piena velocità per un guadagno totale di 29 yards. Proprio Jones ha vissuto la giornata della vita catturando cinque palloni per 60 yards e soprattutto segnando tre touchdown. A dire la verità, in questo 2012, l’ex San Josè State è abbonato alle passeggiate nella end zone avversaria visto che su 51 ricezioni ha segnato la bellezza di 12 volte.

In assenza di Nelson, Cobb è stato ancora una volta il bersaglio preferito di Rodgers che lo ha servito 6 volte per 115 yards. Dopo una serie di partite incolori, si è rifatti vivo anche il tight end Finley che ha portato a casa 61 yards. Il rushing game è stato invece ancora una volta l’anello debole dei Packers: ok, la difesa dei Bears ha giocato benissimo nonostante le assenze, ma il trio Alex Green, DuJuan Harris e Ryan Grant non ha mai trovato continuità, complice anche una linea che se sul passaggio si è disimpegnata a dovere, sulla corsa ha mostrato limiti notevoli. Tredici corse, 35 yards è stato il misero bottino del titolare Green, con una media di 2,7 yards a portata. Meglio hanno fatto Harris (5-27) ed il redivivo Ryan Grant, rifirmato da Green Bay (con cui aveva giocato dal 2007 al 2011) dopo una brevissima parentesi ai Redskins, autore di 8 portate per 32 yards. Ma sia le statistiche di Harris che quelle di Grant sono gonfiate da due portate lunghe rispettivamente da 21 e 14 yards.
Stavolta, per una squadra notoriamente votata all’attacco, è stata la difesa a salire in cattedra: un B.J.Raji in forma strepitosa ha letteralmente dominato la linea di scrimmage, mentre il ritorno del formidabile linebacker Clay Matthews ha dato una marcia in più al reparto, visto che il numero 52 non ha mostrato nessun segnale di ruggine nonostante le cinque settimane di stop (il biondo difensore ha terminato la partita con due sack, cinque placcaggi di cui quattro per perdita di terreno ed un passaggio difeso). E un’altra ottima notizia i Packers l’hanno ricevuta da un secondario che sembra promettere benissimo: l’assenza prolungata del cornerback Shields aveva permesso al rookie Hayward di mostrare il suo valore (è opinione generale che possa essere in lizza per il titolo di rookie of the year difensivo). Domenica a Chicago però Shelds è finalmente rientrato, ed ha giocato subito alla grande annullando Jeffery. Nonostante sia stato relegato al ruolo di terzo cornerback, Hayward ha lo stesso fatto sentire la sua presenza con l’intercetto che nel secondo quarto ha dato il là alla meta del 14-7.

Packers Bears Football“Eccellente vittoria oggi” è stato il commento a fine partita dell’head coach di Green Bay Mike McCarthy “abbiamo fatto un primo passo; vincere il titolo divisionale qui a Chicago. Questa partita significa sempre molto per i nostri giocatori, per la nostra organizzazione e per i tifosi e non li abbiamo delusi. Credo che questo gruppo possa ancora crescere in tutte le fasi del gioco. Sono felice di aver vinto il titolo divisionale, ma ora c’è da lavorare per una posizione migliore nei playoff”.
Assicuratasi il successo nella NFC North, Green Bay ha per il momento il terzo record della Conference: l’obiettivo di Rodgers e compagni è a questo punto quello di agguantare il secondo posto che assicurerebbe la bye al primo turno. Per far ciò però non solo i Packers dovranno vincere le ultime due gare con Tennessee e Minnesota, ma anche avere un aiuto esterno: infatti solo con una sconfitta di San Francisco, la compagine del Wisconsin può sperare di arrivare seconda ed è uno scherzo del destino che l’aiuto possa arrivare praticamente solo da Seattle, il team che nella terza settimana riuscì a sconfiggere proprio Green Bay grazie ad una decisione cervellotica degli arbitri “di riserva” cui seguirono fiumi di polemiche.

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