[SB XLV] Le pagelle

sb45Come ogni anno ecco la nostra valutazione sulle squadre in campo a Dallas.
Abbiamo analizzato i singoli reparti ed il coaching staff e i voti sono espressi in stile americano, da A (voto migliore) in giù. 

 

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packers
QUARTERBACK: A
La partita di Aaron Rodgers è stata superba. Non una indecisione, quasi nessuna decisione sbagliate, mai un segno di cedimento. 24 passaggi completati su 39 tentativi, 304 yards, 3 touchdown, nessun intercetto e un rating finale di 111.5. Per vedere il solito Rodgers a cui eravamo abituati sono mancate solo le sue classiche corse, che non ha mai azzardato in tutta la partita. D’altronde, non era certo tempo per correre. MVP assolutamente meritato. 

RUNNING BACKS: C
Non erano le corse il punto di forza dei Packers e forse non era proprio contro gli Steelers che la tendenza avrebbe dovuto ribaltarsi. Però il running game si è visto davvero pochino, e solo una volta James Starks è riuscito ad ottenere un guadagno decente. Brandon Jackson, quansi inesistente, non ci ha messo molto del suo. Ma è stata la dimostrazione che per vincere un Superbowl non è necessario essere bravi in tutto.

WIDE RECEIVERS: B-
Il migliore è stato Jordi Nelson, e questo nonostante almeno tre dropponi che hanno fatto disperare i fans con il cappello a formaggio. Però si è riscattato sempre bene – soprattutto all’inizio dell’ultimo quarto quando ha fatto seguire ad un passaggio droppato la splendida ricezione con corsa da 38 yards che ha propiziato il touchdown del vantaggio definitivo – ed ha chiuso con 9 ricezioni per 140 yards e 1 touchdown. Il peggiore è stato James Jones, soprattutto per quello che ha droppato, incluso un sicuro touchdown all’inizio del terzo periodo che ha momentaneamente cambiato l’inerzia della gara a favore degli Steelers. In sordina Greg Jennings, silenziato da Ike Taylor ma comunque presentissimo quando il pallone diventa pesante come in occasione dei due touchdowns ricevuti. Senza voto Donald Driver, ma solo perchè il vecchio leone è stato quasi subito tolto di mezzo da un infortunio. Per fortuna, alla fine ha comunque avuto di che festeggiare.

OFFENSIVE LINE: B
Gli uomini di linea di Green Bay hanno fatto bene il loro lavoro. Se Aaron Rodgers non ha mai avuto bisogno di cercare avventure fuori dalla tasca è anche perchè i suoi angeli custodi gli hanno dato la protezione di cui aveva bisogno. Menzione particolare per Chad Clifton, il left tackle: lo spauracchio James Harrison è stato un non-fattore (solo 1 tackle e 1 sack per lui), e Clifton è il motivo principale per cui ciò è successo.

DEFENSIVE LINE: C-
Raji e compagni non hanno inciso come al solito, non riuscendo mai ad arrivare abbastanza vicini a Roethlisberger per impensierirlo a sufficienza. Ma l’obiettivo di chiudere gli spazi al running game di Pittsburgh è stato comunque raggiunto in maniera soddisfacente.

LINEBACKERS: B+
Clay Matthews è una forza, non solo per la minaccia costante ma per come riesce ad alzare il suo gioco nei momenti chiave, dote che solo i grandi hanno. Il fumble forzato su Mendenhall è una perla che ha spaccato in due la partita, dando ai Packers la forza e la spinta che in quel momento poteva venire solo da una giocata difensiva. Ma gli altri compagni di reparto hanno fatto la loro parte, con Desmond Bishop decisivo nel fumble ricoperto e ottimo in almeno un altro paio di occasioni e il rookie Frank Zombo bravissimo ad abbattere Roethisberger (grosso una volta e mezza lui) per l’unico sack ottenuto dai Packers nella partita.

DEFENSIVE BACKS: B+
Charles Woodson fino all’infortunio è stato mostruoso, il vero regista in campo della difesa di Dom Capers. Preciso negli nterventi e puntuale nelle letture. E la sua perdita ha fatto sbandare il reparto arretrato di Green Bay, che ha iniziato ad evidenziare qualche cedimento che prima non aveva, complice anche l’infortunio, per fortuna momentaneo, di Shields. Ma tutto è andato bene e il veterano di tante battaglie ha così potuto festeggiare il coronamento di una lunga carriera. Molto bene anche Tramon Williams: a parte un paio di ingenuità sui punt è stato esemplare in copertura, con l’highlight di paio di interventi di razza. E bene anche gli altri, da Peprah a Sheilds, fino a Nick Collins ed al suo intercetto riportato in touchdown che ha consentito ai Packers di gestire la partita per quasi tutta la sua durata.

COACH: B
Se il gameplan di McCarthy era “dare la palla ad Aaron e lasciare che ci pensi lui”, beh, allora è andata alla grande; se non era quello, allora è stato comunque bravo a cambiarlo in corsa. Battute a parte, quando hai un giocatore così allora bisogna sfruttarlo. La bravura più grande di Mike McCarthy è stata comunque quella di mantenere i nervi saldi dei suoi ragazzi quando gli Steelers stavano rimontando e loro stavano perdendo pezzi per gli infortuni. E alla fine, la coppa di Vince Lombardi è tornata a casa.

