[NFL] L’overtime 2010

nflLa stagione 2010 ha visto una grande novità nella NFL: dopo 36 anni sono state variate le regole dell’overtime, cercando di renderle meno dipendenti dall’esito del coin toss iniziale che, nell’opinione generale, spesso e volentieri determina un vantaggio enorme per chi lo vince e sceglie (ovviamente) di ricevere il kickoff.
Ma è proprio così?
A partire dal 1974, anno in cui la regola del sudden death venne introdotta, e fino al 1994, anno in cui il punto di calcio del kickoff venne arretrato di cinque yard, “regalando” virtualmente altre cinque yards di vantaggio al receiving team, la percentuale di vittoria era praticamente divisa in parti eque tra chi vinceva il coin toss e chi lo perdeva, mostrando quindi che avere il possesso per primi non garantiva più o meno probabilità di vittoria rispetto agli avversari.
Lo spostamento del punto di kickoff ha in effetti provocato un significativo incremento delle possibilità di vittoria per la squadra che riceve per prima, passando dal 50% circa a poco oltre il 60%, soprattutto grazie al fatto che l’overtime viene interrotto da una segnatura di qualsiasi tipo, e con l’avvento dei dome e del turf, la distanza da cui si può calciare un field goal con buone possibilità di riuscita si è decisamente allungata, essendo sempre più frequenti i field goal da oltre 50 yards. In questo scenario, il guadagno di cinque yards sul kickoff ha in definitiva costituito un vantaggio significativo per la squadra che vince il coin toss.
Il problema si è poi spostato anche su un altro piano di discussione, quando si sono levate le prime voci a sostegno delle pari opportunità per ambedue le squadre, perchè in molte occasioni la squadra perdente in overtime non aveva nemmeno avuto la possibilità di schierare il proprio attacco, lasciando le proprie speranze di vittoria ad un turnover difensivo.
Secondo gli ultimi dati forniti dalla NFL, questo scenario è applicabile a circa un terzo delle partite finite in overtime, per cui si può chiaramente affermare che del 60% delle squadre che vincono la partita dopo aver vinto il coin toss, più della metà terminano al primo possesso, sbilanciando quindi in maniera definitivamente esagerata le percentuali di successo legate al coin toss.
La NCAA (e con alcune variazioni la CFL e la defunta XFL) ha tentato di azzerare la disparità creando un sistema di overtime sicuramente paritario, ma decisamente poco spettacolare. Ogni squadra, infatti, ha diritto ad un drive partendo dalle 25 yards avversarie. A parità di attacchi, vince chi ha segnato più punti, e dopo la terza serie, in caso di touchdown si è obbligati a trasformare da due.
Per quanto sia il sistema attualmente più corretto dal punto di vista delle opportunità per entrambe le squadre, queste serie di drive a partire dalle 25 yards ricordano molto i famosi shoot-out, i rigori in movimento partendo da metà campo, che gli USA introdussero nel calcio: un vero obbrobrio.
Una buona regola era quella adottata dalla NFL Europe (ed attualmente in uso, leggermente modificata, nella UFL), che prevedeva un tempo supplementare nel quale entrambe le squadre avevano diritto ad un possesso, dopo di che, se nessuna aveva segnato o avevano segnato lo stesso numero di punti, l’overtime tornava ad essere a sudden death. Tale sistema consentiva di dare una chance a tutte e due le squadre, ma in ultima analisi continuava a dare un vantaggio alla squadra che riceveva per prima, anche se l’incidenza era molto minore rispetto alla regola NFL.
La novità introdotta dalla NFL per la postseason della stagione 2010, che però è rimasta sulla carta poichè nessuna partita è terminata all’overtime, stabiliva che se l’overtime terminava in sudden death solo nel caso di segnatura di un touchdown o una safety, mentre in caso di field goal, la squadra avversaria avrebbe avuto comunque un possesso per cercare di segnare.
Anche questa soluzione, però, è stata accolta con diffidenza, ad iniziare dalla particolarità che la nuova regola sarebbe stata adottata solo per la post season.
