Wild Card 2022: La legge del più forte (Dallas Cowboys vs Tampa Bay Buccaneers 31-14)

L’ultima wild card in ordine di tempo vedeva i Tampa Bay Buccaneers ospitare i Dallas Cowboys.

Il match va in scena al Raymond James Stadium di Tampa, nonostante i Bucs abbiano un record (8-9) decisamente peggiore dei texani (12-5), per il fatto che i padroni di casa hanno vinto la NFC South Division mentre Dallas è giunta seconda (alle spalle di Philadelphia) nella NFC East Division. Nella squadra della Florida rientra il centro Ryan Jensen dopo il serio infortunio patito nei primi giorni del training camp estivo; presente anche il forte DT Vita Vea e i DB ancora in dubbio per la partita.

Il QB ospite Prescott esordisce con tre lanci incompleti consecutivi, anche se i Bucs non sono da meno, anche con l’ennesima penalità del tackle Donovan Smith. Dopo altri due drive, uno ciascuno per ogni team concluso con il punt, Prescott guida i suoi in un drive solido che si conclude con il touchdown del TE Schultz che riceve il lancio del suo QB, anche se l’extra point viene fallito dal K Maher (che ne sbaglierà ben 4 su 5 tentativi): 0-6. Brady architetta un drive lungo (7 minuti) che porta Tampa a ridosso della end zone ma il lancio del QB inteso per Russell Gage viene intercettato da Kearse, segnando un episodio decisivo e ridando il possesso ai suoi. L’attacco dei Cowboys prende confidenza e la difesa dei Buccaneers (come troppe volte in stagione) concede troppo agli avversari, che segnano il secondo touchdown con Prescott che entra in end zone, con il secondo errore di Maher (0-12). L’attacco coordinato dal OC Leftwich mostra tutti i suoi limiti già evidenziati in stagione regolare, con costante difficoltà a muovere il pallone soprattutto con il gioco di corsa e rendendo fin troppo prevedibile il gioco aereo della franchigia della Florida. Poco prima dell’intervallo i Cowboys vanno ancora a segno sull’asse Prescott – Schultz e si va al riposo sul punteggio di 0-18 con l’ennesimo calcio fallito di Maher.

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Il terzo quarto sembra seguire la trama del primo tempo: drive inconcludente dei Bucs e segnatura di Dallas con Gallup ben imbeccato da Prescott, con Maher che non si smentisce e fallisce il quarto calcio addizionale su quattro tentativi (0-24). Il match, se mai ci fosse stata una possibilità di partita equilibrata, finisce qui, troppo superiori tecnicamente gli ospiti, con la loro esecuzione in attacco, sia su corsa che su passaggio, e gli ospiti perennemente in difficoltà in attacco e con il reparto difensivo che, dopo una buona partenza, deve arrendersi drive dopo drive. I Cowboys puntano a far passare il tempo senza rischiare nulla e i Buccaneers, poco prima della fine del terzo quarto riescono a togliere lo ZERO dal tabellone, con Brady che trova finalmente prima Evans (ancora una volta poco utilizzato) e poi Jones con un lancio di 30 yard in touchdown, con il tentativo di trasformazione da due punti che fallisce (6-24).

L’ultima frazione di gioco si apre con la nuova segnatura dei Cowboys, con il quarto lancio in touchdown di Prescott per il ricevitore Lamb, con Maher che finalmente mette a segno l’extra point (6-31). Ormai si gioca per onorare l’impegno, con Dallas che punta ad arrivare al termine senza problemi e infortuni e con Tampa che tenta di ridurre il pesante passivo; a ridosso del two-minute warning Brady trova il TE Brate, veterano di mille battaglie, per il touchdown del 14-31 (trasformazione da due punti riuscita sull’asse Brady – Evans). La squadra di casa, in un moto d’orgoglio, riesce anche a ricoprire l’onside kick e riavere il possesso, ma ormai la partita è segnata e si conclude con la “victory formation” dei Cowboys.

La sfida ha mantenuto i pronostici della vigilia, con il team allenato da Mike McCarthy più completo in tutti i reparti, sia offensivi che difensivi e con i Bucs che non si sono discostati dal ritmo avuto per tutta la stagione con alti e bassi (questi ultimi più numerosi); se la squadra di Bowles (fino a quando?) è approdata ai playoff è sicuramente dovuto alla pochezza del raggruppamento in cui ha giocato, con Panthers, Saints e Falcons che sembravano fare a gara per autoeliminarsi dalla post season.