 

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steelers
QUARTERBACK: B-
Ben Roethlisberger non ha giocato male questo Superbowl. Sulla sua valutazione pesano, più che le cifre (25/40 per 263 yards e 2 touchdown) i due intercetti che i Packers hanno convertito in altrettanti touchdown. Il primo direttamente, quando Collins ha riportato in end zone un lancio inteso per Wallace ed uscito completamente sbagliato vuoi perchè Wallace sembrava stesse correndo un’altra traccia e vuoi perchè Roethlisberger aveva la mano di un difensore praticamente in faccia al momento del lancio. Il secondo invece indirettamente quando una bella giocata di Jarrett Bush ha ridato la palla in mano a Rodgers per il drive sfociato nel momentaneo 21-3. Per il resto non ha grosse colpe sulla coscienza. 

RUNNING BACKS: C+
Il gioco su corsa degli Steelers è stato leggermente meglio di quello dei Packers, e sulla carta ci sarebbe stato anche da aspettarselo. Non è stato però migliore a sufficienza, ed i risultati si sono visti. Solo Mendenhall è riuscito a rendersi pericoloso, sebbene a sprazzi e soprattutto nella porzione di partita in cui Pittsburgh ha avuto il predominio, cioè fra il drop di James Jones e il fumble proprio dello stesso Mendenhall. Un episodio che si è rivelato poi decisivo e che non può non pesare nella valutazione.

WIDE RECEIVERS: B-
Mike Wallace è ormai una realtà, e anche nel Superbowl il giovane ricevitore si è confermato, catturando 9 palloni per 89 yards ed un touchdown. Al suo fianco l’eterno Hines Ward ha fatto la sua parte, con 7 ricezioni e una presenza costante nel gioco “sporco”. Dopo di loro, però, pochino, con Randle El presente solo in un paio di occasioni e chiamato in causa per sopperire alla mancanza di Emanuel Sanders, troppo presto fuori dai giochi per infortunio. Poco spazio per Heath Miller, poco cercato ma anche ben marcato.

OFFENSIVE LINE: B
Come per gli omologhi dei Packers, anche i lineman di Pittsburgh si sono espressi su un buon livello. BJ Raji e i suoi compagni erano temuti alla vigilia, ma alla fine non sono mai riusciti a mettere le mani addosso a Roethlisberger. E il running game è riuscito comunque a trovare qualche spazio, anche se spesso Mendenhall è stato costretto ad andare a cercarselo per linee esterne. Menzione speciale per Doug Legursky, il centro di riserva trovatosi a debuttare come titolare proprio nel Superbowl per l’infortunio al pro-bowler Pouncey

DEFENSIVE LINE: C
Anche qui voto quasi speculare rispetto allo stesso reparto di Green Bay. La differenza è data solo dal sack di Hood, uno dei tre che gli Steelers sono riusciti a totalizzare, e dal fatto che il running game dei Packers è stato quasi completamente annullato. Ma la differenza avrebbe dovuto farla la pressione su Rodgers e, come si è visto, lì non è andata poi così bene.

LINEBACKERS: C
Niente di grave da parte del reparto, nessun grosso errore, nessuna debacle, due sack arrivati ma, alla fine, Aaron Rodgers ha fatto quello che ha voluto o quasi. E la delusione più grande forse è stato James Harrison, l’uomo che aveva segnato il Superbowl vinto contro i Cardinals e che stavolta è mancato quasi completamente. Un pezzo troppo grande di difesa da lasciare agli avversari.

DEFENSIVE BACKS: C
Anche qui, nessun collasso o errori clamorosi, ma solo il non essere riusciti a contenere l’attacco aereo dei Packers, peraltro già pericoloso di suo. Anche se Ike Taylor si è superato, riuscendo quasi ad annullare Greg Jennings per larga parte della gara, le armi a disposizione di Rodgers erano talmente tante che forse non si poteva fare di più. La faccia incredula del pur bravo Ryan Clark, dopo essere solo riuscito a sfiorare il proiettile indirizzato da Rodgers nelle mani di Jennings per il suo primo touchdown, è forse il manifesto dell’intera partita.

COACH: B
Difficile dire se si poteva fermare il Rodgers visto in campo ad Arlington. Mike Tomlin ci ha provato, come ognuno dei suoi ragazzi, ma alla fine non gli è rimasto che arrendersi di fronte all’evidenza: senza cercare nessuna scusa (“noi non lo facciamo”) ha fatto i complimenti agli avversari, ammettendo la loro superiorità. Anche solo per questo, chapeau.

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Mauro Rizzotto

Più vecchio di quello che sembra, continua a sentirsi più giovane di quello che è. Fra una partita della sua Juve e una dei suoi Miami Dolphins sceglie la seconda. Fra una partita dei Dolphins e la famiglia... sceglie sempre la seconda. Vabbè, quasi sempre. Sennò il tempo per scrivere su Huddle dove lo trova?

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