La Strada verso il Draft: Will Levis

Età: 23 – Ruolo: Quarterback – College: Kentucky
Classe: Redshirt Senior – Altezza: 6’4″ (1,93 m) – Peso: 229 lbs (104 kg)

Will Levis è sicuramente uno dei prospetti più polarizzanti dell’intero Draft. Le sue quotazioni sono oscillate da “potenziale-prima-scelta-assoluta” a “potrà-mai-giocare-in-NFL?” e tutt’oggi, anche se è stabilmente inserito tra le scelte del primo giro, le opinioni che girano su di lui sono molto discordanti.

Will Levis è nato ed ha giocato alla high school in Connecticut, uno stato che solitamente non produce quarterback di altissimo livello. Forse è per questo che il suo recruitment ha preso il largo solamente dopo la partecipazione al Nike Opening del 2017 con offerte che arrivano da ogni parte degli Stati Uniti: Florida State, Iowa, North Carolina, Ole Miss e Syracuse. Tra tutte Levis sceglie Penn State dove però, dopo tre anni di onesta panchina ed una manciata di presenze, si ritrova ancora una volta bloccato da Sean Clifford e decide di trasferirsi a Kentucky. Scelta saggia perché, oltre a guadagnarsi da subito il posto da titolare, Levis conclude la stagione con 2827 yard (65,9% di completi) e 24 TD. Nell’attacco orchestrato dall’offensive coordinator Liam Coen (scuola Los Angeles Rams, ci torneremo) Levis si trova perfettamente a suo agio e, complice una squadra forte e profonda in tutti i ruoli, riesce a portare i Wildcats al risultato storico delle 10 vittorie stagionali. Quando Coen e gran parte della spina dorsale di quella squadra lasciano prima dell’inizio della stagione successiva, Levis si ritrova un po’ da solo: le cose in attacco non funzionano e tutti i suoi difetti, in gran parte nascosti l’anno prima, escono fuori lasciando un po’ l’amaro in bocca ad una carriera universitaria fatta di diversi alti ma anche preoccupanti bassi.

Non sono tanti i QB che possono dire di aver operato nell’attacco di McVay (2021, con Liam Coen, protetto dell’HC dei Rams, che sarà di nuovo a Lexington il prossimo anno) e in quello di Shanahan (2022, tramite l’OC Rich Scangarello ex QB coach dei San Francisco 49ers) a livello collegiale. E’ chiaro che per quanto riguarda la comprensione di concetti pro-style, la terminologia e chiamate pre-snap, nessuno dei QB eleggibili in questo Draft può vantare il background di Levis. Sono convinto che questo sia uno dei due punti a favore più palesi di questo ragazzo. L’altro? Senza dubbio il braccio.

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Il rilascio di Will Levis è impressionante per rapidità dello stesso e velocità della palla che esce dalle sue mani senza perdere potenza. E’ in grado di raggiungere qualsiasi parte del campo con una facilità disarmante.

Queste caratteristiche sono apparse evidenti in occasione della NFL Combine e del Pro-Day di Kentucky ma sono facilmente riscontrabili in molte situazioni di gioco reale che, a parere di chi vi scrive, restano il campione più attendibile. Nella clip qui sotto la rapidità e la potenza del rilascio è particolarmente cristallina, Levis riesce a completare il passaggio nonostante il pass-rusher gli sia già praticamente in collo:

Levis è già fisicamente pronto per la NFL ed ha una buona presenza nella tasca, pur non disdegnando le “scampagnate” fuori dal backfield concluse con lanci off-platform. Inoltre, nonostante la stazza, si muove con agilità e questo gli ha permesso di essere una minaccia anche in corsa. Esempio:

https://twitter.com/SECNetwork/status/1464798494422618115?s=20

Il solo fatto di possedere un braccio così speciale lo rende vulnerabile nelle situazioni che non sono risolvibili con le cannonate e questo aspetto è alla base dei suoi tanti intercetti/quasi-intercetti, manca di tocco, non per incapacità, ma probabilmente per difficoltà di lettura dell’azione. La precisione nel ball-placement non è decisamente tra le sue caratteristiche migliori soprattutto per quanto riguarda l’anticipazione del lancio: è molto raro vederlo completare un passaggio ad un WR che sta per liberarsi.

Sulla parte superiore del corpo, a livello di meccanica del lancio, c’è poco dire. Non è lo stesso per quanto riguarda quella inferiore: il lavoro con i piedi è inconsistente, quasi sempre diverso e troppe volte braccia e gambe sono sfasati fra loro. Questi aspetti negativi sono mitigati nel quick game (ovvero quando la palla esce veloce dalle sue mani, quindi nella zona intermedia del campo) mentre diventano lapalissiani quando cerca il profondo. Questo contribuisce in maniera importante all’imprecisione di quel tipo di lancio. Un altro aspetto sul quale mi soffermerei è la differenza, in termini di efficacia, tra pre-snap e post-snap. Nelle prime Levis sa dove sono e dove saranno i compagni ed ha il talento per andare a pescarli (denotando una buona padronanza del sistema offensivo in cui è inserito) ma se la difesa cambia il look post-snap va in netta difficoltà.

Non è mai facile esercitare la pazienza quando si parla di QB da alto primo giro, dopotutto la maggior parte delle squadre che hanno le prime scelte si aspetta che il prescelto contribuisca fin da subito, ma in questo caso credo sia obbligatorio. Le abilità grezze di Will Levis ci sono tutte (o perlomeno quelle principali), la sua più grande fortuna sarà trovare un coaching staff capace di correggere gli aspetti negativi del suo gioco e che non abbia la presunzione di sottovalutarne i difetti. Levis ha bisogno di mettere a posto il lavoro con i piedi e costruirsi una meccanica consolidata che supporti il cannone che ha al posto del braccio, che rischia di venire utilizzato male senza una struttura alla base e tutto questo sarebbe veramente un peccato.

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Guido Semplici

College Football - Co-Host di Scusate il CFB, mi trovate anche su Podcast Verso il Draft e su Twitter.

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