And the oscar goes to…

nflCome ogni anno l’arrivo di gennaio porta con se i bilanci, positivi e/o negativi, sul come e’ andata la stagione in base alle aspettative iniziali ed inoltre porta il solito corollario di premi vari. Anche noi di Huddle Magazine non potevamo esimerci dalla scelta del nostro MVP, del Rookie of the Year e del Coach of the year. A te la linea Aeneas.

MVP

Nomination
Adrian Peterson. L’attacco dei Minnesota Vikings dall’uno all’undici. Senza di lui i gialloviola non esistono e poco male se ha condito la stagione con qualche fumble di troppo. Anche le poltroncine degli stadi sapevano che avrebbe corso come prima, seconda e terza opzione. Titolo di miglior running back alla seconda stagione.
DeAngelo Williams. Gli serviva essere pungolato. DeShaun Foster non bastava. Non appena i Panthers hanno aggiunto al giocattolo un runningback vero, si è acceso Williams. Devastante. Media per portata eccellente e un dato su tutti: nessun fumble. Complimenti a Fox, preciso e attento nel gestire i suoi due talenti nel backfield senza dimenticare quel fenomeno di Steve Smith.
Peyton Manning. Indianapolis al capolinea? Finché c’è Peyton Manning a guidare i Colts non mi permetterò mai di scriverlo. Serve aria fresca sulla sideline, e arriverà. Manning ha scritto un finale di stagione da cinema. Giù il cappello di fronte a un giocatore straordinario anche quando non distrugge ogni record immaginabile. Sarebbe buffo però se il fratellino riuscisse a centrare il back to back…

Aeneas’ Oscar goes to… Adrian Peterson. Perché portare ai playoff Tarvaris Jackson e Gus Frerotte merita un premio.

Rookie of the Year

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Nomination
Matt Ryan. Chi inizia la sua carriera con un touchdown chilometrico non può non essere un predestinato. Ryan molto probabilmente diventerà il migliore dei giocatori qui menzionati. Ha dimostrato di avere tutto quel che serve a un qb moderno. Scelta ottima dei Falcons per ricostruire.
Joe Flacco. Tanti addetti ai lavori lo consideravano il più grosso errore del draft. Messo un po’ di sale sul cappello stanno gustando il prelibato copricapo. Flacco sbaglia poco. Passa bene. Ha braccio. E’ mobile. Non accumulerà statistiche fantamirabilanti ma è al posto giusto e non è quel disastro che era stato pronosticato.
Chris Johnson. Un fulmine alle combine pre-draft. Un fulmine al suo debutto tra i pro. Con LenDale White forma una delle migliori coppie di runningback della Nfl. Vanno di moda, è vero, ma loro si integrano perfettamente. Alla lunga però Johnson prevarrà. Sa fare tutto. Non è solo velocità.

Aeneas’ Oscar goes to…
Joe Flacco. Far mangiare cappelli è sempre divertente. Quando Ryan vincerà il SuperBowl toccherà a me, per quest’anno però credo abbia potuto lavorare con più talento di Flacco.

Coach of the Year

Nomination
Tony Sparano. Capovolti. I Dolphins 2009 e quelli 2008 non sono nemmeno parenti. Sarà stato anche aiutato da Bill Parcells ma mi importa poco. Il merito lo ascrivo a lui e alla ventata d’aria pulita che ha portato nel sud della Florida. Ora il compito più difficile: confermarsi.
John Harbaugh. Potrei fare copia-incolla per tutte e tre le mie candidature. Tre coach rookie così d’impatto non so se siano mai arrivati insieme in Nfl. Ha ridato motivazioni ai Ravens. Avete visto la difesa? Non ditemi che il personale è così diverso dallo scorso anno. In attacco ha sfruttato tutto quel che aveva, mettendoci anche un pizzico di originalità.
Mike Smith. Il premio andrebbe diviso. Più scrivo, più me ne convinco. Ma ho solo una statuetta. Smith è in corsa perché Atlanta è Atlanta. Invertire la rotta dei Falcons è arduo. Ha capito come riuscirci al primo tentativo. Anche a lui i miei complimenti.

Aeneas’ Oscar goes to… Tony Sparano. Vincere con i Dolphins è come riuscirci con i Boston Celtics, o l’Inter o la Ferrari. Farlo senza Garnett-Allen-Pierce, Ibrahimovic e Schumacher però è un bel po’ più complicato. Se poi sia più semplice andare ai playoff con un qb rookie o con Chad Pennington è un quesito cui non riesco a dare risposta. Aggiungo due motivi: la wildcat e l’italoamericanità.

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