Inoltre, il distinguo sul tipo di segnatura, lascia invariata la situazione della squadra che perde il sorteggio e vede l’avversario segnare un touchdown senza la possibilità di replicare con il proprio attacco.
In questa discussione, si sono inseriti Steven Brams, un professore della New York University, e James Jorasch, fondatore della Science House, un organizzazione che coniuga scienza e business, con una proposta atta a togliere dall’equazione dell’overtime la variabile coin toss.
L’assunto dal quale sono partiti è quello già enunciato in precedenza: chi vince il coin toss ha un vantaggio rispetto all’avversario, e questo vantaggio è assolutamente randomico, non generato da scelte, strategie, comportamenti o diritti particolari. La proposta di Brams e Jorash è semplice: per eliminare il fattore randomico, basta eliminare del tutto il coin toss, sostituendolo con quella che hanno definito “l’asta per il kickoff”.
Ogni head coach (o capitano) sceglie e dichiara da quale yardline vorrebbe effettuare il kickoff nel caso toccase a lui calciare. Chi dichiara il valore minore effettua il kickoff, calciando però dalla media delle due yardline dichiarate.
Per fare un esempio pratico: i Rams dichiarano di voler calciare dalle 32, ed i 49ers dalle 38. Calceranno i Rams ma dalle 35, cioè a metà strada tra le due distanze dichiarate.
Lo svantaggio di calciare verrebbe in questo caso compensata con l’avanzamento dello spot del kickoff rispetto alla distanza dichiarata come “accettabile”, mentre chi riceve verrebbe comunque penalizzato dallo stesso avanzamento dello spot del kickoff rispetto alla posizione inizialmente scelta da chi calcia.
Il pregio di questo sistema è immediatamente evidente. Togliendo il lancio della monetina, si toglie la componente casualità alla scelta di calciare o ricevere, sostituendola con una scelta ponderata, che obbliga i coach ad elaborare una strategia precisa, ed apre anche l’orizzonte ad infinite varianti tattiche per cui, tanto per fare un esempio pratico, una squadra con una difesa forte potrebbe pensare di scegliere di calciare, ad esempio, sapendo di avere la possibilità di fermare la squadra avversaria in posizione favorevole e da li’ ricevere il punt con il quale iniziare il proprio attacco in territorio favorevole.
Non mancano però le controindicazioni a questo sistema.
Innanzi tutto non è chiaro cosa succeda in caso di parità di yardline scelta. Secondariamente, pur togliendo dall’equazione la componente randomica, non risolve il problema delle pari opportunità, anche se in questo caso si tratterebbe di una scelta consapevole e non di una decisione del destino, tipicamente “cinico e baro”.
Inoltre, una squadra dall’attacco forte, che non si preoccupa mediamente di dover iniziare un drive dalle proprie 20, potrebbe approfittare di un sistema del genere e scommettere sempre di calciare dalla una yard avversaria, aggiudicandosi così con buona certezza la possibilità di ricevere il calcio, concedendo alla squadra avversaria di calciare da posizione avanzata, il che risulterebbe quasi certamente in un touchback. Nessun pericolo di fumble su ritorno, palla garantita sulle proprie venti: una situazione abbastanza comoda.
I due proponenti non hanno ancora dato seguito alle numerose eccezioni sollevate a seguito della pubblicazione del loro sistema, ma siamo abbastanza sicuri che l’argomento non cadrà nel vuoto e ci sarà una nuova puntata, dove Brams e Jorasch presenteranno una nuova versione riveduta e corretta della loro teoria del “Bidding for the kickoff”.
Per approfondimenti:
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Massimo Foglio

Segue il football dal 1980 e non pensa nemmeno lontanamente a smettere di farlo. Che sia giocato, guardato, parlato o raccontato poco importa: non c'è mai abbastanza football per soddisfare la sua sete. Se poi parliamo di storia e statistiche, possiamo fare nottata. Siete avvertiti.

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