[NFL] Week 15: 49ers e Patriots, spettacolo da alta classifica

Quando il migliore attacco della NFL incontra la migliore difesa, il primo vince, solitamente. Quando poi il migliore attacco è quello dei New England Patriots, il risultato è scontato. Ma c’è qualcosa nei San Francisco 49ers odierni che sfugge alla comprensione dei numeri, delle ricorrenze statistiche.

E nel primo quarto del Sunday Night a Foxborough, dove viene sparato un fuoco d’artificio per ognuna delle vittime di Newtown, se ne ha la dimostrazione. La palla, nel nevischio che scende dal cielo, si trasforma in una saponetta, spezzando le ali ad entrambe le squadre, che si scontrano per la supremazia a livello di lega.
Le conseguenze più evidenti sembrano ai danni del giovane Colin Kaepernick. Non esiste uno snap scontato per lui: perde palloni, nemmeno li riceve, prende colpi per recuperarli. Si siede spesso nella shotgun ( o in quella che è una Pistol superprotetta) e legge il campo per poi affidarsi a Frank Gore o alle solide mani di Randy Moss, grande ex, e di Michael Crabtree. Fa quello che fa Robert Griffin III, ma peggio.
PatriotsLe doti di ‘escapista’ sono peggiori, la corsa più lenta, la mano meno precisa. Il fatto che però questa settimana RGIII era in borghese e Kapernick no è un segno di come forse la carriera del prodotto di Nevada sarà più lunga dell’ex Baylor.
E se di confronti si deve vivere, perchè non accennare alla brutta copia di Tom Brady che si è vista dall’altra parte del campo? Jim Harbaugh prepara ottimamente la prima frazione, con una man-to-man certosina che limita Wes Welker, Brandon Lloyd, figuriamoci il redivivo Deion Branch. Danny Woodhead correndo trova qualche spazio, ma il turnover ‘killer’ è dietro l’angolo.
Play action, nessuno abbocca, Brady va da Wes Welker in doppia copertura. La palla è lunga, Welker protesta invece che correre, le mani di Carlos Rogers riportano la palla indietro fino a che non è proprio il 12 dei Pats a fermarlo con il placcaggio più goffo della serata.
Ciò che rende il punteggio di 17 a 3 a fine primo tempo sono i due TD lanciati da Kaepernick per Moss e Delanie Walker, entrambi abbastanza smarcati in una secondaria di New England sulle gambe, lenta, fallosa.
Il QB dei Niners non possiede la precisione, il tocco del suo rivale in Red Zone, condizione accentuata dalla pioggerella e dalla temperatura intorno allo 0. E’ anche per quello che avviene il contro-turnover nell’azione descritta in precedenza, che mantiene la truppa di Belichik in partita.

L’inizio del secondo tempo non differisce di molto da quanto finora descritto. Ridley commette un altro fumble,Kaepernick un altro (che Frank Gore ricopre per il TD del 24 a 3), e Brady si fa intercettare un’altra volta. Il TD seguente di Michael Crabtree porta le squadre sul 31 a 3. Sembra finita.
Non lo è perchè, ed è anche ora, le due squadre si abituano alla saponetta che hanno in mano e non fanno più errori. E la squadra che ne ha fatti di più, inizia a macinare gioco.
Due drive magistrali finiscono con altrettanti touchdown per i Patriots, che con un quarto da giocare vanno sul 31 a 17. L’attacco di San Francisco è inconcludente, la linea difensiva avversaria insormontabile ed i 3&out si susseguono.
Tom Brady torna la solita macchina, costringe i Niners a varie penalità ed a vedersi sormontare da Danny Woodhead, che sostituisce il poco prudente Ridley con qualità. Il punto del pareggio lo segna lui con una corsa da 1 yard.
E’ il 31 a 31. Pareggio, Gillette Stadium imbizzarrito e San Francisco già a pensare a questa come la sera in cui poteva diventare grande ma non l’ha fatto. E invece, come spesso accade a New England nel momento del bisogno, i reietti riusciranno a vincergliela.

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LaMichael James, da Oregon, una carriera collegiale da leader alle spalle e draftato al secondo giro lo scorso aprile ritorna la palla per 62 yard per i suoi, e li mette in condizione di segnare. Il fatto che non abbia giocato fino a due settimane fa da l’idea della profondità del roster californiano, che se la cava tranquillamente anche solo con Kendall Hunter (in IR ora) e Frank Gore.
49ersKapernick lancia a Crabtree il secondo TD delle coppia e poi la difesa di SF ha uno slancio che nel secondo tempo era mancato e sacka due volte Brady. Su un quarto down non convertito si spegneranno le velleità di un numero 12 insolitamente impreciso ma come al solito determinato e decisivo.

Se dovessimo categorizzare questa fantastica partita doremmo che è stata particolare, leggendaria, memorabile. Particolare per la pioggia e le condizioni estreme, leggendaria perchè ha visto una squadra candidata ai Playoff vincere a Foxborough, memorabile perchè questi nuovi 49ers entrano così nell’elite dell’NFL, un anno dopo la loro prima cavalcata ai Playoff.
Colin Kaepernick è forse il salvatore della patria, oppure un fumo negli occhi di proporzioni gigantesche. Una cosa è sicura: in una nottata segnata dal ricordo di Newtown, da un arbitraggio difficile, da condizioni climatiche impietose si è erto ad eroe. E questo, in questo preciso momento, è ciò che i sostenitori dei cinque volte campioni chiedono. Nulla di più.

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Dario Michielini

Segue il football dagli anni 90, da quando era alle elementari. Poi ne ha scritto e parlato su molti mezzi. Non lo direste mai! "La vita è la brutta copia di una bella partita di football"

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