Per la squadra ospite Prescott ha avuto un’ottima giornata (25/33, 305 yard, 4 TD, con un altro TD su corsa) e non ha mai dato l’impressione di essere in difficoltà, sia contro la pass rush (1 solo sack subito, a inizio partita) sia contro il backfield difensivo avversario. Un grosso aiuto è arrivato dal gioco di corsa con il duo Pollard / Elliott che ha conquistato 104 yard e dato valide alternative al gioco aereo; nel reparto ricevitori ha vissuto una giornata memorabile il TE Schultz con 7 ricezioni per 95 yard e 2 TD; anche Gallup (5 per 46 yard e 1 TD) e Lamb (4 per 68 e 1 TD) hanno assicurato il loro contributo al successo della squadra texana. Importante il dato registrato nei turnover: 0!

La difesa ha avuto il vantaggio di giocare contro un attacco che a tratti sembrava giocare contro se stesso; comunque nota di merito al LB Vander Esch autore di 9 tackle totali, a Kearse autore dell’intercetto chiave che ha dato una svolta fin dall’inizio al match e al sempre efficace Parsons (3 tackle, 1 sack e 3 TFL). Nota negativa della serata sicuramente la prestazione del kicker Maher con 4 punti addizionali falliti su 5 tentativi; in questa occasione i suoi errori sono stati ininfluenti, ma in un match più serrato nel punteggio potevano essere decisivi.

Brady ha fatto quello che poteva in una serata che vedeva la sua squadra nettamente sfavorita, anche se ha dovuto, ancora una volta, caricarsi eccessivamente di responsabilità: 66 tentativi di lancio sono una cifra enorme, dimostrando che l’attacco di Tampa è monodimensionale; i numeri finali parlano di 35 completi su 66 tentativi, con 2 TD (a partita già decisa) ma soprattutto con la macchia dell’intercetto in endzone, con la possibilità reale di segnare e pareggiare il touchdown appena messo a segno da Dallas.

La line d’attacco (nonostante il rientro di Jensen) ha vissuto un’altra notte negativa, con 2 sack concessi e non dominando mai il front seven avversario, soprattutto nel gioco di corsa dove il binomio                   White – Fournette ha totalizzato la miseria di 52 yard. Godwin (10 ricezioni per 85 yard), ancora una volta, è stato il ricevitore più cercato e trovato da Brady, con Evans e Jones entrambi con 74 yard conquistate, con il primo ancora in difficoltà a trovare sintonia con il suo QB e con il secondo che ha avuto il merito di togliere lo ZERO dallo score dei suoi.

In difesa il protagonista è stato David (14 tackle totali) altro veterano che ha vissuto gli anni poveri di soddisfazioni prima delle recenti e vittoriose stagioni, ma tutto il reparto è sembrato soffrire il perfetto meccanismo offensivo avversario e ha dovuto cedere gioco dopo gioco, concedendo ben 425 yard!

La stagione si conclude qui per i “Bucanieri” della baia della Florida, tra poco inizierà il periodo di riflessione e di decisione sulle prossime mosse di giocatori e coach; in entrambi i versanti ci sono sicuramente margini di miglioramento, soprattutto per l’attacco e bisognerà vedere se il front office riuscirà ad allestire un team competitivo per la prossima stagione; molto dipenderà da quello che farà Tom Brady, ora free agent.

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Sul campo è stato evidente che le molte partenze in offseason (G Cappa e Marpet, DT Suh, OLB Pierre-Paul) non sono state adeguatamente sostituite e i parecchi infortuni (Jensen, Barrett) non hanno giovato, ma grande responsabilità ce l’ha anche il coaching staff (primi tra gli “imputati” Leftwich e Bowles) che non ha trovato la chiave per far girare al massimo un attacco infarcito di stelle (Brady, Evans, Godwin, Jones, Fournette) ma che non ha mai espresso un gioco fluido ed efficace. Anche la difesa dovrà essere rinforzata, a partire dal backfield difensivo che ha concesso troppo agli avversari, anche per poca efficacia della pass rush, da sempre caratteristica di Tampa.

I Dallas Cowboys ora si preparano alla sfida classica e storica con i forti San Francisco 49ers a cui dovranno rendere visita in California; i texani hanno dimostrato di essere attrezzati per una lunga corsa nei playoff e di avere un buon bilanciamento in attacco tra gioco aereo e di corsa. Prescott, con il supporto di Lamb, Gallup, Hilton e Schultz hanno le potenzialità per mettere in difficoltà la non impeccabile secondaria del team guidato da Shanahan La difesa dovrà fronteggiare il QB rookie Purdy che a soli 23 anni sembra avere la freddezza di un veterano, ma il reparto coordinato da Dan Quinn ha tutte le armi per ben contrastare un attacco produttivo come quello dei 49ers; gli elementi chiave saranno ancora una volta Parsons per mettere sotto pressione il giovane regista californiano e Trevon Diggs a guidare una secondaria sempre pericolosa.

Per i Buccaneers il futuro è oggi, per i Cowboys il futuro è domenica sera al Levi’s Stadium di Santa Clara!!

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Roberto Abelli

Tifoso Bucs dal 1984 Ex giocatore ed ora coach Appassionato di football NFL e NCAA

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